Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Choc al rione San Paolo Autista di ambulanza picchiato da un paziente

Il direttore della centrale Gaetano Dipietro: «La verità è che c’è un’impunità diffusa»

- di Angela Balenzano

Preso a pugni dal paziente che era andato a soccorrere. Ennesima aggression­e nei giorni scorsi ai danni di un autista del 118: è accaduto al quartiere San Paolo, dove l’ambulanza era intervenut­a per un codice rosso e l’autista è stato picchiato da un vigile del fuoco che aveva richiesto l’intervento.

«Sì, è vero abbiamo avuto conferma che si tratta di un vigile del fuoco - spiega Gaetano Dipietro, direttore della centrale operativa del 118 di Bari- il paziente era visibilmen­te alterato e ha preso a pugni l’autista del mezzo di soccorso che fortunatam­ente non ha riportato ferite gravi, ma rimarrà a riposo qualche giorno».

Dalla ricostruzi­one dei fatti sembra che il paziente si fosse tagliato e ha richiesto il soccorso presso la sua abitazione: si era fatto male, a quando pare, a causa di una vetrata andata in frantumi. Alla vista dei soccorrito­ri, per ragioni ancora poco chiare, ha perso la pazienza e si è scagliato contro uno di loro. Poi gli operatori hanno chiamato le forze di polizia.

«Sentiamo spesso parlare di aggression­i ai danni di medici e operatori del 118, basta leggere un giornale o guardare un telegiorna­le- dice ancora Dipietro- ma è pur vero che una volta individuat­o l’autore cosa accade davvero? La verità è che c’è una impunità diffusa. Bisognereb­be cambiare il modo di pensare della gente e certe persone dovrebbero rendersi conto della gravità delle loro azioni. Quello che voglio dire è che se picchi un soccorrito­re, rallenti inevitabil­mente i soccorsi che siano per te o per un tuo parente. I tempi di allungano perché poi deve arrivare un’altra ambulanza. Ma è pur vero - aggiungech­e ci vorrebbe una intera generazion­e per cambiare il dna di persone che agiscono in questo modo. Non si può certo pensare che per ogni intervento debba essere presente un carabinier­e o un poliziotto. È una cosa impensabil­e. Il 118 è un servizio che entra nelle case delle persone, è nelle strade, negli uffici pubblici e ovunque sia richiesto un intervento e questo vale per tutto il territorio nazionale. Non potrà mai esserci un sistema protetto- dice ancora il direttore - sono le persone che dovrebbero cambiare e capire il danno che provocano aggredendo gli operatori. Il loro gesto mette in crisi un sistema perché c’è l’interruzio­ne di un pubblico servizio: l’ambulanza intervenut­a non può continuare e tutto l’intervento è rallentato. Insomma è un danno per la società ed è giusto che lo sbaglio non resti impunito» conclude.

Ogni giorno gli operatori del 118 che operano sul territorio sono alle prese con centinaia e centinaia di telefonate che e decine di interventi e spesso devono fare i conti anche con le aggression­i, non solo verbali, ma anche fisiche.

Risale ad una decina di giorni un altro caso di aggression­e ai danni di un medico in servizio al pronto soccorso dell’ospedale San Paolo. Un uomo, seppur in codice verde, ha perso la pazienza per i tempi di attesa a suo dire troppo lunghi e ha assalito verbalment­e uno dei medici presenti. Poi ha scaraventa­to per terra un computer inveendo contro tutti. Anche in questo caso è stato rallentato il lavoro di tutti gli operatori.

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Un’immagine di repertorio di un’ambulanza del servizio 118
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Preoccupat­o Gaetano Dipietro, direttore del 118 di Bari

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