Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Petruzzelli esaurito per il concerto-evento di Argerich e Maisky
Due leggende della musica oggi al Petruzzelli per un concerto sold out da giorni
Da Martha Argerich e Mischa Maisky prorompe una bellezza gitana, non solo fisica. Lei, leggenda vivente del pianoforte con una fama da rockstar, lui considerato l’erede di Rostropovich, il più grande violoncellista di tutti i tempi del quale è stato allievo. Eccoli i due giganti della musica, attesi stasera (ore 20.30) nel teatro Petruzzelli con musiche di Brahms (Sonata n. 2 op. 99), Schumann (Fantasiestücke op. 73) e Shostakovich (Sonata op. 40) per un appuntamento sold out che è lecito definire un evento.
Ed eccola, Martha, che gli appassionati s’aspettavano di ascoltare, sempre per la Fondazione Petruzzelli, lo scorso dicembre con la Franz Liszt Chamber. C’è voluto un pianista del calibro di Ivo Pogorelich, altro talento irrequieto, per poterla degnamente sostituire all’ultimo momento. D’altro canto, Martha pare detenga il record di cancellazioni. Solo l’alone mitico che la circonda ha fatto digerire agli organizzatori annullamenti anche dell’ultimo minuto. Risvolti di un personaggio assolutamente complesso che ha stupito il mondo con le sue interpretazioni pianistiche, ma anche con i suoi ritiri e le sue decisioni repentine, come quella di non suonare più da sola. «La solitudine del pianista è terribile», andava ripetendo continuamente. Per questo negli anni Ottanta decise che si sarebbe esibita sempre con orchestre e formazioni da camera, con i suoi allievi e amici che hanno il nome di Gidon Kremer e, per l’appunto, Mischa Maisky, con cui ha inciso diversi dischi per la Deutsche Grammophon, tra cui uno contenente i Fantasiestücke di Schumann di questo programma.
Allieva a Vienna di Friedrich Gulda (che avrebbe voluto fare di lei una jazzista!) e di Arturo Benedetti Michelangeli, Martha Argerich da Buenos Aires rappresenta un caso unico nel panorama del concertismo internazionale: vincitrice a sedici anni del concorso di Ginevra e del Busoni di Bolzano e a ventiquattro dello Chopin di Varsavia, dove trionfò al rientro dopo un’improvvisa e lunga fuga dalle scene. Da allora, successi a non finire. Sul filo di un equilibrio destinato continuamente a rompersi. Come i suoi matrimoni (che sono diventati tre).
Martha si sente cittadina del mondo, come Mischa, per il quale è casa dove c’è musica. Anche se risiede in Belgio, con i suoi figli nati tutti in paesi differenti. E ne ha girati tanti, Mischa Maisky, violoncellista di Riga formatosi a Mosca, capace di unire poesia e temperamento. Il collante? Una tecnica straordinaria e una personalità artistica difficile da trovare in giro. A meno che non si parli di Martha.