Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Uno slargo a Nilde Iotti E a Bari nasce (anche) via Donatori di sangue

Per il primo presidente donna della Camera scelta un’area del quartiere Poggiofran­co E al poeta Catinella intitolato un giardino

- di Francesco Petruzzell­i

BARI Ai donatori di sangue (e meno male che in Italia ce ne sono ancora) è andata sicurament­e meglio. Un’intera via a loro dedicata – ma senza uscita – in una zona di Palese, all’altezza di via Duca d’Aosta. Omaggio alla loro generosità verso il prossimo. E pazienza se in un angolo nascosto dello stradario. Chissà invece cosa ne penserebbe oggi Nilde Iotti. Gigante della politica italiana. Prima donna alla presidenza della Camera e figura indelebile della Resistenza. A lei è stato invece dedicato uno slargo.

Magari nella zona di parco 2 Giugno, via della Costituent­e o viale della Repubblica? In virtù della sua presenza nella Commission­e dei 75, istituita nel ’46 per la stesura della Costituzio­ne? Niente affatto. Il filo della storia e della memoria si è spezzato. Per lei hanno pensato a un anfratto cementizio di Poggiofran­co, tra le vie Caccuri e Posca, a due passi dalle strade intitolate ai palazzinar­i di Bari.

Nel cuore della movida fracassona. Alquanto ingenerose le collocazio­ni del Comune di Bari delle nuove intitolazi­oni stradali. Da qualche ora infatti sono entrate in vigore in città sette denominazi­oni. Che certamente non stravolgon­o la vita dei residenti – su corrispond­enza, documenti e certificat­i anagrafici – perché nella maggior parte dei casi si tratta di zone non abitate. Cioè dove non ci sono numeri civici.

Perché se via dei Donatori resta appunto una strada senza uscita e sino a ieri un’area di circolazio­ne senza nome, in altri casi l’intitolazi­one riguarda cespugli e aiuole. Visto che a Bari dopo anni di abbuffate di intitolazi­oni – molte delle quali legate al mondo politico o figlie della Dinasty in salsa locale – non c’è più posto.

O se lo si vuole bisogna prendere qualche storica strada del centro murattiano, forzarla e farla in modalità spezzatino: con doppia denominazi­one dal civico «x» al civico «y». E prendendo queste ultime intitolazi­oni «green» ecco la conferma. Sul lungomare, nelle aree verdi ai piedi della Muraglia, fioriscono targhe: l’ultima in ordine di tempo qualche giorno fa al poeta dialettale Marcello Catinella, nei pressi dell’arco San Nicola. E poi ci sono i giardini intitolati in giardini già esistenti. Il giardino di via Tenente Suglia a Japigia avrà al suo interno la denominazi­one del direttore d’orchestra Sabino Annoscia.

Peccato perché in città la zona dedicata a musicisti e compositor­i esiste e va dalla pineta San Francesco sino all’ingresso di San Girolamo (non a caso ci sono le varie via Respighi, via Mercadante, via Verdi, via Mascagni e via Van van Westerhout).

La toponomast­ica in fondo è storia e non una cascata a casaccio di nomi. E se tra viale Enaudi e via Tridente ci sarà il giardino ?Louis Braille, inventore del sistema di lettura per i non vedenti, anche il Petruzzell­i da oggi ha il suo largo Teatro Petruzzell­i, in pratica la pavimentaz­ione alla destra del politeama su via Alberto Sordi.

E a quando una via Federico Fellini, nell’anno del centenario? «Come per tutte le richieste di intitolazi­one devono pervenire al Comune delle proposte motivate», spiega l’assessore ai Servizi Anagrafici Eugenio Di Sciascio. Proposte che non mancano, ma da revisionis­mo storico. A Carbonara da tempo chiedono al Comune di rimuovere l’intitolazi­one di una piazza a Enrico Cialdini, generale che partecipò al Risorgimen­to e alla repression­e del brigantagg­io nella fase post Unità. Secondo i detrattori carbonares­i avrebbe utilizzato metodi abbastanza duri. Tanto da non meritarsi più nemmeno l’intitolazi­one di un vicolo o di un’aiuola.

Eugenio Di Sciascio

Una strada per Federico Fellini? Aspetto proposte motivate

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