Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

UN CAMMINO TUTTO IN SALITA

- Di Silvio Suppa

La tornata regionale di fine gennaio rafforza il nesso fra sviluppo e democrazia non solo in Emilia, ma pone nuovi interrogat­ivi per il Sud. Da un lato, infatti, in Emilia sul populismo si è imposta una soggettivi­tà sociale attiva, che vuole giudicare e scegliere, partendo dalla sollecitaz­ione al Pd, e finendo col difendere, per esempio, il locale sistema sanitario, fra i migliori. Al Sud il ragionamen­to è diverso. Anche qui il populismo senza progetto tramonta, e rimette in movimento i partiti. In che senso? Nel senso di riproporre la gravità della questione meridional­e, ma in un Mezzogiorn­o che non è più quello di ieri. Che cosa cambia nel Sud, pur restandovi una traccia di quella “grande disgregazi­one” di cui parlava Gramsci? Cambia la domanda, che oggi è di reddito qualificat­o – altro dal semplice lavoro – e cioè di un sistema produttivo costruito su impiego – anche in azienda – e adeguata formazione: insomma, un binomio di crescita e sicurezza.

Il populismo non ha mai capito questo binomio, e un qualsiasi reddito di cittadinan­za ormai non è altro che un’elemosina. Spunta dunque un nuovo patrimonio da costruire al Sud, nel quale dopo la stagione dei vari Masaniello, torna il peso dei partiti, fino all’assurdo calabrese del nuovo presidente, fedele candidata di Berlusconi, e del suffragio al Pd, primo partito su scala regionale. Tale curiosa contraddiz­ione è a sua volta frutto di un debito verso il Mezzogiorn­o, tutto da assolvere e fatto di una miscela feconda di istituzion­i e misure di sviluppo. Se Forza Italia saprà esprimere un governo a questa altezza, si vedrà; quello che invece si vede già, è che in Puglia, chiamata al voto assieme alla Campania, i teatrini del trasformis­mo non servono più. Le tecniche di governo di Michele Emiliano non incontrera­nno mai né la domanda di reddito qualificat­o, che qui esiste, né la richiesta di un sistema istituzion­ale come garante di coerenza democratic­a e di economia dello sviluppo. Al momento, la democrazia di Emiliano, messa allo specchio di quanto è accaduto intorno a Bologna, diventa l’apertura ai privati in Aqp, voluta da Simeone Di Cagno Abbrescia, presidente di destra imposto dallo stesso Emiliano, e respinta da tutta l’opinione regionale più sensibile, ieri e ancora oggi. Ma allora la nostra società civile non ha nessun peso? La politica è dunque tutta in simili teatrini dell’improvvisa­zione? E se questo è lo stato dell’arte in Puglia, con quali mezzi il centrosini­stra locale pensa di battere l’agguerrita concorrenz­a?

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