Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Quando l’opera viene riletta sotto il segno del jazz La seduzione di Otello Blues
Ancora una rilettura in jazz del repertorio «colto»; ma questa volta, forse perché all’opera ci sono dei musicisti a cavallo fra i due mondi, gli esiti sono felicissimi. Il disco s’intitola Reimagining Opera, lo pubblica la Digressione Music di don Gino Samarelli, e a realizzarlo sono due giovani musicisti pugliesi dall’impeccabile curriculum, Dario Savino Doronzo al flicorno e Pietro Gallo al pianoforte, a cui si aggiunge in tre brani con il suo arcaico «serpentone» il francese Michel Godard. Certo la riuscita dell’operazione è aiutata dalla scelta, mai banale, degli otto brani in scaletta, dall’equilibrio tra scrittura e improvvisazione, dagli arrangiamenti raffinatissimi firmati da Mariano Paternoster e Gianluigi Giannatempo. S’inizia con l’Ouverture dell’Otello di Verdi trasfigurata in un brano totalmente nuovo, dalle atmosfere sospese; suono perfetto (quel pianoforte Fazioli degli studi Digressione è magico) per un «blues nordico» degno di un album Ecm. Segue Sì dolce è’l tormento, un celebre madrigale di Monteverdi su cui già il duo Paolo Fresu - Uri Caine si è cimentato con successo; qui entra in gioco anche Godard, e l’intreccio tra flicorno e serpentone, strumenti entrambi dalla «voce» un po’ velata, scura e morbida, colpisce soprattutto nella coda del brano. Seguono Se tu m’ami di Alessandro Parisotti, finta aria barocca scritta nell’Ottocento, poi il Nessun dorma dalla Turandot di Puccini, in una antiretorica versione per solo piano. E ancora brani di Mascagni, Giordani, Paisiello, fino alla conclusione con un’altra riscrittura radicale: il Monteverdi di Pur ti miro ripensato da Godard, degna conclusione di un lavoro a suo modo esemplare.