Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Al Margherita l’omaggio al talento estremo di Chiara Fumai
Esplorava universi e personaggi borderline mettendo sempre in gioco se stessa
Èentrata in molti corpi, è stata in tante donne, ha attraversato il mondo dei vivi e dei morti, si è introdotta nel sistema dell’arte con un’originale e complicata indagine performativa che le è valsa unanimi riconoscimenti internazionali. Chiara Fumai (Roma 1978 - Bari 2017) riceve il doveroso omaggio cittadino che pareggia oblio e ritardi precedentemente maturati, con la retrospettiva pensata per il teatro Margherita (promossa dalla Regione Puglia e dal Comune di Bari, insieme al Teatro Pubblico Pugliese e Puglia Circuito del Contemporaneo e all’associazione culturale Dafna) a partire da sabato 8 febbraio fino al prossimo 6 marzo.
Erede di un pensiero femminista radicale, raffinata conoscitrice dell’ideologia anarchica, esegeta di spiritismo, stregoneria e teosofia, esperta di musica sperimentale (era stata anche un’eccellente dj), ha guadato con luminosa sensibilità più saperi nel tentativo di rimuoverne la patina fallocentrica. Con tagliente provocazione, con pratiche di resistenza e di lotta, nelle sue famose performance, che mettevano in gioco il proprio corpo in una totale esposizione di sé, ha restituito voce, sofferenza e dignità a figure femminili di marginale estremismo, attrazioni da luna park, esponenti di freak show di fine ’800, medium, scrittrici, donne criminali. Le evocava con camouflage vocali, con empatica identificazione, mescolando alterazioni visionarie a documenti originali.
La mostra, attesa da tempo dopo la tragica e prematura scomparsa dell’artista a Bari, città dove ha vissuto fino alla maturità, è ideata da Anna Fresa e Paola Marino con la curatela di Antonella Marino e la consulenza scientifica di Francesco Urbano Ragazzi, direttore di The Church of Chiara Fumai, l’associazione presieduta da Liliana Chiari, madre dell’artista, che ne tutela opere e memoria. Nel rispetto della dedizione sacrale che Chiara attribuiva al suo lavoro e al suo studio d’artista (ora presso la casa della madre), ricostruito in mostra con alcuni documenti della performance «Chiara Fumai Presents Nico Fumai» (Fondazione Sandretto Re Rebaudengo 2010). Dedicata a Nico Fumai, esponente della italo-disco negli anni
Ottanta, nonché nome del padre dell’artista, ma in realtà un’identità «fake» in tempi non sospetti, tramata con evidenti implicazioni psicanalitiche e con quella abilità maniacale trapiantata più tardi nei suoi personaggi borderline, spiritisti, medium, terroriste (Ulrike Mainhof) e ciarlatani. Come la veggente Eusapia Palladino, da Minervino Murge alla corte degli zar passando per i coniugi Curie, che incantava le corti d’Europa con i suoi poteri paranormali, protagonista dell’installazione «La donna delinquente», ospitata per la prima volta, nel 2011, proprio al Margherita per il Premio Lum. Antieroine o discussi fenomeni da baraccone, per esempio Zalumma Agra, disseppellita dalla fosca pruderie vittoriana in occasione di «Documenta 13» del 2012.
«Shut Up? Actually Talk» è il nome del video dove lei, richiamo di punta del Circo Barnum, si rivela nello specchio recitando uno sferzante pamphlet femminista di Carla Lonzi, anacronistico ma risarcitorio della sua condizione di vittima dell’oppressivo voyeurismo maschilista di metà Ottocento. Staziona, come altri spettri insolenti in un unico e coerente progetto artistico e esistenziale, in un viaggio nell’occulto inclusivo di trapassi verso la morte, alla fine dolorosamente cercata. Sul pavimento del foyer, per l’occasione rabbuiato, la stella a sette punte, sigillo di Babalon, contenuto in un testo sacro dell’occultismo britannico, introduce e congeda. L’artista vi aveva aggiunto la frase «Follow This You Bitches», attribuita alla pop star Cher, per farne il marchio di fabbrica di una militanza irriverente e sovversiva tra magia, politica e show system, segno magnetico e riepilogativo del suo speciale pantheon femminista.
Tracce Nel suo linguaggio femminismo radicale e musica elettronica