Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il Pd salva sindaco e giunta Ma si vota ancora la sfiducia
L’opposizione vuole tornare in aula e attacca Adduce «e i suoi fedelissimi»
La prova di forza è tutta interna e si gioca fra il capogruppo del Pd Salvatore Adduce e il sindaco Raffaello De Ruggieri che cinque anni fa lo sconfisse nella corsa alla poltrona di primo cittadino. Ne è convinto il consigliere di opposizione Giovanni Scarola che commenta la mancanza di numero legale che ha imposto la chiusura della seduta del consiglio comunale, chiamato a discutere la mozione di sfiducia contro il sindaco. Ma, per l’atto presentato dalla minoranza potrebbe non essere finita qui. «Aspetto che il segretario generale risponda per iscritto al mio quesito sulla necessità o meno di riproporre la mozione o di aggiornare la seduta ad altra data - spiega - e nei prossimi giorni, in occasione della scelta dei nuovi presidenti delle commissioni consiliari, decideremo il da farsi con gli altri consiglieri di opposizione. Il dato che emerge forte comunque è che il sindaco è stato sfiduciato dalla maggioranza come si comprende molto chiaramente dall’intervento di Salvatore Adduce, capogruppo del Pd che ha voluto dimostrare al sindaco De Ruggieri che non ha un ruolo importante e che la maggioranza è ai suoi comandi. Di fatto è la vendetta dell’ex sindaco». La pietra dello scandalo che ha portato 14 consiglieri di opposizione a mettere nero su bianco la richiesta di fermare questa amministrazione, è stata soprattutto la recente rimodulazione della giunta comunale, frutto di scelte autonome mai condivise anche con molti dei gruppi che avevano contribuito all’elezione di De Ruggieri, cinque anni fa.
«Quello che ha nominato è stato un esecutivo fasullo e per questo abbiamo deciso per la mozione di sfiducia conclude Scarola. Alla legge dei numeri invece fa riferimento Salvatore Adduce che rispedisce al mittente l’accusa di aver voluto indebolire la figura del sindaco abbandonando l’aula insieme a tutti i consiglieri di maggioranza. Anzi, nei confronti dei firmatari non usa mezze parole e li definisce «saltimbanchi».
Ride quando gli si fa notare che quella scelta clamorosa non ha lanciato un messaggio di compattezza e aggiunge: «Perché non hanno presentato questa mozione nel 2017, quando avrebbero dovuto ammettere di non essere stati capaci, pur avendo vinto le elezioni, di mettere in piedi una amministrazione coesa, forte? Invece lo fanno a due mesi dal consiglio comunale, è divertente. Chi ha sottoscritto la mozione avrebbe dovuto pensarci dieci volte, invece credo che questo alimenti solo una propaganda peraltro debole anche dal punto di vista elettorale, una sorta di commedia all’italiana».
A serrare le fila intorno alla maggioranza ci aveva pensato in mattinata il segretario cittadino del Pd, Cosimo Muscaridola che in una nota, commentando i fatti del giorno prima, aveva parlato di «compattezza della maggioranza dimostrata respingendo la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco. L’opposizione - aveva aggiunto - ha dimostrato tutta la sua debolezza nelle argomentazioni utilizzate, non essendo riuscita a raggiungere i numeri per sfiduciare il sindaco»: Rozzi e volgari sono stati definiti poi “Gli attacchi rivolti da alcuni consiglieri di opposizione che, privi di argomenti politici hanno assunto una posizione non consona al ruolo rivestito in seno all’assemblea comunale, determinando così la scelta del sindaco e della maggioranza di abbandonare l’aula». Un endorsement che però molti ritengono di pura tattica, in attesa che i materani tornino alle urne. Nel frattempo la giunta è messa alla prova dalle ultime battaglie politiche e da alcune spine nel fianco come il problema delle scuole, dei trasporti e ora anche della raccolta dei rifiuti.
Crisi al Comune
L’ex primo cittadino risponde alle accuse: «Posso dire solo che sono dei saltimbanchi»