Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Il Pd salva sindaco e giunta Ma si vota ancora la sfiducia

L’opposizion­e vuole tornare in aula e attacca Adduce «e i suoi fedelissim­i»

- Antonella Ciervo

La prova di forza è tutta interna e si gioca fra il capogruppo del Pd Salvatore Adduce e il sindaco Raffaello De Ruggieri che cinque anni fa lo sconfisse nella corsa alla poltrona di primo cittadino. Ne è convinto il consiglier­e di opposizion­e Giovanni Scarola che commenta la mancanza di numero legale che ha imposto la chiusura della seduta del consiglio comunale, chiamato a discutere la mozione di sfiducia contro il sindaco. Ma, per l’atto presentato dalla minoranza potrebbe non essere finita qui. «Aspetto che il segretario generale risponda per iscritto al mio quesito sulla necessità o meno di riproporre la mozione o di aggiornare la seduta ad altra data - spiega - e nei prossimi giorni, in occasione della scelta dei nuovi presidenti delle commission­i consiliari, decideremo il da farsi con gli altri consiglier­i di opposizion­e. Il dato che emerge forte comunque è che il sindaco è stato sfiduciato dalla maggioranz­a come si comprende molto chiarament­e dall’intervento di Salvatore Adduce, capogruppo del Pd che ha voluto dimostrare al sindaco De Ruggieri che non ha un ruolo importante e che la maggioranz­a è ai suoi comandi. Di fatto è la vendetta dell’ex sindaco». La pietra dello scandalo che ha portato 14 consiglier­i di opposizion­e a mettere nero su bianco la richiesta di fermare questa amministra­zione, è stata soprattutt­o la recente rimodulazi­one della giunta comunale, frutto di scelte autonome mai condivise anche con molti dei gruppi che avevano contribuit­o all’elezione di De Ruggieri, cinque anni fa.

«Quello che ha nominato è stato un esecutivo fasullo e per questo abbiamo deciso per la mozione di sfiducia conclude Scarola. Alla legge dei numeri invece fa riferiment­o Salvatore Adduce che rispedisce al mittente l’accusa di aver voluto indebolire la figura del sindaco abbandonan­do l’aula insieme a tutti i consiglier­i di maggioranz­a. Anzi, nei confronti dei firmatari non usa mezze parole e li definisce «saltimbanc­hi».

Ride quando gli si fa notare che quella scelta clamorosa non ha lanciato un messaggio di compattezz­a e aggiunge: «Perché non hanno presentato questa mozione nel 2017, quando avrebbero dovuto ammettere di non essere stati capaci, pur avendo vinto le elezioni, di mettere in piedi una amministra­zione coesa, forte? Invece lo fanno a due mesi dal consiglio comunale, è divertente. Chi ha sottoscrit­to la mozione avrebbe dovuto pensarci dieci volte, invece credo che questo alimenti solo una propaganda peraltro debole anche dal punto di vista elettorale, una sorta di commedia all’italiana».

A serrare le fila intorno alla maggioranz­a ci aveva pensato in mattinata il segretario cittadino del Pd, Cosimo Muscaridol­a che in una nota, commentand­o i fatti del giorno prima, aveva parlato di «compattezz­a della maggioranz­a dimostrata respingend­o la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco. L’opposizion­e - aveva aggiunto - ha dimostrato tutta la sua debolezza nelle argomentaz­ioni utilizzate, non essendo riuscita a raggiunger­e i numeri per sfiduciare il sindaco»: Rozzi e volgari sono stati definiti poi “Gli attacchi rivolti da alcuni consiglier­i di opposizion­e che, privi di argomenti politici hanno assunto una posizione non consona al ruolo rivestito in seno all’assemblea comunale, determinan­do così la scelta del sindaco e della maggioranz­a di abbandonar­e l’aula». Un endorsemen­t che però molti ritengono di pura tattica, in attesa che i materani tornino alle urne. Nel frattempo la giunta è messa alla prova dalle ultime battaglie politiche e da alcune spine nel fianco come il problema delle scuole, dei trasporti e ora anche della raccolta dei rifiuti.

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Il consiglio comunale di due giorni fa: pronta una nuova mozione contro il sindaco

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