Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
UN CAMMINO TUTTO IN SALITA
La tornata regionale di fine gennaio rafforza il nesso fra sviluppo e democrazia non solo in Emilia, ma pone nuovi interrogativi per il Sud. Da un lato, infatti, in Emilia sul populismo si è imposta una soggettività sociale attiva, che vuole giudicare e scegliere, partendo dalla sollecitazione al Pd, e finendo col difendere, per esempio, il locale sistema sanitario, fra i migliori. Al Sud il ragionamento è diverso. Anche qui il populismo senza progetto tramonta, e rimette in movimento i partiti. In che senso? Nel senso di riproporre la gravità della questione meridionale, ma in un Mezzogiorno che non è più quello di ieri. Che cosa cambia nel Sud, pur restandovi una traccia di quella “grande disgregazione” di cui parlava Gramsci? Cambia la domanda, che oggi è di reddito qualificato – altro dal semplice lavoro – e cioè di un sistema produttivo costruito su impiego – anche in azienda – e adeguata formazione: insomma, un binomio di crescita e sicurezza.
Il populismo non ha mai capito questo binomio, e un qualsiasi reddito di cittadinanza ormai non è altro che un’elemosina. Spunta dunque un nuovo patrimonio da costruire al Sud, nel quale dopo la stagione dei vari Masaniello, torna il peso dei partiti, fino all’assurdo calabrese del nuovo presidente, fedele candidata di Berlusconi, e del suffragio al Pd, primo partito su scala regionale. Tale curiosa contraddizione è a sua volta frutto di un debito verso il Mezzogiorno, tutto da assolvere e fatto di una miscela feconda di istituzioni e misure di sviluppo. Se Forza Italia saprà esprimere un governo a questa altezza, si vedrà; quello che invece si vede già, è che in Puglia, chiamata al voto assieme alla Campania, i teatrini del trasformismo non servono più. Le tecniche di governo di Michele Emiliano non incontreranno mai né la domanda di reddito qualificato, che qui esiste, né la richiesta di un sistema istituzionale come garante di coerenza democratica e di economia dello sviluppo. Al momento, la democrazia di Emiliano, messa allo specchio di quanto è accaduto intorno a Bologna, diventa l’apertura ai privati in Aqp, voluta da Simeone Di Cagno Abbrescia, presidente di destra imposto dallo stesso Emiliano, e respinta da tutta l’opinione regionale più sensibile, ieri e ancora oggi. Ma allora la nostra società civile non ha nessun peso? La politica è dunque tutta in simili teatrini dell’improvvisazione? E se questo è lo stato dell’arte in Puglia, con quali mezzi il centrosinistra locale pensa di battere l’agguerrita concorrenza?