Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Con Aristofane apre il nuovo Kismet da 400 posti
Si parte con «Gli uccelli » di Aristofane. Masiello: «Una scatola da riempire come vogliamo»
Un teatro multifunzionale, smontabile e rimontabile. «Un fantastico giocattolo», lo definisce Augusto Masiello. Il Kismet, del quale è presidente, riapre stasera, dopo l’ampliamento dei posti in platea, che sono raddoppiati. Adesso sono quattrocento a sedere. Ma possono diventare molti di più per gli spettacoli in piedi. La gradinata sparisce e la platea diventa una «piazza d’armi» per i concerti pop e rock. E musica, più in piccolo, si può fare anche nel rinnovato foyer, dove possono trovare posto, per piccoli concerti, dj set e altri spettacoli, sino a centocinquanta persone. E poi, ci sono un american bar e gli studi di Radio RKO.
Per lo stabile d’innovazione di strada San Giorgio Martire, che stasera (ore 21) inaugura il nuovo corso con Gli uccelli di Aristofane firmati da Emilio Russo per la storica compagnia milanese Tieffe Teatro (domani, alle 18, va in scena, invece, nudo sulla figura di Pino Pascali), è come aver messo insieme le possibilità del Piccinni, dell’auditorium Nino
Rota, del (defunto) Divinae Follie e del Teatro Margherita. «Possiamo fare teatro, danza, musica, diventare una discoteca e anche una galleria per mostre d’arte - spiega con orgoglio Masiello - l’unica cosa che non possiamo fare è il cinema. Ma adesso - dice - abbiamo una scatola che può essere riempita come vogliamo: il Kismet può diventare una sala prove edipo sa, insomma, una struttura di produzione. Abbiamo già avuto diverse richieste, anche da artisti di primo piano, che vorrebbero provare i loro spettacoli da noi prima di portarli in tour».
L’operazione di ristrutturazione dell’ex capannone industriale alla periferia di Bari, dove il Kismet ha sede dal 1989, è merito dei «quattro dell’Ave Maria», come li chiama Maisiello: lo Studio Stefanelli, l’architetto Maffiola e l’ingegnere Lionetti, che hanno fatto squadra per la realizzazione di quest’attesa ristrutturazione, e l’ingegnere Lobefaro, cui si deve il collaudo della struttura. Un bel salto in avanti per lo spazio che rappresenta il perno centrale del
Tric, acronimo che sta per Teatri di rilevante interesse culturale.
Oltre al Kismet, il Tric adesso include anche la Cittadella degli Artisti di Molfetta (che proprio l’altro giorno ha subito un furto) e il Teatro Radar di Monopoli, dove Gli uccelli di Aristofane va in scena domani e lunedì. Di fatto, l’Abeliano di Vito Signorile va da solo per la sua strada, anche se formalmente non c’è stato alcun distacco dal Tric, che come rete policentrica potrebbe risultare fondamentale nella candidatura di Bari a capitale italiana della cultura per il 2021 in un’ottica di coinvolgimento, per le attività di spettacolo, dell’intera area metropolitana. Partendo, naturalmente, dal ruolo di primo piano che è destinato ad avere il Teatro Piccinni da poco riaperto.
Il Kismet si candida alla gestione del Comunale di Bari, fatto che sembrava acquisito quando i lavori del teatro erano in corso. «Il nuovo Codice degli appalti prevede debba essere fatta una nuova gara», spiega Maisiello, che come altri operatori attende la pubblicazione del bando per la gestione della struttura. La questione è, però, su come il Comune di Bari intenda impostare l’attività del Piccinni. Lasciare che rimanga un contenitore di ospitalità o farne un teatro di produzione? «Credo che su cosa debba diventare - dice Masiello - debba aprirsi una profonda discussione. Per dirla banalmente, si tratta di capire se del Piccinni vogliamo farne un autosalone che vende auto oppure una fabbrica che le produce».