Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Addio al turismo dalla Cina
Effetto coronavirus L’accordo puntava a un milione di arrivi. Fermo il volo diretto per Pechino Salta la firma, prevista a marzo, tra Confindustria e tour operator asiatici
Nel 2020 in Puglia erano attesi un milione di turisti cinesi. A marzo i tour operator orientali avrebbero dovuto visitare le città pugliesi per poi organizzare i pacchetti. Ma il coronavirus ha fatto sfumare l’affare perché gli agenti di viaggio orientali hanno cancellato i loro impegni. A raccontarlo è Salvatore Toma di Confindustria che a novembre scorso aveva stipulato in Cina accordi per scambi commerciali su food e fashion. Nel frattempo è fermo anche il volo diretto Bari-Pechino. «È tutto pronto, attendiamo il via libera dell’Enac», ha detto Antonio Vasile di Adp.
Confindustria aspettava a marzo le delegazioni dei tour operator asiatici Fermo il Bari-Pechino
La Puglia sta lavorando da mesi per fare breccia sul mercato cinese. Accordi, gemellaggi e un volo diretto tra Bari e l’aeroporto Beijing di Pechino la cui attivazione era prevista in primavera. «Nel 2020 secondo le nostre previsioni in Puglia potevano arrivare un milione di turisti cinesi», dice Salvatore Toma, vicepresidente Confindustria Taranto con delega all’internazionalizzazione e responsabile del tavolo tessile abbigliamento di Confindustria Puglia.
Che aggiunge: «Ma l’epidemia del coronavirus ha bloccato tutti i nostri piani». Antonio Vasile, vicepresidente di Aeroporti di Puglia, spiega: «Il volo diretto era pronto, aspettavamo solo il via libera per le negoziazioni con la Cina». Francesco Caizzi, presidente di Federalberghi Puglia e Bari, chiosa: «Quello cinese non è un nostro mercato di riferimento ma nel 2020 si poteva cominciare a pensare come portare in Puglia i turisti asiatici».
La Puglia, dunque, rischia di perdere una grande occasione per puntare al mercato turistico cinese con lo stop dei voli da e per la Cina, disposto per sei mesi dal governo guidato dal premier Conte, dopo la scoperta a Roma di due casi conclamati di coronavirus che hanno colpito due turisti provenienti da Wuham, dove si è diffusa l’epidemia. Salvatore Toma di Confindustria racconta: «Nel mese di novembre abbiamo sottoscritto in Cina accordi per progetti di scambi commerciali su food e fashion. Erano tutte iniziative finalizzate a portare in Puglia i turisti. Ne prevedevamo, come le ho già detto, almeno un milione in tutto il 2020. A marzo dovevano arrivare in Italia i tour operator cinesi per visitare le nostre città. Poi, una volta rientrati in Cina, gli operatori del settore avrebbero iniziato a organizzare i pacchetti turistici. E in questo contesto il volo diretto da Bari avrebbe avuto un ruolo strategico». Poi aggiunge: «Sì, perché il collegamento diretto con la Cina è strategico per la Puglia perché fino ad oggi quei cinesi che hanno scelto di venire in Puglia sono passati dalle altre città italiane. Ma ora tutto è bloccato e le ripercussioni sono pesanti anche se in Cina ci hanno fatto sapere che sperano di risolvere il caso dell’epidemia entro un mese». Toma svela anche che - a causa dell’epidemia - le aziende pugliesi nel settore tessile e abbigliamento al momento non hanno potuto consegnare le commesse agli operatori del settore in Cina. «Il trasporto è stato sospeso ma non abbiamo avuto disdette.
Per fortuna quello cinese è solo il 5 per cento dell’export mentre il nostro giro di affari più consistente riguarda la Russia», conclude l’imprenditore di Confindustria.
Antonio Vasile, vicepresidente di Aeroporti di Puglia, è chiaro: «Noi abbiamo ottenuto dal punto di vista normativo un risultato storico perché all’aeroporto di Bari è stata concessa la possibilità di realizzare un collegamento diretto con la Cina. E sappiamo tutti quanto un volo così importante possa incidere sullo sviluppo del turismo». Poi aggiunge: «Eravamo pronti ma dobbiamo aspettare l’evolversi della situazione. Attendiamo la revoca dello stop ai voli in Cina e la decisione dell’Enac». L’istituzione del volo Bari-Pechino era previsto in primavera, tra marzo e maggio. Ora bisognerà aspettare ancora. Francesco Caizzi, presidente di Federalberghi Puglia e Bari, non cela il suo disappunto: «In questi mesi le istituzioni locali, a cominciare da Pugliapromozione, hanno organizzato molte iniziative per puntare al mercato turistico cinese. Negli ultimi dieci anni il trend in Italia è cresciuto in modo esponenziale.
Ora, purtroppo, è tutto rallentato».
E mentre i flussi cinesi saranno - probabilmente - una chimera anche per il 2020, per la prossima estate la Puglia è pronta a presentare le sue offerte turistiche alla fiera internazionale del turismo Bit 2020, in programma dal 9 all’11 febbraio, con 34 itinerari tra arte, cultura, cammini, outdoor, sapori e gusto. All’appuntamento milanese sono attesi oltre 1.500 operatori turistici di tutto il mondo, un folto pubblico di visitatori, appassionati di viaggi, televisioni e stampa.
Il viaggio in Puglia alla Bit sarà declinato, in un’area di circa 300 metri quadrati tra esperienze enogastronomiche nell’area Food della destinazione Puglia, e servizi turistici offerti dalle imprese pugliesi.
Sono 44 le postazioni degli operatori all’interno dell’area business, 60 gli espositori pugliesi tra cui primeggiano le aggregazioni di impresa, oltre 80 le attività turistiche esperienziali che saranno presentate a Buyer internazionali e stampa.
Salvatore Toma Confindustria Attendevamo a marzo le delegazioni dei tour operator per poter organizzare i pacchetti ma i viaggi sono stati annullati
Antonio Vasile Aeroporti di Puglia Il collegamento diretto per Pechino è pronto Ora aspettiamo la revoca dello stop imposto dal governo e la decisione dell’Enac
Francesco Caizzi Federalberghi Quello cinese non è mai stato il nostro mercato di riferimento Ma poteva diventarlo Ora questa crisi sanitaria rallenta tutti i piani