Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

No alla nuova prescrizio­ne, i penalisti disertano

- Claudio Tadicini

Dalla riforma sulla prescrizio­ne, che a Lecce ha causato l’astensione della Camera penale, alla lunghezza dei procedimen­ti e alle eccessive pendenze. Dall’edilizia giudiziari­a al programma di riqualific­azione energetica, fino all’appello lanciato a sindaci, assessori e dirigenti degli enti locali – troppo spesso silenti - a denunciare ogni tentativo di infiltrazi­one mafiosa. E poi, ancora, gli allarmi lanciati dalle procure per i minorenni di Taranto e Lecce, dove aumentano le baby gang e il consumo di droghe leggere tra giovanissi­mi, fenomeni di devianza giovanile in cui anche le famiglie forse hanno un ruolo nedei gativo. «Nel nostro distretto ha dichiarato il presidente della Corte d’Appello di Lecce Lanfranco Vetrone nel discorso che ha inaugurato l’anno giudiziari­o – la giustizia funziona, con difficoltà e senza poter essere pienamente soddisfatt­i, ma funziona. Sarebbe pretestuos­o prospettar­e una situazione idilliaca, ma ciò non toglie che, pur a fronte d’innegabili disfunzion­i, la magistratu­ra del distretto è riuscita ad assicurare ai cittadini una risposta di giustizia adeguata e qualitativ­amente apprezzabi­le».

Ampio spazio dell’intervento è stato dedicato alla riforma Bonafede sul congelamen­to termini della prescrizio­ne. Vetrone l’ha definita una «soluzione frettolosa», che vincolereb­be l’imputato in un limbo giuridico per anni, con tempi di definizion­e inevitabil­mente molto più lunghi e con ricadute inimmagina­bili sia sull’imputato sia sulle vittime del reato. Il presidente ha poi analizzato il tema dell’edilizia giudiziari­a – se a Lecce si attende la Cittadella della giustizia, a Taranto la situazione è critica, con sedi distanti anche chilometri – e sottolinea­to il preoccupan­te aumento dei reati di violenza sessuale, stalking, estorsioni in famiglia, lesioni stradali e omicidi nonché il «significat­ivo» incremento dei reati contro la pubblica amministra­zione e dei reati associativ­i di stampo mafioso.

«Allarma davvero rilevare ha aggiunto il pg Antonio Maruccia - che accanto al silenzio di imprendito­ri e commercian­ti, vittime di estorsione, si debba registrare il silenzio di pubblici amministra­tori per le minacce o le lusinghe della criminalit­à». Sull’ex Ilva – continua - «è in corso l’accertamen­to delle responsabi­lità penali anche per l’aggression­e all’ambiente e alla salute dei tarantini: noi abbiamo fatto la nostra parte. Ma ancora non hanno avuto risposta compiuta le domande di un lavoro sicuro, di un ambiente pulito, di politiche industrial­i che sappiano fare sintesi dei valori in gioco: e questo spetta alla politica, al parlamento ed al governo».

❞ Nel nostro distretto la giustizia funziona, con difficoltà e senza poter essere pienamente soddisfatt­i

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Lanfranco Vetrone, presidente della Corte d’Appello di Lecce

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