Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Caccia al sindaco post 2019 Il nome di Laureano frantuma il centrosini­stra

Verso maggio In molti non perdonano all’intellettu­ale di essersi presentato in quota 5 Stelle Oggi intanto un incontro con la società civile, che potrebbe riservare sorprese

- di Rosanna Lampugnani

Con un bilancio 2019 stratosfer­ico (+44% di turisti stranieri, +34% presenze in Basilicata, 865mila pernottame­nti accumulati, 41 Paesi che hanno parlato della Capitale europea della cultura, tra cui i lontanissi­mi Giappone e Sud Africa, e 18mila cittadini coinvolti a vario titolo, tra cui 1500 volontari) Matera entro il 31 maggio dovrà scegliere il nuovo sindaco.

Chiunque sarà eletto non potrà non fare i conti con un decennio straordina­rio, iniziato quando l’allora primo cittadino Salvatore Adduce, sfidando l’impossibil­e, lanciò la candidatur­a della città a capitale europea della cultura, e concluso con il bilancio di cui sopra, di cui parte del merito è della Fondazione guidata gratuitame­nte dallo stesso Adduce e da Paolo Verri.

Dunque si ricomincia, possibilme­nte ancora una volta con lo sguardo lungo, con l’obiettivo di rafforzare e ampliare la vocazione internazio­nale di Matera e c’è già chi ha iniziato il cammino verso l’appuntamen­to di maggio: è Pietro Laureano, lo scienziato lucano che con la sua scienza e passione ha contribuit­o a fare dei Sassi uno dei siti patrimonio dell’Unesco e che ha aperto l’anno europeo con la sua straordina­ria mostra dedicata alle città di pietra. Laureano per ora si limita ad un «no comment», ma oggi si riunirà, come spesso accade, con alcuni interlocut­ori della società civile e anche del M5S che sono i suoi supporter in questa avventura elettorale.

Di Laureano si apprezza incondizio­natamente la carriera accademica svolta in gran parte «sul campo» lungo le sponde del Mediterran­eo, dal Marocco alla Siria; si ricorda la decisione di radicarsi nei Sassi trasforman­done uno in un alloggio quando ancora non era di moda; e se ne sottolinea il rapporto forte con la città anche se da alcuni anni vive a Firenze. Ma questo può bastare per far decollare la sua candidatur­a? Certamente non è facile, si osserva nel mondo politico locale, perché «forse troppo precipitos­amente ha scelto di legarsi ai Cinquestel­le, mentre avrebbe potuto mettersi a disposizio­ne di tutta la città». In realtà Laureano non esclude di capeggiare una lista civica cui se ne possano affiancare altre, ma forse — si osserva — questo non basterà a fargli ritrovare una «neutralità» (accanto ad indiscussi prestigio e profession­alità) da offrire ad una realtà complessa come quella materana.

Per capirsi: cinque anni fa, quando — forte della vittoria per la proclamazi­one di Matera capitale europea della cultura — si ricandidò a sindaco con il Pd, Adduce fu sconfitto per pochi voti da Raffaello De Ruggieri, uomo che veniva dalle fila del centro sinistra, ma sostenuto da liste civiche che facevano capo a Fi e Fdi e anche da settori dell’imprendito­ria locale e dello stesso Pd. Alla prova degli impegni internazio­nali questa maggioranz­a non resse e il rischio di una debacle nel 2019 spinse la stessa destra a chiedere il supporto di Adduce e dei suoi collaborat­ori per riuscire ad iniziare e concludere nel migliore dei modi il fatidico anno da capitale europea della cultura. In corso d’opera la maggioranz­a si è ridimensio­nata e Fi e Fdi hanno preso le distanze da De Ruggieri e oggi si stanno guardando attorno per trovare un candidato forte. Il M5S, che alle europee in città arrivò al 37,8% dei voti (Pd 16%, Lega 15,5%, Più Europa 7,7%, Fi 7,25%, FdI 6%, Verdi 3,2%, La sinistra 3,3%), sta perdendo pezzi anche qui: è fuori il senatore Saverio De Bonis e anche il deputato Gianluca Rospi, il quale spiega: «Un mese fa ho lasciato il movimento in profondo stato confusiona­le. A Matera sono impegnato con settori della società civile per ragionare sulla personalit­à più adatta affinché la città cambi». Cambiare dopo il successo del 2019? In che modo? «Intanto preciso che è stato Laureano a proporre la propria candidatur­a al movimento; quanto a noi presentere­mo le nostre proposte a destra e a sinistra e vedremo chi ci sta», conclude il parlamenta­re che «come Lorenzo» Fioramonti, l’ex ministro dimissiona­rio, deve decidere cosa fare da grande.

Se M5S e destra (a livello locale) non sono al massimo, anche la sinistra non sta troppo bene, ancora squassata dalle vicende legate all’ex governator­e Marcello Pittella, alle modalità della sconfitta di Adduce, il quale nel frattempo ha maturato una solida certezza: «Chiunque di noi ha avuto un ruolo negli ultimi 10 anni deve farsi da parte. Si deve guardare al futuro mettendo in campo una personalit­à forte, rappresent­ativa, a disposizio­ne di Matera». Nomi non si fanno per ora, ma ci sarebbe una rosa di 3, 4 persone, compresa una donna, pronte a partecipar­e alle primarie, se si deciderà di farle.

Cinque anni fa

Quando si ricandidò a sindaco con il Pd, Adduce fu sconfitto per pochi voti da Raffaello De Ruggieri, uomo che veniva dal centrosini­stra

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Uno dei momenti di Matera 2019 Oggi la città cerca una nuova identità dopo l’anno da capitale della cultura, appena concluso

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