Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Giovanni Pontano, un classico tra i classici

- Di Domenico Lassandro

«Non devi soltanto impegnarti ad essere persona nobile, ma devi rendere altri simili a te, e questo per il bene della patria»: si legge questa elegante e moraleggia­nte espression­e, scritta in latino (Non solum te praestes egregium virum sed et aliquem tibi similem educes patriae), su una lastra marmorea infissa su una parete esterna della cosiddetta Cappella Pontano, sita nel centro storico di Napoli (via dei Tribunali) e fatta costruire da Giovanni Pontano (1429-1503).

Ai nobili ideali da lui fatti incidere sulla pietra – dell’elevatezza d’animo e dell’impegno «politico» – il grande umanista improntò l’intera sua vita.

Egli fin da giovane fu al servizio dei sovrani aragonesi di Napoli – Alfonso I il Magnanimo e Ferdinando I – e sempre operò, con incarichi di alto prestigio (precettore del figlio di Ferdinando, missioni diplomatic­he, spedizioni militari ecc.), «per il bene della patria»; e sempre partecipò, con funzioni di primo piano all’interno della cerchia dei dotti napoletani, al crescere del movimento umanistico nel segno della rinascita del latino e della riscoperta dei classici, quello che già da tempo avveniva nelle principali città italiane, Firenze, Ferrara, Milano, Venezia e Roma.

Testimonia­nza eloquente dell’umanesimo pontaniano sono i numerosi scritti – di storia, di etica, di astrologia, di lirica ecc. – che, per altezza di dottrina ed eloquenza di stile, collocavor­i no il loro autore nel novero dei classici, quei classici, antichi e moderni, che, nonostante il trascorrer­e dei secoli, continuano a sollecitar­e la coscienza critica degli uomini di ogni tempo. Per questo è benvenuta la nuova edizione di alcune opere pontaniane, curata con rigore filologico e salda dottrina da un insigne e noto studioso, Francesco Tateo, emerito dell’Università di Bari (Giovanni Pontano, I Dialoghi, La Fortuna, La Conversazi­one, Bompiani, «Classici della letteratur­a europea», 2019).

Tateo, cui si devono plurimi e fondamenta­li studi sulla multiforme produzione del Pontano, consegna ora a studiosi e persone colte una significat­iva selezione di scritti del grande umanista, i Dialoghi (Caronte, Antonio, L’asino, Azio ed Egidio), capoladi arte letteraria, e i due sapienti trattati: e il lettore si trova così davanti a testi latini filologica­mente controllat­i, traduzioni limpide e belle, commenti puntuali e ricchi di dottrina.

Il ponderoso volume (oltre 1600 pagine, ma stampate su carta leggera!), che si apre con un’amplissima introduzio­ne generale, cui fanno seguito quelle specifiche preposte alle singole opere, e che si chiude con l’edizione di sessantuno lettere del Pontano (a cura di Anna Gioia Cantore), offre all’attento lettore una finestra, feconda di prospettiv­e culturali, aperta sul vivace e ricco mondo dell’umanesimo napoletano e meridional­e in genere (alla cui «fortuna» è, tra l’altro, dedicato in questi giorni a Bari un seminario universita­rio).

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