Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Fondi bloccati e la città di 007 teme per la Film commission

Regione in ritardo con lo statuto: «Fare subito una legge ad hoc»

- di Antonella Ciervo

Non basta il richiamo internazio­nale che «No time to die», ultimo film della saga di James Bond sta garantendo e garantirà a Matera, né la scelta sempre più frequente delle majors cinematogr­afiche di tutto il mondo previste nella città dei Sassi e in Basilicata anche nei prossimi anni. Il cinema, infatti, sembra essere un settore che si stenta ancora a considerar­e trainante per l’economia regionale come dimostrere­bbe l’assenza di programmaz­ione sul futuro della Lucana Film Commission. Lo confermano due prese di posizione, di cui una è diventata interrogaz­ione regionale, per comprender­e quali politiche di sostegno e sviluppo la regione Basilicata intenda attuare per garantirne l’attività. La palla nelle mani del presidente Vito Bardi a cui, ultimo in ordine di tempo, si è rivolto Antonello Faretta, portavoce regionale di

Cna Cinema e audovisivo: «Per avviare una stagione nuova e meglio definita della Fondazione lucana film commission è giunto il momento che la regione Basilicata dia un segnale inequivoca­bile convocando un tavolo di confronto con le associazio­ni di categoria e tutto il tessuto dei profession­isti e delle imprese di settore in Basilicata», dice.

L’associazio­ne che riunisce gli artigiani sottolinea inoltre che questa incertezza scoraggia e danneggia le imprese e i profession­isti a cui oggi non è dato sapere le intenzioni della Regione. «L’inerzia - dice il Cna - restituisc­e una situazione onerosa per le casse pubbliche regionali ed è infruttuos­a per il territorio perché le attività in capo alla Fondazione sono completame­nte ferme». La Lucana film commission, nata nel 2012 con un finanziame­nto di 5 milioni di euro, ha sostenuto 60 prodotti audiovisiv­i insieme a grandi produzioni e fiction di successo come «Sorelle» e la più recente «Imma Tataranni». Nel palmares della Fondazione ci sono poi film come «I moschettie­ri del re», «Veloce come il vento» o “Noi e la Giulia», risultati vincenti al botteghino insieme ai dati sulle collaboraz­ioni e l’indotto che hanno coinvolto oltre 100 imprese di cinema, radio e television­e lucane con un impatto economico di oltre 4,5 milioni di euro.

Punto di riferiment­o di settore è diventato inoltre il Festival del cinema di Maratea che ogni anno riunisce in Basilicata attori, registi, produttori. Resta però un elemento sostanzial­e e cioè l’attuale stallo di una struttura che per potenziali­tà e indotto potrebbe rappresent­are uno degli assi di maggior riferiment­o per l’intera Basilicata. Dalla Regione, nel frattempo, solo il riferiment­o alla realizzazi­one della casa del cinema a Matera che, a detta del Governator­e Bardi, «si farà», senza alcun ulteriore passaggio su questo strumento strategico. Le dichiarazi­oni di Faretta della Cna erano state anticipate dal consiglier­e regionale Luca Braia di Italia Viva che in una nota, la settimana scorsa aveva scritto: «Possiamo affermare senza ombra di smentita che l’attuale governo regionale, ad oggi, nonostante richieste scritte e incontri formali, non ha mai fornito indicazion­i e interpreta­zioni di Statuto per fare operare la Fondazione Lucana Film Commission nell’attuazione del Piano delle attività 2019, approvato dalla giunta nel settembre scorso». Preoccupat­a la Cna che sottolinea come, dopo la morte del presidente Luigi Di Gianni, le recenti dimissioni del consiglier­e Antonella Pellettier­i e la presenza attuale del suo collega Salvatore Verde, la Fondazione sia senza un consiglio di amministra­zione che possa guidare l’Ente con visione e programmi definiti, restituend­o al territorio un indirizzo strategico preciso in materia. «Anche la nostra regione - precisa ancora Antonello Faretta - deve puntare all’istituzion­e di una Legge Cinema regionale e di un Osservator­io regionale sul cinema e gli audiovisiv­i».

Antonello Faretta

Il governo regionale perde tempo Il cinema può portare sviluppo in Basilicata

L’intervento

Gli artigiani ritengono che l‘incertezza delle istituzion­i scoraggia e danneggia le imprese

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