Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
I lavoratori aspettano da 14 anni di essere assorbiti dalla Regione: siamo disperati
Consorzio fallito, l’appello: «Aiutateci»
Un appello disperato per chiedere con forza, ma anche con umanità di farsi carico delle sorti e della vita di 12 lavorati che dal 2006 sono rimasti fuori da ogni tentativo di essere assorbiti dalla regione Basilicata. Dodici persone che non hanno più la forza di combattere ma che si aggrappano alle promesse della nuova giunta e del nuovo presidente, affinché si possa trovare anche per loro una strada e una via di rinascita.
«Ciò che chiediamo alla regione Basilicata è di farsi carico della nostra situazione, di equipararci ai nostri ex colleghi oggi occupati a tempo indeterminato in diversi enti pubblici (alcuni addirittura già in pensione), di restituirci la dignità che è stata calpestata, costringendoci a 14 anni di richieste, preghiere e invocazioni». È la richiesta accorata proveniente dalla rappresentante degli ex dipendenti del consorzio agrario regionale della Lucania e Taranto, Aurelia Scialpi, sulla situazione nata dopo il fallimento avvenuto nel 2006. La storia dell’ente è stata illustrata da Scialpi nel corso della seduta della IV commissione consiliare della Regione (Politiche sociali) svoltasi oggi. Ha raccontato l’ex lavoratrice: «Siamo quel che resta a livello umano del Consorzio, che nasce nel febbraio del’69 dalla fusione dei Consorzi agrari di Potenza e di Matera. La realtà era presente con numerosi punti vendita, con un sementificio e un mangimificio, svolgeva attività di ammasso di cereali e altre derrate alimentari. Diventato un valido punto di riferimento nel settore per l’Italia centro meridionale, a luglio del 2005 gli organi amministrativi presentarono al tribunale di Potenza un’istanza per la procedura di amministrazione controllata. Il fallimento è stato decretato dal tribunale il 25 maggio 2006, mettendo la parola fine a quasi 80 anni di storia del Consorzio».
Il 13 novembre 2007 comincia la mobilità per 70 lavoratori. Seguono diversi tentativi di soggetti diversi (Regione, Confindustria Basilicata, parlamentari lucani) per trovare una soluzione, che viene trovata quasi per tutti, entrati nella pubblica amministrazione. Restano fuori dodici persone, che oggi sono cinque (fra cui la stessa Scialpi) e non hanno un’occupazione stabile. «Si sono succeduti numerosi incontri, sono state presentate diverse interrogazioni, scritte tante lettere, assicurate innumerevoli promesse - ricorda Scialpi - ma senza esito. Oggi chiediamo di essere aiutati».
La crisi In 60 sono stati assunti in altri enti pubblici Sorte sospesa per altri dodici