Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La pazza idea di Renzi Giocarsi la carta Decaro per silurare Emiliano
Matteo Renzi spiega la sua strategia per la Puglia: «Noi – scrive su Facebook – non siamo a favore di Salvini: siamo semplicemente contro Emiliano per ciò che ha detto e fatto su Ilva, Tap, Xylella, Popolare di Bari». Viene respinta, in questo modo, l’insinuazione («una barzelletta») secondo cui Italia viva vorrebbe aiutare la Lega per riceverne in cambio un candidato non aggressivo in Toscana, dove Renzi sostiene il candidato di centro-sinistra.
Smentita a parte, le sue parole chiariscono una volta di più che il bersaglio da colpire in Puglia è Emiliano. Obiettivo per il quale si sta adoperando strenuamente, con metodo pervicace e tutti gli schemi possibili. Sta contattando personalità di rilievo del mondo imprenditoriale (Marina Mastromauro del pastificio Granoro ha pubblicamente declinato) ma studia pure la soluzione «politica». Anzi questa sarebbe la prima scelta. L’idea principale sarebbe quella di un candidato che sostituisse Emiliano e che perciò stesso sarebbe ben accolto dal polo liberaldemocratico (Iv, Azione, +Europa). Siccome il Pd è sempre stato sordo a questa soluzione, se non altro perché Emiliano ha passato il vaglio delle primarie, nella mente di Renzi era maturata un’altra idea. Molto ardita. La seguente: chiedere al sindaco di Bari, Antonio Decaro (in foto), ex renziano, di prendere il posto di Emiliano (che sarebbe stato destinato ad un posto di sottosegretario). Decaro, questo il ragionamento, non avrebbe avuto ostacoli di sorta, godendo della vasta considerazione di tutto il Pd e della coalizione. Di più: avrebbe potuto perfino aspirare a far convergere su di sé l’appoggio dei 5 Stelle. Non se n’è fatto nulla, per varie ragioni. Perché il progetto fosse portato a compimento sarebbero state necessarie le preventive dimissioni da sindaco di Decaro, a neppure un anno dalla rielezione; la rottura dell’antico sodalizio umano con Emiliano; la disponibilità del medesimo Emiliano a farsi sistemare altrove e non candidarsi in ogni caso. Tre cose difficili, anzi impossibili, a realizzarsi. Ecco perché il proposito, seppure coltivato, è stato rinfoderato.
Ora si cerca il candidato. Tutti gli occhi sono rivolti verso la ministra Teresa Bellanova che domenica ha apostrofato Emiliano con vari epiteti (trasformista, demagogo, notabile meridionale). Emiliano, intercettato ieri dai cronisti in Consiglio regionale, ha replicato a suo modo: «Ho le braccia talmente grandi che posso abbracciare tutti, anche Bellanova. Io sono il presidente della comprensione e dell’armonia, dell’infinita pazienza e della comprensione». Polemiche non ne vuole fare, si capisce: spera che prima o poi la guerra dei renziani finisca. Anche questa però è tra le cose impossibili.