Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Capitale italiana della cultura Una corsa a sei tra mille veleni

Al governo arrivate sei candidatur­e. Fa gola il milione per la città che sostituirà Parma nel 2021 Taranto e Grecìa verso l’intesa, Decaro pensa alla città metropolit­ana. Molfetta punzecchia Bari

- di Francesco Mazzotta

Andare ognuno per conto proprio o fare squadra? Impegnarsi per far vincere la propria città o puntare sulla vittoria di un intero territorio? Nella corsa a Capitale italiana della Cultura per il 2021, in Puglia i giochi sono aperti tra Bari, Molfetta, Trani, Taranto, San Severo e i Comuni della Grecìa salentina. I campanili suonano. Ognuno cerca di tirare l’acqua al proprio mulino. In palio c’è un milione di euro. I dossier dovranno essere presentati entro il 2 marzo. Ma iniziano anche a spuntare le prime alleanze, in vista della scrematura iniziale.

La Grecìa sta valutando l’ipotesi di legarsi a Taranto. L’unione fa la forza, quando ci sono radici comuni: Magna Grecia e tradizione del tarantismo. Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, il presidente dell’Unione dei Comuni della Grecìa salentina, Roberto Casaluci, in compagnia del presidente della fondazione La Notte della Taranta, Massimo Manera, si sono già incontrati e si rivedranno nei prossimi giorni per formalizza­re con tutta probabilit­à l’appoggio alla candidatur­a del capoluogo ionico, nei prossimi anni impegnato a gestire la crisi legata all’ex Ilva e cambiare il proprio volto con una riqualific­azione urbana che farà della città un cantiere a cielo aperto, soprattutt­o con la rivoluzion­e del Piano Isola Madre approvato dal Mibact.

In tutto, sono quarantaqu­attro le città italiane candidate a Capitale della cultura. Tra queste, Genova, Ferrara,

Pisa, Livorno e L’Aquila, giusto per citarne alcune, tra le più importanti e accreditat­e alla vittoria finale. Subito dopo la scadenza del 2 marzo ci sarà una riduzione delle pretendent­i. Una giuria di sette esperti nominati dal Mibact selezioner­à soltanto dieci città, che si contendera­nno il titolo per il 2021 attraverso un’altra fase di verifica. La proclamazi­one è prevista per il mese di giugno.

Intanto gli altri Comuni pugliesi aspiranti al titolo stanno preparando i rispettivi dossier. Al momento ognuno sembra preferisca andare per la propria strada, a volte in un clima di dialogo e confronto, altre con qualche attrito, anche duro. Trani aveva polemizzat­o con Taranto per l’endorsemen­t di Mario Turco. Il sindaco della città adriatica, Amedeo Bottaro, aveva ritenuto inopportun­a l’uscita del sottosegre­tario tarantino («il

Sopra la città vecchia di Taranto sotto il sindaco di Bari, Antonio Decaro

Governo sostiene la candidatur­a della città ionica») chiedendo maggiore imparziali­tà e rispetto per tutte le candidate.

Tra le altre pugliesi, San Severo sembra un po’ più isolata. E, poi, Bari. «Bisognereb­be cercare una sintesi», aveva detto il sindaco Antonio Decaro, che è anche presidente dell’Anci, l’associazio­ne nazionale dei Comuni italiani e precisa: «Vogliamo coinvolger­e tutti i Comuni della città metropolit­ana di Bari. Se Taranto e i centri della grecìa salentina hanno pensato di unire le forze, ben venga, non può che essere questa un’alleanza che creerà valore a quel territorio e di riflesso anche a Bari. A vincere non sarà un’unica città, in ogni caso, ma il “sistema Puglia” in cui ognuno dei nostri centri svolge un lavoro e ha un ruolo».

«Concorrere a Capitale italiana della Cultura, per Bari è solo un’occasione rispetto a una lungimiran­za politica iniziata quindici anni fa», aggiunge l’assessore Ines Pierucci. La quale assicura: «stiamo realizzand­o il dossier sulla base dei servizi che questa città è in grado di offrire, non solo in relazione agli eventi che andremo a realizzare». E che, assicurano dallo staff del sindaco, verranno comunque portati avanti, anche se Bari non dovesse farcela.

«In ogni caso Bari avrebbe bisogno di confrontar­si con l’intero territorio», afferma Sara Allegretta, assessore alla Cultura del Comune di Molfetta, la città di Riccardo Muti. «Non mi pare - aggiunge che il capoluogo, eccezion fatta per il cartellone del Petruzzell­i, possa vantare chissà quale programmaz­ione. Il cartellone del teatro Piccinni non brilla. Vogliono aprire un tavolo serio per discutere di una possibile sintesi? Siamo pronti. Molfetta può vantare molte credenzial­i, dai riti della settimana santa, alla meraviglia del Pulo. Unirsi - conclude - può essere un’idea vincente se a vincere, però, è un territorio, non una città a discapito di un’altra».

Non mi pare che Bari per adesso possa vantare chissà quale programmaz­ione Il cartellone del Piccinni non mi pare che brilli

Stiamo realizzand­o il dossier sulla base dei servizi che la mia città offre, non solo per gli eventi che andremo a realizzare

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Molfetta Sara Allegretta
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Bari Ines Pierucci

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