Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
I due Jacobini, interrogati, non rispondono al giudice Sisto: arresti ingiustificati
Scena muta degli ex vertici della Popolare di Bari davanti al gip Parla il manager Elia Cirielli. «Non potevo verificare i bilanci»
In Tribunale ieri mattina sono arrivati quasi due ore prima dell’interrogatorio di garanzia fissato alle 9 e 30. Marco e Gianluca Jacobini, rispettivamente padre e figlio, ex vertici della banca Popolare di Bari, davanti al gip Francesco Pellecchia si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Sono agli arresti domiciliari dallo scorso 31 gennaio nell’ambito di un’inchiesta sul crac di due miliardi dell’istituto di credito più grande del Mezzogiorno, attualmente commissariato.
I reati contestati a vario titolo dal procuratore aggiunto Roberto Rossi e dai sostituti procuratori Federico Perrone Capano e Savina Toscani, sono falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza. Agli ex manager della Popolare che ieri hanno dunque scelto di non rispondere alle domande del gip, viene in altre parole contestato di aver falsificato i bilanci per anni, danneggiando migliaia di risparmiatori e portando la banca al fallimento.
«Ci sono 41mila ragioni per avvalersi della facoltà di non rispondere - ha dichiarato l’avvocato Francesco Paolo Sisto, difensore, insieme al collega Giuseppe Iannaccone, dell’ex presidente della Popolare - ieri pomeriggio (lunedì, ndr) abbiamo avuto il carteggio, 41mila pagine. Non credo che si potesse governare un materiale così. Certo loro hanno protestato la loro estraneità ai fatti e si sono riservati di rendere poi un interrogatorio in modo più compiuto allorquando avranno la padronanza del materiale che la procura ha acquisito. È chiaro che è una misura cautelare che noi reputiamo non giustificata - ha aggiunto ancora Sisto - dal punto di vista sia del merito assoluto della struttura sia delle esigenze cautelari. Naturalmente andremo al Tribunale della Libertà perché qualcuno stabilisca se in una banca commissariata con persone che sono fuori da questa banca da tempo abbiano una qualche necessità di una misura cautelare così incisiva. Con molto garbo, con molto rispetto, con molta tranquillità - ha concluso il legale - ognuno fa il suo ruolo. Il compito del giudice è quello di verificare se le misure cautelari siano state correttamente applicate indipendentemente dalla pancia e da quello che la folla chiede». Gianluca Jacobini è difeso invece dagli avvocati Giorgio Perroni e Guido Carlo Alleva, di cui Sisto è sostituto processuale.
Interrogatorio di garanzia ieri anche per Elia Circelli, responsabile della Funzione Bilancio della Popolare, ai domiciliari dallo scorso 31 gennaio per falso in bilancio e falso in prospetto. Difeso dagli avvocati, Beppe Modesto e Riccardo Olivo, ha deciso di rispondere alle domande del gip Pellecchia. Ha spiegato come venivano elaborati i bilanci nell’istituto bancario negando di aver falsificato i dati contabili. Una cosa che - ha spiegato la difesa - non sarebbe stato in grado di fare perché chi redigeva il bilancio metteva solo insieme i numeri, senza possibilità di controllo o valutazione. Circelli in sostanza - stando sempre alla difesa - non avrebbe avuto competenza e possibilità di accesso su altre funzioni, come la valutazione dei rischi, la concessione di crediti, gli avviamenti. In altre parole, Circelli non avrebbe potuto verificare una eventuale falsificazione dei numeri.
Le indagini della procura barese sul dissesto della banca Popolare di Bari avrebbero portato alla luce «molteplici condotte illecite perpetrate mediante l’esposizione nei bilanci di esercizio di fatti non corrispondenti al vero, l’omissione di rilevanti informazioni nella redazione dei prospetti informativi diffusi in occasione della offerta pubblica di acquisto di nuove azioni, l’ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza svolte dalla Consob».
Complessivamente sono contestati 13 episodi di falso in bilancio, commessi negli anni tra il 2014 e il 2018. Nove in tutto gli indagati: oltre alle tre persone finite ai domiciliari, ci sono Vincenzo Figarola De Bustis, ex amministratore delegato al quale è stata notificata una interdizione di 12 mesi dalla professione bancaria, poi ancora Luigi Jacobini, figlio di Marco, Giorgio Papa, ex amministratore delegato, Roberto Pirola e Alberto Longo, ex presidenti del Collegio sindacale e Giuseppe Marella, ex Responsabile dell’Internal Audit della Popolare.
La difesa
«Hanno contestato la loro estraneità ai fatti e si sono riservati di rendere un interrogatorio più compiuto»