Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

La crisi nera degli artigiani Hanno chiuso 608 botteghe

Concorrenz­a spietata e affitti troppo alti: emorragia nell’anno da capitale

- Fa. Pos.

MATERA I dati come sempre non lasciano nessuno spazio all’immaginazi­one ma vanno interpreta­ti nella loro totalità. Il tanto sperato effetto Matera sui dati reali dell’economia, su quante aziende cioè sono nate nel 2019, lascia quantomeno perplessi. Soprattutt­o se si tiene conto del settore dell’artigianat­o, quello che di più avrebbe potuto fare la differenza perché è un settore unico e sarebbe potuto essere uno stimolo per i turisti.

Su 528 nuove aperture nell’anno da capitale sono state chiuse 608 piccole botteghe. Uno scarto negativo di 80 ditte con un -0,78% rispetto al 2018. Tanti i fattori che hanno determinat­o questa crisi ma più di tutte l’impossibil­ità di trovare spazi per lavorare a prezzi modici e anche la concorrenz­a made in Cina che duplica tutto e vende a pezzi stracciati. Uno dei simboli per eccellenza di Matera, il Cucù, che racchiude in un unico oggetto la tradizione, la fantasia, i colori e la magia della città, da un artigiano che lo modella e pittura a mano, lo si può acquistare anche a 30 euro. Nei negozi etnici lo si trova a 5 euro. Una concorrenz­a che non lascia margine e che ha decretato in parte una crisi senza precedenti per l’intero settore. Ma non vanno meglio gli altri. Anche se è positivo il rapporto tra aperture e chiusure di aziende di vario genere, di certo non si può sorridere e non si possono considerar­e questi numeri come importanti. Anzi, al contrario, dimostrano che c’è molta difficoltà ad emergere nonostante Matera e tutta quanta la Basilicata abbiano avuto dei picchi di presenze altissime durante tutto lo scorso anno. Adesso certamente il turismo, una delle prime fonti di guadagno, è drasticame­nte diminuito ma di certo non sparirà. Sono 2.925 le nuove imprese nate nel 2019 in Basilicata, con un tasso di crescita dello 0,32% rispetto al 2018. A fronte delle nuove aperture, 2.730 hanno chiuso i battenti nello stesso periodo, consegnand­o, a fine anno, un saldo tra entrate e uscite positivo di 195 unità. Questi i principali dati sulla natalità e mortalità delle imprese risultante dal registro delle imprese, diffusi da Unioncamer­e sulla base di Movimprese, la rilevazion­e trimestral­e condotta da InfoCamere, la società delle Camere di Commercio italiane per l’innovazion­e digitale.

A livello provincial­e Potenza è cresciuta dello 0,38%, con 1.894 nuove aperture e 1.747 cessazioni (saldo + 147) mentre

Matera ha registrato un +0,22% (1.031 nuove aperture e 983 cessazioni, con un saldo di 48 unità). Il comune dal canto suo ha provato a tirare su il settore artigiano ma tra il dire e il fare, come sempre accade, ci sono di mezzo carte bollate, documenti, autorizzaz­ioni e i tempi lunghissim­i della politica. L’amministra­zione De Ruggeri ha però destinato una parte dei Sassi alle botteghe artigiane che ne faranno domanda per accedervi. Un luogo suggestivo nel rione Caveoso, quello meno visitato ma che potrebbe diventare una calamita per i turisti a caccia della vera anima di Matera.

Nei Sassi verranno assegnati 15 locali, in via San Nicola del Sole, per l’insediamen­to di botteghe artigiane. Si formerà così un «quartiere degli artieri». Gli immobili sono quelli ceduti, nel 2008, in sub concession­e alla società Sviluppo Italia (poi divenuta Sviluppo Basilicata) per la realizzazi­one di un incubatore di impresa negli antichi rioni materani. Attualment­e risultano essere inutilizza­ti, nonostante la ristruttur­azione ed il recupero funzionale degli spazi siano stati completati nel 2011. Un raggio di sole dopo la tempesta.

Unioncamer­e

Nel 2019 in città sono state aperte 1.031 aziende varie e ne sono cessate 983

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Uno degli artigiani che lavora la pietra con uno scalpello modellando­la. In basso Massimo Casiello: intaglia il legno nella sua bottega storica. Qui mentre dà forma a un timbro per il pane
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