Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Capitale italiana della cultura Una corsa a sei tra mille veleni
Al governo arrivate sei candidature. Fa gola il milione per la città che sostituirà Parma nel 2021 Taranto e Grecìa verso l’intesa, Decaro pensa alla città metropolitana. Molfetta punzecchia Bari
Andare ognuno per conto proprio o fare squadra? Impegnarsi per far vincere la propria città o puntare sulla vittoria di un intero territorio? Nella corsa a Capitale italiana della Cultura per il 2021, in Puglia i giochi sono aperti tra Bari, Molfetta, Trani, Taranto, San Severo e i Comuni della Grecìa salentina. I campanili suonano. Ognuno cerca di tirare l’acqua al proprio mulino. In palio c’è un milione di euro. I dossier dovranno essere presentati entro il 2 marzo. Ma iniziano anche a spuntare le prime alleanze, in vista della scrematura iniziale.
La Grecìa sta valutando l’ipotesi di legarsi a Taranto. L’unione fa la forza, quando ci sono radici comuni: Magna Grecia e tradizione del tarantismo. Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, il presidente dell’Unione dei Comuni della Grecìa salentina, Roberto Casaluci, in compagnia del presidente della fondazione La Notte della Taranta, Massimo Manera, si sono già incontrati e si rivedranno nei prossimi giorni per formalizzare con tutta probabilità l’appoggio alla candidatura del capoluogo ionico, nei prossimi anni impegnato a gestire la crisi legata all’ex Ilva e cambiare il proprio volto con una riqualificazione urbana che farà della città un cantiere a cielo aperto, soprattutto con la rivoluzione del Piano Isola Madre approvato dal Mibact.
In tutto, sono quarantaquattro le città italiane candidate a Capitale della cultura. Tra queste, Genova, Ferrara,
Pisa, Livorno e L’Aquila, giusto per citarne alcune, tra le più importanti e accreditate alla vittoria finale. Subito dopo la scadenza del 2 marzo ci sarà una riduzione delle pretendenti. Una giuria di sette esperti nominati dal Mibact selezionerà soltanto dieci città, che si contenderanno il titolo per il 2021 attraverso un’altra fase di verifica. La proclamazione è prevista per il mese di giugno.
Intanto gli altri Comuni pugliesi aspiranti al titolo stanno preparando i rispettivi dossier. Al momento ognuno sembra preferisca andare per la propria strada, a volte in un clima di dialogo e confronto, altre con qualche attrito, anche duro. Trani aveva polemizzato con Taranto per l’endorsement di Mario Turco. Il sindaco della città adriatica, Amedeo Bottaro, aveva ritenuto inopportuna l’uscita del sottosegretario tarantino («il
Sopra la città vecchia di Taranto sotto il sindaco di Bari, Antonio Decaro
Governo sostiene la candidatura della città ionica») chiedendo maggiore imparzialità e rispetto per tutte le candidate.
Tra le altre pugliesi, San Severo sembra un po’ più isolata. E, poi, Bari. «Bisognerebbe cercare una sintesi», aveva detto il sindaco Antonio Decaro, che è anche presidente dell’Anci, l’associazione nazionale dei Comuni italiani e precisa: «Vogliamo coinvolgere tutti i Comuni della città metropolitana di Bari. Se Taranto e i centri della grecìa salentina hanno pensato di unire le forze, ben venga, non può che essere questa un’alleanza che creerà valore a quel territorio e di riflesso anche a Bari. A vincere non sarà un’unica città, in ogni caso, ma il “sistema Puglia” in cui ognuno dei nostri centri svolge un lavoro e ha un ruolo».
«Concorrere a Capitale italiana della Cultura, per Bari è solo un’occasione rispetto a una lungimiranza politica iniziata quindici anni fa», aggiunge l’assessore Ines Pierucci. La quale assicura: «stiamo realizzando il dossier sulla base dei servizi che questa città è in grado di offrire, non solo in relazione agli eventi che andremo a realizzare». E che, assicurano dallo staff del sindaco, verranno comunque portati avanti, anche se Bari non dovesse farcela.
«In ogni caso Bari avrebbe bisogno di confrontarsi con l’intero territorio», afferma Sara Allegretta, assessore alla Cultura del Comune di Molfetta, la città di Riccardo Muti. «Non mi pare - aggiunge che il capoluogo, eccezion fatta per il cartellone del Petruzzelli, possa vantare chissà quale programmazione. Il cartellone del teatro Piccinni non brilla. Vogliono aprire un tavolo serio per discutere di una possibile sintesi? Siamo pronti. Molfetta può vantare molte credenziali, dai riti della settimana santa, alla meraviglia del Pulo. Unirsi - conclude - può essere un’idea vincente se a vincere, però, è un territorio, non una città a discapito di un’altra».
Non mi pare che Bari per adesso possa vantare chissà quale programmazione Il cartellone del Piccinni non mi pare che brilli
Stiamo realizzando il dossier sulla base dei servizi che la mia città offre, non solo per gli eventi che andremo a realizzare