Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Palombella: «La vicenda dell’ex Ilva? Specchio della crisi industriale italiana»
Il segretario generale dei metalmeccanici Uil: situazione complicata
Il tavolo sulla vertenza del sito di Napoli della Whirlpool che riprende oggi al Mise, la complicata vicenda dell’ex Ilva di Taranto, i dati preoccupanti sull’occupazione e sulla cassa integrazione che arrivano dalle regioni del Sud. Sono alcuni dei temi che preoccupano non poco il sindacato, che punta il dito soprattutto sulla «passività» del Governo attuale ma anche di quelli che l’anno preceduto. E Rocco Palombella, leader nazionale della Uilm parte proprio dalla vicenda dello stabilimento napoletano della multinazionale americana dell’elettrodomestico inviando un messaggio chiaro all’Esecutivo Conte: «Ci aspettiamo che il ministro Patuanelli porti soluzioni concrete e credibili che garantiscano gli attuali livelli occupazionali e la produzione di elettrodomestici di alta gamma nello stabilimento di Napoli. Dopo oltre un mese trascorso dall’ultimo incontro, ci attendiamo che il Governo abbia trovato soluzioni durature e reali per il futuro occupazionale dei 420 lavoratori napoletani».
Sono trascorsi diversi mesi dall’ultimo incontro tra le parti su Whirlpool. Pensa che questo tempo sia servito a far cambiare idea all’azienda sul disimpegno da Napoli?
«In questi mesi la multinazionale ha continuato a tenere un comportamento passivo continuando a prospettare come unica soluzione quella del progetto industriale della start up svizzera Prs che abbiamo definito più volte, fin dall’inizio, non credibile e incapace di garantire futuro occupazionale e produttivo».
Dunque cosa vi aspettate dall’incontro di oggi?
«Ci aspettiamo dall’azienda un segnale distensivo che vada nella direzione della continuità produttiva oltre il termine del 31 marzo prossimo. Quindi ci aspettiamo soluzioni che garantiscano lavoro e non ammortizzatori sociali ai 420 lavoratori del sito di Whirlpool di Napoli».
E se ciò non dovesse accadere e si prendesse ulteriore tempo prima di una decisione risolutiva?
«Se non dovesse essere trovata una soluzione nel tavolo odierno credibile e valutabile, cosa che riteniamo sarebbe inaccettabile, penso sarebbe molto complicato chiudere l’incontro con un ennesimo nulla di fatto. La delusione dei lavoratori accorsi anche questa volta a Roma sarebbe cocente e dobbiamo evitare che tornino a Napoli con questo sconforto e delusione. Non lo possiamo permettere».
Altra vertenza sempre più complicata e che vede a rischio migliaia di lavoratori è quella dell’ex Ilva di Taranto.
«La situazione è paradossale, la fotografia in grande dell’attuale situazione dell’Italia sulle vertenze industriali. Continuano, Governo, Commissari e azienda a dire che si deve scongiurare il pronunciamento della Procura di Milano. Ma in realtà penso che tutti stiano lavorando affinché una decisione venga presa proprio dalla magistratura. Delegano ai magistrati una loro responsabilità. Sia la politica che ArcelorMittal non hanno il coraggio di sedersi e prendere una decisione».
Sono preoccupanti i recenti dati sulla cassa integrazione nelle regioni del Sud e l’occupazione che cala.
«La cig e le leggi sul mercato del lavoro hanno ulteriormente peggiorato le condizioni dei lavoratori. Il Sud paga un prezzo ancora una volta pesante, anche infrastrutturale rispetto al Nord. Si scontano una serie di ritardi per la mancanza di investimenti legati agli ammodernamenti. La cig è un sintomo di un malessere di mancati interventi dei vari Governi nei territori del Sud».
J’accuse «Sia la politica che Arcelor non prendono decisioni»