Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Vertice fra Conte e Mittal «Salvare i posti di lavoro Lo Stato pronto a investire»
Il premier è ottimista dopo l’incontro a Londra Melucci sentito a Roma in commissione Ambiente
«Obiettivi condivisi e TARANTO nuova linfa ai negoziatori». È la sintesi estrema del colloquio tra il premier Giuseppe Conte e Lakshmi Mittal avvenuto ieri a Londra nella sede dell’ambasciata italiana. Qui s’è trasferita per un’ora circa la trattativa sul destino dell’ex Ilva nello stesso giorno in cui il sindaco Rinaldo Melucci rispondeva alle domande dei parlamentari della commissione Ambiente. «Non dovete pensare che sia stato un incontro per negoziare i dettagli – ha detto Conte - però è stato un incontro utile per ribadire le linee strategiche di fondo di questo negoziato, ci siamo aggiornati. Ovviamente ci sono i nostri rispettivi negoziatori e lo staff di legali che stanno lavorando, si sta definendo il piano industriale, si stanno creando anche le premesse per l’ingresso del pubblico, perché, come abbiamo detto, ci sarà anche un investimento pubblico».
Il vertice londinese avviene tre giorni prima dell’udienza davanti al tribunale di Milano. Nell’aula del giudice Claudio Marangoni, venerdì 7, sono in discussione l’atto di recesso con cui la multinazionale vuole restituire impianti e dipendenti, di cui ora è affittuaria, all’Ilva in amministrazione straordinaria e il ricorso urgente dei commissari per bloccarne l’attuazione. Le parlimenti ti vogliono evitare che la decisione sia affidata unicamente al magistrato e stanno faticosamente cercando un’intesa. Conte ha confermato la posizione iniziale del governo sugli esuberi. «I numeri iniziali di ArcelorMittal restano inaccettabili – ha detto - e per il governo italiano è fondamentale preservare un livello occupazionale adeguato, elevato».
Mittal e Conte si sono confrontati anche sul dossier energetico. E’ assodato che lo stabilimento di Taranto marcerà, in prospettiva, con due altiforni e due forni elettrici. Si ragiona su come alimentarli, gas e preridotto, ghisa liquida e rottami di ferro. «Voglio, vogliamo – ha proseguito Conte - tutto il governo ma anche il sistema Italia, che Taranto diventi uno degli stabipiù innovativi al mondo, per quanto riguarda la transizione industriale ed energetica». Pensando all’udienza di venerdì ha ribadito che «in tribunale bisogna andarci, ma sarebbe bene arrivarci con un accordo».
Dopo l’audizione in commissione Ambiente e Attività produttive il sindaco Melucci sostiene che «questa ArcelorMittal è diventata sempre meno necessaria per Taranto, il suo tentativo resta una fuga, con o senza scudo penale. A Taranto una convivenza serena è ben lungi dall’essere realizzata. Lo ha certificato la stessa ArcelorMittal avallando i contenuti della sua memoria depositata a Milano. E lo testimoniano quelli che sembrano in questi giorni fenomeni emissivi senza precedenti. Il lavoro, le bonifiche, il futuro di Taranto non finiscono certo con ArcelorMittal. Il governo sieda al tavolo forte di questo sentimento dei cittadini e dei lavoratori di Taranto. Taranto non è più disposta a sostenere il peso di accordi al ribasso, non vacilleremo nemmeno innanzi agli esuberi, la comunità non è più nella condizione di ulteriori sacrifici, non possiamo più raccontare ai tarantini che quel green deal vale dovunque, fuorché in riva allo Ionio».
Sull’audizione, intanto, il parlamentare tarantino Giovanni Vianello (M5S) commenta che «è un passo in avanti di Melucci ma non ancora sufficiente, serve maggior coraggio». Intanto, è intervenuta la prescrizione per l’ex commissario Enrico Bondi e l’ex direttore Antonio Lupoli imputati per getto pericoloso di cose.
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Giuseppe Conte Vogliamo che Taranto diventi uno degli stabilimenti più innovativi al mondo per la transizione industriale ed energetica
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Rinaldo Melucci Questa ArcelorMittal è diventata sempre meno necessaria per Taranto, la sua volontà è quella di fuggire, con o senza scudo penale