Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Capitale italiana 2021 Barletta si ritira dalla corsa
Dopo le polemiche dei giorni scorsi, le candidature pugliesi scendono a sei
«Una scelta strategica». Per il sindaco di Barletta Cosimo Cannito ritirare la città dalla corsa per l’aggiudicazione del titolo di Capitale Italiana della Cultura 2021 significa guardare lontano e non sprecare l’opportunità che Barletta possa davvero essere al centro della cultura nazionale per un anno, con il sostegno di tutti i comuni della sesta provincia pugliese. Una scelta di opportunità, dunque, che spegne le polemiche con la vicina città di Trani e che spinge il territorio della Bat a potersi giocare l’ambito riconoscimento, pur dovendo superare la concorrenza delle altre città pugliesi candidate come Molfetta, San Severo, l’unione dei comuni della Grecìa Salentina e delle più blasonate Taranto e Bari.
Barletta non sarà tra le concorrenti per il titolo di Capitale italiana della Cultura. L’annuncio ha sorpreso tutti, anche coloro che, in fondo, auspicavano tale decisione. Prima ancora di comunicare la decisione al consiglio comunale, Cannito ha voluto informare i giornalisti presenti alla conferenza stampa di presentazione di un evento cittadino, spiegando i motivi che hanno determinato tale valutazione. «Si tratta di una scelta strategica. Se dovesse vincere Taranto, data tra le più accreditate, sarebbe impensabile una vittoria di Barletta o di qualsiasi altra città del sud Italia nell’anno successivo», ha riferito il sindaco della città di Eraclio. L’appuntamento con la candidatura è però soltanto rimandato. «Questa scelta non è un venir meno agli impegni assunti nei confronti della città, ma una possibilità che ci stiamo dando per poter fare meglio negli anni futuri. Quest’anno non eravamo completamente pronti a presentare il progetto», ha ribadito Cannito.
Con l’uscita della città di Barletta dalla competizione si rafforza l’idea auspicata dal sindaco di Trani Amedeo Bottaro di proporre una candidatura di territorio, sotto l’egida tranese. Idea che aveva raccolto anche l’endorsement del presidente della provincia Bat Bernardo Lodispoto e che, al contempo, era divenuta oggetto di un acceso botta e risposta a mezzo stampa tra il primo cittadino barlettano e il suo omologo tranese.
Bottaro, che durante una intervista televisiva aveva definito «ridicola» la candidatura di due città distanti tra loro pochissimi chilometri, ha accolto con grande soddisfazione il passo indietro di Barletta. «Grazie Mino Cannito. E adesso procediamo uniti verso questo grande obiettivo», ha scritto sui social network appena trapelata la voce della rinuncia alla candidatura.
D’altra parte lo stesso sindaco Cannito ha apertamente dichiarato di voler partecipare in maniera attiva al progetto di territorio. «Non vogliamo essere divisivi, vogliamo unire il territorio», ha ribadito il primo cittadino barlettano. «Il conflitto è servito anche a creare unità e condivisione su una scelta di territorio. Da parte nostra abbiamo avuto la rassicurazione che la provincia Bat sosterrà la candidatura della città della Disfida a Capitale italiana della Cultura alla prossima tornata», ha precisato.
Ora gli sforzi e l’attenzione dell’amministrazione comunale barlettana saranno tutti rivolti ad un altro importante obiettivo: quello di partecipare al bando indetto dall’Unesco per riconoscere il sito di Canne della Battaglia patrimonio dell’umanità. Dai banchi dell’opposizione, l’ex sfidante di Cannito alla carica di sindaco Carmine Doronzo sprona l’amministrazione: «Se c’è una vera e sincera volontà di valorizzare culturalmente Barletta, si cominci da subito con azioni concrete. Se ciò sarà fatto a prescindere dalla candidatura, per amore della città, non tarderanno ad arrivare i riconoscimenti, i sostegni e anche i risultati».