Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Per niente Candida
Carissima Candida, sono una ragazza bella, solare, espansiva e piena di vita. Ho 24 anni, studio, viaggio, leggo, ho delle belle amicizie. Dov’è il problema, allora? La cosa che più mi rattrista e addolora, in una vita così entusiasmante, è la mancanza di un ragazzo, con cui vorrei vivere la vita di coppia e sognare un futuro insieme. Forse sono troppo all’antica, una ragazza d’altri tempi: credo nel matrimonio e credo che sia uno, monogamico, fedele, fecondo, indissolubile. Sogno di essere l’unica donna per un uomo, sogno di essere profondamente innamorata del mio fidanzato, sogno di sognare con lui una vita insieme, anche quando le bianche ali della morte disperderanno i nostri giorni. Ma non sono mai stata fidanzata, non ho mai trovato qualcuno che mi interessasse davvero, oppure l’ho trovato ma non ero corrisposta. Insomma, ho incontrato solo deficienti e ora sono qui, single sempre single a scriverti. Grazie per l’attenzione. In attesa di una tua risposta, ti saluto con la mano.
Camilla
Cara Camilla, cara «Single sempre single», mi dici molto dei tuoi sogni e poco del tuo vissuto. Scrivi di non essere mai stata fidanzata, ma sei mai stata innamorata? E quando hai incontrato qualcuno che t’interessava ma non ti corrispondeva, come sono andate le cose? Se la statistica non è un’opinione, gli uomini non sono tutti deficienti ed è anche impossibile che a una donna capiti di incontrare solo deficienti. Per cui, se ti ritieni un’eccezione, temo che stia sbagliando qualcosa tu. O attrai uomini sbagliati o attrai uomini potenzialmente
giusti però li giudichi male. Eventualmente, entrambe le cose.
Bisogna partire dalla tua idea dell’amore, che è romantico, assoluto, eterno, monogamico.
È una bella aspirazione e la condivido. Però è un ideale, che per definizione esiste solo nella nostra immaginazione. Ci si può avvicinare, semmai, per approssimazione. L’amore perfetto è come la stella polare: va seguita, ma sapendo che non la si può raggiungere. E l’amore, in generale, è un processo, un percorso, ha una sua progressione, non è qualcosa che si schiude già compiuto nelle nostre mani. L’amore profondo, totale, appassionato, va costruito e ci vede corresponsabili della sua costruzione al pari degli amori stortignaccoli o persino patologici. L’amore perfetto, in principio, è un incompiuto. Non può essere una promessa. È casomai una speranza. Il primo errore è credere che l’amore ideale arrivi alla nostra porta già ineccepibile e pronto all’uso. Succede che lo faccia, però o è un’eccezione o è un’illusione. Più spesso, un amore grandissimo nasce in sordina, sboccia a dispetto delle premesse, fiorisce dal seme che non ci aspettavamo. L’amore è anzitutto un atto di fiducia. È accogliere un pugno di terra fra le mani, innaffiarlo e confidare che ne nasca una piantina. Se hai quella fiducia, la vita può stupirti fino a farti schiudere fra le mani un intero bosco incantato. L’amore premia chi si avvicina all’altro con umiltà e senza grandi aspettative. Per amare qualcuno, dobbiamo imparare a conoscerlo, comprenderlo, apprezzare ciò che all’inizio non comprendiamo. È sempre l’aspettativa che ci frega. Se in ogni uomo incontrato ci aspettiamo d’incontrare la perfezione e il sublime, siamo irrimediabilmente condannate alla delusione. O ci ritraiamo noi, insoddisfatte, o scappa lui, frustrato e spaventato perché sente che non è lui che vogliamo, ma l’impossibile. Tante volte «gli uomini che non corrispondono il nostro interesse» sono uomini che sentono di non essere guardati per quello che sono, ma messi continuamente a confronto con quello che vorremmo che fossero. Qualunque ragazzo sarebbe in soggezione a pensare di dover essere un angelo in terra ogni giorno, ogni istante della sua vita, finché, come scrivi tu «le bianche ali della morte disperderanno i nostri giorni».
Se l’uomo che vogliamo esiste già bello e fatto nella nostra testa, magnifico e splendente, l’uomo in carne e ossa che incontriamo può solo essere peggiore. Quanto ad attrarre gli uomini sbagliati, non deve sembrarti un paradosso, cara Camilla. È più facile dirsi che gli uomini sono tutti deficienti che dirsi che stiamo chiedendo troppo alla vita. Il nostro inconscio ci tende spesso trappole assai subdole. Quando siamo convinti che gli uomini sono tutti carenti, il nostro inconscio, come un radar, ci indica quelli che ci confermano il nostro preconcetto. È una di quelle trappole in cui è si è specializzata la mente con l’unico fine di renderci infelici. Non bisogna credere che tutti gli uomini sono un disastro, ma nemmeno che quelli perfetti sono fatti in unico, preciso, modo. Piuttosto, bisogna dirsi che ogni persona merita di essere scoperta. Il che non comporta fidarsi di tutti gli uomini, ma ascoltarne parecchi, quello sì. Guardarli senza paraocchi, quello sì. Non a caso l’amore è irrazionale. La neurobiologia insegna che il colpo di fulmine e l’innamoramento avvengono a corteccia prefrontale spenta. Il giudizio critico è sospeso, la ragione è sospesa. Comandano solo le emozioni. Ma per aprirsi a quell’evento, che è a volte è un miracolo e, certo, a volte è una sventura, bisogna essere aperti. Serotonina bassa, dicono sempre i neuroscienziati. Il che significa accettare uno stato di vulnerabilità, non certo star lì in stato d’allerta, pronte a giudicare, censurare, bocciare. Per innamorarsi e far innamorare bisogna essere disponibili a mettersi in gioco, ovvero a scoprire che possiamo farci stupire da qualcuno e che possiamo restare stupiti da noi stessi. Poi, passata la fase delle farfalle nella pancia, l’innamoramento deve diventare amore, cioè farsi scelta e progetto. Non è un percorso che si fa in un giorno, ma per farlo bisogna imparare a costruirne le premesse.