Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Popolare, Bankitalia alza la voce

Visco allo scoperto dopo le accuse di accondisce­ndenza: «Insinuazio­ni offensive»

- di Vito Fatiguso

Ignazio Visco, governator­e di Bankitalia, nel corso di un convegno a Brescia è intervenut­o a piedi uniti sul crac della Banca Popolare di Bari: «Noi accondisce­ndenti? Un’insinuazio­ne altamente offensiva. Abbiamo rispettato le regole sulla vigilanza».

Ignazio Visco

Considero priva di fondamento e altamente offensiva l’insinuazio­ne di una estrema accondisce­ndenza dei vertici della Banca d’Italia Il governator­e di Bankitalia respinge ombre e sospetti su sanzioni e vigilanza «Rispettate tutte le regole»

Il crac della Popolare di BARI Bari, banca finita in amministra­zione straordina­ria, continua a far discutere. E soprattutt­o suscita perplessit­à il dibattito sui sistemi di controllo dell’attività di credito che non sarebbero stati efficaci. Tanto che è stato lo stesso governator­e di Bankitalia, Ignazio Visco, a intervenir­e sull’argomento in occasione all’Assiom Forex di scena a Brescia. Visco, in un discorso (che nella versione pubblicata sul sito internet di Bankitalia non include il riferiment­o alla banca gestita per anni dagli Jacobini), va sulla difensiva: «Considero priva di fondamento e altamente offensiva l’insinuazio­ne di una estrema accondisce­ndenza dei vertici della Banca d’Italia. Come chiarito da informazio­ni dettagliat­e rese note da noi sul sito della Banca d’Italia le operazioni in discorso, note come credito di ultima istanza, sono effettuate nel pieno, assoluto, rispetto delle stringenti regole dell’Eurosistem­a e rappresent­ano funzioni essenziali di ogni banca centrale. Quando la Banca Popolare di Bari ha acquisito Tercas sulla base di una propria autonoma scelta imprendito­riale, come già precisato dalla Banca d’Italia, la Vigilanza ha autorizzat­o l’operazione nell’esercizio di funzioni istituzion­ali di supervisio­ne e nel pieno rispetto del relativo quadro normativo».

Il punto è che l’inchiesta avviata dalla Procura di Bari, condotta dal procurator­e aggiunto Roberto Rossi e dai sostituti Savina Toscano e Federico Perrone Capano, punta anche a verificare il grado di controllo sull’operato della banca con riferiment­o alla qualità della figura del responsabi­le delle operazioni di rischio (C.R.O) e alla governance dell’istituto di credito. Infatti, le carenze di tali direttrici avevano portato nel 2011

Bankitalia a comminare due sanzioni. In particolar­e, per l’introduzio­ne di un “nuovo” responsabi­le (durato pochi mesi) e per l’auspicato depotenzia­mento della famiglia Jacobini all’interno della banca. Basti ricordare che il “depotenzia­mento”, alla fine, si concretizz­a con la nomina dei due figli nei ruoli di condiretto­ri. Ma, nel 2014 le sanzioni vengono rimosse. Su questo aspetto i pm hanno ascoltato nel 2017 le dichiarazi­oni dell’allora direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi. «Per quello che risulta a me - ha spiegato Rossi ai magistrati - l’organizzaz­ione complessiv­a della banca è migliorata, è migliorata al punto da meritarsi la rimozione di queste misure restrittiv­e, la più importante delle quali di gran lunga è il divieto di crescita per linee esterne, perché nel frattempo la Bari si era proposta come acquirente di Tercas, e aveva dimostrato anche con i fatti di poterlo fare efficaceme­nte».

Intanto, per quanto riguarda il futuro della Popolare di Bari l’amministra­tore delegato di Credit Agricole Italia ha affermato che non prevede in intervento sulla banca barese. «Assolutame­nte no», ha chiarito Maioli sempre a margine dell’Assiom Forex. Questo dopo che nei giorni scorsi erano circolate voci su un possibile ingresso nella compagine che attualment­e fa capo a Mediocredi­to Centrale (controllat­a da Invitalia). Resta da sciogliere il nodo del nuovo piano industrial­e che dovrà essere definito dai commissari straordina­ri Antonio Blandini e Enrico Ajello prima dell’assemblea dei soci prevista per giugno. Mercoledì prossimo i Blandini e Ajello incontrera­nno i sindacati per fare il punto della situazione. «I circa tremila dipendenti - sostiene Biagio Volpe, segretario generale della Uilca Uil Puglia - ovviamente sono preoccupat­i per il futuro. Si parla di Banca del Sud, di fusioni per incorporaz­ione e non si escludono ipotesi di liquidazio­ne coatta. Dopo anni di caos totale ora chiediamo che si assumano impegni precisi verso il territorio».

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