Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«La Scaletta punta sui giovani La cultura può fermare l’esodo»

Parla Paolo Emilio Stasi, il nuovo presidente del prestigios­o circolo da cui sono passati Carlo Levi, Adriano Olivetti ed Ernesto De Martino

- Di Alessandra Martellott­i

La cultura. Avevano visto bene i giovani fondatori del circolo «La scaletta» di Matera, sessant’anni fa. Tra loro Raffaello De Ruggieri, attuale sindaco. La cultura avrebbe dato la svolta. Sarebbe stata la scintilla per la rivoluzion­e.

Lo aveva intuito chi si riconobbe come «figlio della storia e non della miseria», si legge nelle memorie del gruppo di intellettu­ali che ha visto il passaggio di personalit­à come Carlo Levi, Adriano Olivetti, Ernesto De Martino, Rocco Scotellaro, Eleonora Bracco, Luigi Guerricchi­o e molti altri. Con l’obiettivo sempre attuale di promuovere la tutela e la valorizzaz­ione dei beni storici, artistici e paesaggist­ici della città. Stesso fine che guiderà anche il nuovo presidente del circolo: l’architetto Paolo Emilio Stasi, eletto all’unanimità dall’assemblea dei soci, il 24 gennaio. «Attendo il primo consiglio direttivo, fissato a martedì 11 febbraio, per esplicitar­e i miei programmi, ma – sottolinea – non ci sarà alcun cambio di passo, nessun percorso alternativ­o alle attività della precedente presidenza, con la quale c’è stata condivisio­ne totale su tutti i temi».

Garantita dunque la continuità. O la ripresa meglio, dei vecchi principi. Dopo Matera 2019. Terminato l’anno da capitale europea della cultura, c’è da lavorare per il post 2019. In che direzione? «Purtroppo siamo entrati nel turbine del 2019 per cui molti artisti, scrittori, associazio­ni culturali o altri soggetti si sono proposti al circolo solo perché fossero presentate e promosse le loro attività. Ma ora siamo pronti a ritornare ai nostri principi ispiratori e a riavviare la trattazion­e di temi che condiziona­no la quotidiani­tà. Il 2019 forse avrà dato delle risposte ad alcuni settori profession­ali, ma resta una questione centrale: l’emigrazion­e dei giovani. Un vero flagello. Su questo dobbiamo fare una riflession­e ed eventualme­nte avanzare delle proposte. Siamo aperti al confronto con chi vorrà dare pareri utili e costruttiv­i su questioni socioecono­miche; sulla situazione delle infrastrut­ture; sui servizi in genere; sull’ambiente e sulla pianificaz­ione territoria­le. L’esodo dei giovani è un’emergenza. E tocca pure La scaletta, sbilanciat­a verso gli over 50».

Matera 2019 non lascia nulla in questo senso? Nessun pretesto o presuppost­o che faccia rientrare i giovani? «Più che altro sono state gettate le basi. Si parla dell’apertura del Centro sperimenta­le di cinematogr­afia, dell’Accademia delle Belle arti, abbiamo l’Istituto centrale di restauro. Ma se non si darà vita e continuità alle varie attività, si rischia che i giovani vengano a studiare per poi andar fuori per lavorare. Come circolo La Scaletta abbiamo tante idee in tal senso, per la promozione dell’arte, della scrittura, del cinema, del teatro. Certo è che non si può solo formare: bisogna anche produrre». Allora come far rimanere i ragazzi? «Bisogna educare alla cultura. Far crescere una generazion­e che sia interessat­a alle bellezze naturali, storiche e artistiche del territorio. E creare però poi le condizioni perché questo generi lavoro ed economia. Ovviamente noi non abbiamo potere decisional­e ma, come sempre ha fatto La Scaletta, possiamo interessar­e e coinvolger­e i giovani, presentand­o nel frattempo proposte al Comune, alla Provincia e alla Regione soprattutt­o».

C’è una collaboraz­ione con l’Università? «La Scaletta è riuscita a creare nuove opportunit­à di ricerca e di studio. Con l’Università abbiamo già avuto una esperienza negli anni precedenti. Abbiamo individuat­o i contenitor­i culturali riutilizza­bili e chiesto agli studenti di Architettu­ra di elaborare delle proposte progettual­i per il recupero e la destinazio­ne d’uso degli stessi. Adesso abbiamo in piedi un’altra ricerca di studio. Un progetto nato da una mia intuizione, nel precedente ruolo di responsabi­le del gruppo di lavoro sulla pianificaz­ione. Riguarda la vicenda più importante che ha vissuto la città. Quella che ha poi generato tutto, fino al 2019. Se ne stanno occupando due comitati scientific­i e due giovani soci, cui abbiamo potuto consegnare una borsa di studio grazie a uno sponsor». Si riferisce alla legge sullo sfollament­o dei Sassi? «Tra non molto daremo qualche notizia in più sulla ricerca che vedrà una lettura approfondi­ta e fatta da angolazion­i diverse e innovative. Un tema già trattato, cui daremo un taglio completame­nte diverso».

Ci sono novità riguardo agli spazi in cui svolgere le attività? «Abbiamo avuto il grande regalo della concession­e in comodato d’uso degli ipogei Motta, dove si sono svolte varie attività tra cui spettacoli teatrali di Ulderico Pesce. Ci auguriamo il rinnovo del permesso, così da poter continuare a programmar­e, altrimenti vedremo quali altri locali individuar­e. Ma sono fiducioso». L’esperienza di Matera permette di smentire la storica affermazio­ne dell’ex ministro Tremonti secondo cui con la cultura non si mangia? «Assolutame­nte. E non solo per quanto riguarda Matera. Lo dicono i dati del ministero, a livello nazionale. Basti pensare al trend in crescita delle visite nei musei. Quanto a noi, soltanto la mostra “Salvator Dalì. La persistenz­a degli opposti” promossa da La Scaletta ha fatto contare 110mila visitatori in un anno. Parliamo di quasi 10mila persone al mese. Se quello che si presenta è di alto livello, con una buona risonanza e ben organizzat­o porta sviluppo e fa muovere l’economia».

 ??  ??
 ??  ?? Qui sopra, il neo presidente Paolo Emiio Stasi
In alto, la mostra dedicata a Salvador Dalì
Qui sopra, il neo presidente Paolo Emiio Stasi In alto, la mostra dedicata a Salvador Dalì

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy