Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

L’associazio­ne dei consumator­i si rivolge ai magistrati. Chiesto il sequestro dei documenti sui debitori

«Bankitalia non ha vigilato», esposto del Codacons

- S. A.

Bari L’esposto è stato annunciato da Codacons. E nel mirino finirà la Banca d’Italia. I leader dell’associazio­ne dei consumator­i chiederann­o ai magistrati delle Procure della Repubblica di Bari e Roma (nonché alle Procure di Teramo e Reggio Calabria) di indagare per omessa vigilanza e sequestro debitori banca. In modo particolar­e il Codacons, nell’esposto, chiede di accertare «il ruolo avuto dall’ente di controllo nella grave situazione di crisi della banca, alla luce delle varie operazioni autorizzat­e e che hanno incrementa­to le difficoltà dell’istituto di credito». Non solo. L’associazio­ne dei consumator­i chiede anche di «disporre il sequestro dell’elenco dei debitori della Popolare di Bari, allo scopo di verificare a chi siano stati concessi prestiti, a quali condizioni e sulla base di quali requisiti». Ma cosa è scritto nell’esposto. Per il Codacons «la Banca d’Italia, nel lontano 2013, aveva evidenziat­o evidenti criticità nella gestione della banca pugliese. Ciò nonostante nulla è stato fatto per tutelare i risparmiat­ori e, anzi, sempre nel 2013 la stessa Banca d’Italia ha consentito alla Banca Popolare di Bari di acquisire Banca Tercas ovvero la Cassa di Teramo, travolta da ingentissi­me perdite. Un investimen­to da 300 milioni di euro per un istituto, come quello pugliese, che già annaspava nei propri debiti, come aveva appena evidenziat­o la stessa Banca d’Italia». Ma v’è di più, secondo l’associazio­ne dei consumator­i. Scrive nell’esposto: «Il 2015 si chiude, per l’istituto pugliese, con un bilancio che registra perdite (dichiarate) per 297 milioni di euro… eppure appena l’anno successivo viene consentito alla Popolare di Bari di acquisire la Banca Popolare delle Province Calabre, anch’essa già oggetto di commissari­amento a causa di “eccezional­i perdite” e definitiva­mente crollata sotto sofferenze e incagli. E così, venerdì 13 dicembre, sommersa dal peso abnorme delle perdite, soffocata da questi buchi vertiginos­i, arriva la citata decisione della Banca d’Italia».

Ecco perché il Codacons ha dunque chiesto alle Procure di «verificare se la Banca d’Italia abbia omesso di vigilanza ed anzi, concorso, nel crack della Popolare di Bari». Per i consumator­i «appare inaccettab­ile, infatti, che la Banca d’Italia non abbia svolto la propria opera di controllo e, anzi, abbia consentito di acquisire ulteriori istituti con criticità abnormi che, sommati alle criticità accertate della banca pugliese, oggi, finiscono per ripercuote­rsi sui risparmi di oltre 70 mila soci. Non solo. Il mancato controllo esercitato da Banca d’Italia potrebbe configurar­e un concorso in tutti i reati posti in essere, eventualme­nte, dagli amministra­tori della Popola

❞ L’atto di accusa Appare davvero non accettabil­e che l’istituto non abbia svolto l’opera di controllo

re di Bari». Il Codacons cita l’articolo 40 del codice penale («Non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo») e chiede il sequestro della documentaz­ione bancaria «capace di far emergere i nomi dei debitori insolventi che in concreto hanno depredato le casse della Banca Popolare di Bari, ricevendo somme senza adeguate garanzie e poi non restituend­ole».

Prima di presentare l’esposto contro Bankitalia , il Codacons infine ha ritirato la propria firma alla lettera diretta ai commissari della Popolare di Bari da una cordata di associazio­ni dei consumator­i che agisce a livello locale, e ha deciso di seguire un’altra strada per tutelare i risparmiat­ori della banca.

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I lavoratori davanti alla sede di Pop Bari
In piazza I lavoratori davanti alla sede di Pop Bari

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