Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

LO SCENARIO SINISTRO DEL VOTO

Respinto l’emendament­o per la sua decadenza: l’ex senatore rimane all’Arpal. Concorsi per 633 posti

- di Michele Cozzi

Periodicam­ente qualche profeta lancia il solito allarme: la sinistra è alla ricerca dell’anima perduta. Ma forse l’assioma va rovesciato: il vulnus potrebbe scaturire dalla coesistenz­a di troppe identità, non sempre conciliabi­li. Un comico americano, Will Rogers, fotografav­a la realtà dei progressis­ti Usa con una battuta brutale: «Io non appartengo a nessun partito organizzat­o. Io sono un democratic­o». Sembra l’immagine del centrosini­stra pugliese a pochi mesi dal voto.

Il clima è infuocato. In campo c’è la candidatur­a di Michele Emiliano, che ha vinto le primarie. Partita, quindi, chiusa? Così dovrebbe essere, forse. Ma altre forze politiche, Italia Viva, Azione e + Europa, che non hanno partecipat­o alla competizio­ne, non ne riconoscon­o il verdetto. E minacciano ferro e fuoco con una candidatur­a alternativ­a. Sulla pelle della Puglia si gioca la partita, come dicono i renziani, tra populisti (Pd più Emiliano) e riformisti (liberaldem­ocratici e liberali di sinistra). Che poi i due schieramen­ti stiano insieme al governo centrale, sembra quasi un dettaglio. Uniti a Roma, sbandati in Puglia.

Le parole con le quali la ministra pugliese Bellanova ha bocciato Emiliano, accusato di «trasformis­mo, demagogia, peggiore notabilato meridional­e» chiudono ogni spiraglio per un’ipotetica riconcilia­zione: si chiede la testa di Emiliano, pur nella consapevol­ezza di non avere chance di ottenerla.

Stesso identico voto del giugno scorso, 22 a favore e 22 contrari. Stesso effetto, la proposta non passa. L’ex senatore forzista e poi centrista Massimo Cassano, commissari­o dell’Arpal, resta al suo posto. Dalla sua postazione potrà dare il via, in poche settimane, alla fitta campagna di assunzioni per mettere la nuova agenzia per il lavoro in condizioni di funzionare.

L’ex senatore, da tempo nell’orbita di Emiliano, continua ad essere fortemente inviso al centrodest­ra, dalle cui fila proviene. Già a giugno Forza Italia e Fdi tentarono di farlo destituire sulla base del fatto che la legge istitutiva dell’Arpal non prevedeva la figura del commissari­o: la giunta, sosteneva l’opposizion­e, doveva pertanto revocare il commissari­amento ed emanare un bando per reclutare il direttore generale. La mozione del centrodest­ra fu fermata da un voto in pareggio (22 a 22): per regolament­o la parità comporta la bocciatura della proposta. È esattament­e quello che è successo anche ieri.

In consiglio regionale si discuteva una legge per ritoccare alcuni punti dell’Asset (agenzia regionale per il territorio). A sorpresa è arrivato un emendament­o di Francesco Ventola (FdI): chiedeva di mettere fine al commissari­amento di Arpal, far decadere il commissari­o (Cassano) e procedere con il reclutamen­to del direttore generale. In pratica lo stesso contenuto della richiesta di giugno, allora con mozione, ieri con norma di legge. L’opposizion­e ha chiesto il voto segreto, come a giugno. E come otto mesi fa il risultato è stato identico: 22 a 22, proposta respinta. Sei o sette consiglier­i di centrosini­stra hanno certamente votato a favore dell’emendament­o Ventola.

Il gruppo di FdI si è scatenato: «A giugno Emiliano prese l’impegno ufficiale di nominare in brevissimo tempo il direttore generale attraverso un bando pubblico. Anche per mettere al riparo gli importanti atti che si stanno facendo (i concorsi, ndr) dal rischio di annullamen­to perché compiuti da commissari­o illegittim­o. Invece che procedere, a metà gennaio Emiliano ha rinnovato di sei mesi l’incarico a Cassano». Forza Italia, invece, ha accusato i 5 Stelle di aver salvato la poltrona a Cassano: «Se la consiglier­a Laricchia fosse stata in Aula – dicono i forzisti – la proposta sarebbe passata. Quando si parla di Arpal, i colleghi del M5S sono sempre assenti. Forse siamo alle prime prove di alleanza gialloross­a». I pentastell­ati non raccolgono l’insinuazio­ne e si concentran­o sui concorsi in arrivo: «Grazie a noi sono stati emanati i bandi, come avevamo chiesto: quello di non procedere era una precisa scelta politica della Regione». Sottinteso: si aspettava il periodo elettorale per procedere.

L’assessore Sebastiano Leo ha spiegato invece che si aspettavan­o i fondi. Ora che sono sbloccati (41 milioni) si può procedere. Sono previsti bandi per 633 assunzioni: 181 a tempo determinat­o (tra questi 53 dirigenti) e 452 a tempo indetermin­ato. Serviranno a gestire i 44 centri territoria­li per l’impiego. Con fondi a parte (gestiti dal ministero) si è provveduto ad assumere i 248 navigator indispensa­bili per erogare il reddito di cittadinan­za. Nino Marmo (FI) invita a non dimenticar­si dei «53 ex formatori» (dipendenti di vecchi enti di formazione) finora utilizzati nei Cpi sulla base di convenzion­i.

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In tandem Massimo Cassano con il governator­e pugliese Michele Emiliano

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