Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Emiliano: «Renzi, ripensaci»
Il governatore si gioca l’ultima carta: «Io unico argine contro Salvini e i sovranisti»
Michele Emiliano lancia un nuovo appello a Matteo Renzi per scongiurare il rischio di una divisione della coalizione alle prossime elezioni regionali. Il governatore parla dagli schermi di La7 e si dice pronto a incontrare non soltanto l’ex premier ma anche il ministro all’Agricoltura Teresa Bellanova, che lo aveva attaccato nei giorni scorsi. «La Puglia - dichiara il governatore - viene prima delle divisioni, sono io l’argine contro Salvini e i sovranisti».
Al principio fu il vestito blu elettrico indossato per il giuramento da ministra a scatenare sui social commenti sessisti. Tanto da suscitare la solidarietà bipartisan dei partiti di tutto l’arco costituzionale. Ora la renziana Teresa Bellanova (foto), che ieri ha tenuto a battesimo la prima assemblea di Italia Viva a Lecce, torna bersaglio del web. A denunciarlo è la neo coordinatrice del partito di Renzi in terra di Bari, Anna Maria Gentile. «È partito in Puglia un linciaggio mediatico contro Teresa – scrive l’ingegnera di Noci su Facebook - solo perché il suo nome è circolato come possibile alternativa a Michele Emiliano come presidente della Regione». Sotto accusa finisce un post pubblicato dal consigliere regionale di Articolo 1, Ernesto Abaterusso con cui attacca Bellanova sul piano politico, ma sotto i riflettori finiscono soprattutto i commenti dei suoi seguaci. L’espressione più leggera, si fa per dire, è «traditrice». Poi si passa da «donna volgare» a «roba da prenderla a schiaffi», a «chiattona del partito di banca Etruria», per finire alle interpretazioni sul cognome («si chiama Bellanova, il che fa presupporre qualcosa di bello e di nuovo: a me pare piuttosto bruttina, e un po’ usatella»).
«La verità – replica a distanza Anna Maria Gentile – è che da parte di tanti esponenti del centrosinistra pugliese le offese sono forse gli unici strumenti a disposizione, perché non esiste un solo argomento credibile per cui un riformista possa preferire Emiliano a Bellanova: il primo è l’emblema del populismo giustizialista, anti-industriale e anti-scientista, Bellanova è un esempio di quella classe dirigente meridionale di cui abbiamo tutti molto bisogno».
Aprendo l’assemblea a Lecce, la ministra è stata perentoria, per l’ennesima volta: «Al Pd chiediamo di decidere un candidato diverso da Emiliano, una figura che faccia unità. Emiliano per quanto fatto in questi dieci anni e per quanto ha dichiarato di recente (ovvero che non ha niente a che fare con noi, definendoci superflui) non è certo una figura capace di suscitare unità. Quando si va ad affrontare una competizione così impegnativa come quella che abbiamo davanti, bisogna provare a tenere dentro tutti sulla base di i programma condiviso».
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