Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Capocasale, un Nero di Troia elegante e fresco

- Pasquale Porcelli

«Vaso di coccio tra vasi di ferro»: potrebbe a prima vista sembrarlo, ma non è così, perche il Nero di Troia ha saputo conquistar­si uno spazio tra i due più conosciuti vitigni della Puglia, Primitivo e Negroamaro. Da sempre coltivato nella parte nord della provincia di Bari e in quasi tutta quella di Foggia, il Nero di Troia ha trovato storicamen­te nelle terre della Murgia barese la sua zona d’elezione. Contrariam­ente al terreno della Capitanata, che è calcareo-argilloso con presenza di limo e sabbia e ha altitudini che non superano i 100 metri, quello della Murgia barese è terreno carsico, a volte con rocce affioranti e con altitudini che superano abbondante­mente i 200 metri. Questa diversità nei terreni segna anche, come è facile intuire, una diversità nelle uve e quindi nei vini che da esse si ottengono. Non si tratta di stabilire una supremazia ma sempliceme­nte segnare una diversità che si può cogliere degustando i vini.

Vi segnalo il Capocasale di Francesco Mazzone, provenient­e dalle terre dell’agro di Ruvo di Puglia che circondano prevalente­mente la sua piccola azienda. Un vino dal carattere austero, come sono un po’ tutti i vini di Francesco, teso, diretto, fresco, con quel po’ di tannino importante e quella giusta acidità che gli assicurano un bel tratto di vita ancora da percorrere. Granato. All’olfatto emergono note di ciliegia e macchia mediterran­ea. Al palato è fresco, armonico con buona trama tannica, fitta ed elegante.

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