Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Solenghi (con Lopez) torna stasera a teatro «E divoro burrate»
Il tour pugliese dei due comici comincia oggi da Taranto, «una città che merita di più»
Insieme sul palco, come due vecchi amici. Come ai tempi del Trio, anche se Anna Marchesini non c’è più. Di nuovo complici nel «Massimo Lopez e Tullio Solenghi Show» , due ore di spettacolo a base di imitazioni, sketch e performance musicali, in arrivo stasera (ore 21) al Teatro Orfeo di Taranto per iniziativa di Aurora Eventi, che promuove anche l’appuntamento di domani al Teatro Impero di Brindisi (il 7 tappa a San Severo per il Teatro pubblico pugliese).
Solenghi, parliamo di uno spettacolo antologico?
«L’idea era di tornare a divertirci di nuovo insieme, tenendo conto però di quello che siamo diventati e dell’attualità. Non ripeschiamo nulla del vecchio repertorio. Di vecchio c’è solo il modo di stare in scena come ai tempi del Trio».
Massimo Lopez era imbattibile nell’imitazione di Wojtyla. Oggi di Papi ne abbiamo due.
«E, infatti, io faccio Ratzinger, Massimo è Bergoglio. Un bel siparietto di vita domestica».
Altri duetti?
«Costanzo con un Mughini focoso. Ma ci sono anche momenti in cui ognuno dei due sfodera i propri cavalli di battaglia Tutto intrecciato con la musica della Jazz Company diretta da Gabriele Comeglio. Sembra che ci sia solo la voglia di saltare di palo in frasca. Invece non è così».
Anna non c’è più, ma è come se fosse lì con voi?
«Anna è nelle nostre vite. Nello spettacolo c’è un bellissimo ricordo. L’anima, lo spirito del Trio è ancora vivo».
Siamo nella settimana del Festival. La sua imitazione a Sanremo di San Remo è rimasta memorabile.
«Fu davvero divertente, soprattutto l’accusa di blasfemia per un santo inventato. Ci fu un po’ di polemica per il mio sermone, poi tutto rientrò».
Mentre la battuta sull’Ayatollah Khomeini, a Fantastico, aveva avuto conseguenze più serie.
«Beh, sì. In quel caso scoppiò addirittura un caso diplomatico».
Certe “licenze” nella tv di oggi passerebbero inosservate?
«Sarebbero considerate dei peccati veniali. Anche perché la situazione politica si è complicata parecchio».
Lei, Grillo, Crozza: tutti genovesi. C’è una spiegazione?
«Credo si tratti più di una coincidenza, come nel caso dei cantautori genovesi. Parlerei più di affollamento di talenti provenienti dalla stessa
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Specialità
Vado avanti a scorpacciate di burrate e orecchiette. Se potessi le mangerei a vita
zona».
Quando ha indossato i panni del cardinale Rosselli in “Che bella giornata” ha potuto toccare con mano il talento di Checco Zalone.
«Checco è fenomenale. Ne ho una grande stima. Mi dispiace solo di non aver potuto ancora vedere “Tolo tolo”, a causa degli impegni di questo tour. Ma lo farò presto».
Taranto le ricorda un po’ la sua Genova? Il mare, la vecchia Italsider...
«Anche la parte della città vecchia la trovo molto simile ai Caruggi. Genova non ha le nobili origini greche di Taranto, ma ci difendiamo bene».
Che idea si è fatto del “caso Taranto”?
«La quadratura del cerchio sarebbe non perdere i posti di lavoro salvaguardando la salute. So cosa abbia voluto dire per Genova la crisi dell’ex Italsider in termini di occupazione, per cui non vorrei capitasse la stessa cosa a Taranto. Al contempo non è tollerabile che un’industria inquini una città meravigliosa e i suoi abitanti».
Chiudiamo nel segno del cibo. Questa trasferta pugliese è diventato un tour gastronomico, immagino.
«Vado avanti a scorpacciate di burrata e orecchiette con le cime di rape. Se potessi, le mangerei a vita».