Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Manifesto per Matera «Rimanga capitale dell’arte partecipata»
Il regista e il coreografo firmano un appello affinché l’esperienza di quest’anno possa proseguire
Un manifesto per Matera. Lo propongono il regista Barberio Corsetti e il coreografo Sieni per una città capitale dell’arte partecipata».
«Matera è una città liminale. Il tempo è in bilico, lo spazio anche, tra alto e basso, salite e discese simbolicamente impervie. Essenza minerale, vegetale e animale, passato e presente, tutto risuona nella topografia e nelle pietre. Dopo Matera 2019 noi cittadini rivendichiamo un ruolo che è fiorito tra i sassi in questo anno di cultura».
Si apre così la lista di trentatré punti, una sorta di «triakontalogo» sospeso fra i modi di una liturgia laica e quelli perentori e seducenti che animavano i manifesti delle avanguardie storiche. «Noi cittadini vogliamo essere promotori e partecipanti attivi di questa festa — recita ancora il manifesto — formando un collettivo in collaborazione e fusione costante e creativa con la Fondazione Matera Basilicata 2019. Vogliamo aprire la città agli artisti di tutto il mondo, per sviluppare residenze e percorsi di creazione». Indicazioni precise per andare avanti e non lasciare che l’esperienza di Capitale della cultura Europea dell’anno che va a chiudersi resti una meteora affascinante e coinvolgente, ma effimera e irripetibile. Trentatré principi contenuti nella dichiarazione di intenti artistica, poetica e partecipata, scritta e concertata dalla gente con la guida di Giorgio Barberio Corsetti, Massimo Sigillò Massara (entrambi protagonisti di Abitare l’Opera) e Virgilio Sieni (al centro del progetto I-Dea dedicato agli archivi). Ovvero del regista, musicista e coreografo che insieme ad altri – pensiamo a Marco Martinelli ed Ermanna Montanari con il loro Purgatorio itinerante – hanno esaltato durante la rassegna le potenzialità di un nuovo modo di concepire arte e spettacolo proprie della città lucana: da un punto di vista morfologico, urbanistico e architettonico, ma soprattutto da un punto di vista umano, grazie a una comunità che ha costruito gli eventi insieme agli ideatori, diventandone attrice e non semplice spettatrice. «Credo – spiega Barberio Corsetti che qui ha diretto un’intrigante edizione di «Cavalleria Rusticana» – che questo sia il tema dell’arte del nuovo millennio. Un’arte che crea comunità, “lifeness” come si usa dire oggi, frutto di una grande richiesta per una nuova frontiera. E l’essere stato lì a vivere in prima persona questa esperienza inestimabile - creativa e personale - grazie alla quale abbiamo costruito il prologo per “Cavalleria” (ovvero i “Sette vizi capitalisti”, in cui ci interrogavamo infine sul futuro del pianeta e dell’umanità) mi ha spinto a lanciare questo manifesto insieme alla gente di Matera».
Il cuore della proposta è nella volontà di continuare ad avere in Lucania un festival che ogni anno ricrei eventi simili fra le strade e i palazzi storici della città. «Si – continua il direttore del Teatro Nazionale di Roma – una rassegna da costruire con vari laboratori durante l’anno per poi materializzarsi in eventi spettacolari d’estate pensati e realizzati da grandi registi per quei luoghi e insieme alla gente». Da qui l’idea – già anticipata al Corriere del Mezzogiorno dal sindaco Raffaello De Ruggieri – di una manifestazione per il futuro che punti proprio su queste caratteristiche socializzanti, esemplificate dalla processione laica dello scorso 19 dicembre, voluta dai promotori del manifesto come «un atto politico e democratico per fare cultura e parteciparla». Il che però non significherà necessariamente la presenza in campo dei firmatari. «L’importante – aggiunge Barberio Corsetti - è che questo manifesto possa utilizzare i fondi, credo già stanziati ancora per un paio di anni, e poi attingere a nuove risorse così come richiesto al governo italiano e alla comunità europea, per trasformare Matera in un polo di riferimento per lo spettacolo “partecipato” al Sud, dove dopo Napoli c’è davvero poco, ma anche per l’Italia intera e l’Europa. Se io ci sarò? Questo lo stabiliranno i comitati cittadini. Ma non è importante, considerando anche i tanti impegni che ho con la direzione dello Stabile di Roma. Che però potrebbe diventare un interlocutore importante così come il San Carlo di Napoli, coproduttore della mia “Cavalleria”, con cui ho lavorato benissimo e che mi auguro possa spostare presto lo spettacolo anche tra i vicoli antichi della città partenopea».
L’altro firmatario è il coreografo Virgilio Sieni, che con i materani ha costruito il percorso «Thauma. Atlante del gesto» nell’ambito del progetto I-Dea dedicato agli archivi. «Quello della catalogazione dei gesti della gente – spiega il danzatore e regista fiorentino -, anche quelli meno praticati, è un tema a cui lavoro da anni, un’idea in progress che qui ha trovato grande attenzione e partecipazione da parte della gente del posto. Con la quale, evidentemente mi piacerebbe portare a termine il progetto anche attraverso nuovi laboratori nei prossimi anni, a partire dal borgo La Martella. E quindi la possibilità che Matera divenga la capitale dell’arte partecipata è una proposta forte che lanciamo all’Europa intera, per tenere insieme azione fisica ma anche riflessione». Partendo magari da un ciclo di residenze che favoriscano un’attività di dodici mesi. «Abbiamo messo a punto – conclude Sieni - il programma “Officina Tattile” per il Teatro Quaroni, rimasto a lungo chiuso. Il Teatro progettato da Ludovico Quaroni per volontà di Adriano Olivetti tra il 1952 e il 1954, dopo l’uscita del libro “Cristo si è fermato ad Eboli” di Carlo Levi, che ha consentito così la nascita di Borgo La Martella. Ecco questo sarebbe uno dei luoghi che se sempre attivo potrebbe impedire lo spegnimento dei riflettori su una realtà che si rivelata così vivace e reattiva».
❞ Barberio Corsetti È proprio questo il tema culturale del nuovo millennio
❞ Sieni Mi piacerebbe portare avanti laboratori con la gente del posto che ci ha accolto