Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Pomarico, famiglie ancora senza casa
Un anno fa la frana nel paese in provincia di Matera. L’appello di una studentessa
A poco più di un anno dalla frana avvenuta il 29 gennaio 2019 a Pomarico, in provincia di Matera, il governo ha deciso, nei giorni scorsi, di prorogare per altri dodici mesi lo stato di emergenza. «Non basta», scrive una studentessa rimasta senza casa in una lettera aperta finalizzata a «smuovere le coscienze locali, regionali e nazionali perché considerino le persone in quanto tali». Il sindaco Francesco Mancini rassicura: «Presto i primi interventi».
POMARICO Margherita Dilucca, 23 anni: sfollata. È il termine con cui si identifica da quando buona parte del centro storico del suo paese è crollato: Pomarico. «Non sei più una cittadina quando hai perso tutto e hai dovuto abbandonare casa, ricordi e quotidianità».
A poco più di un anno dalla frana avvenuta il 29 gennaio 2019 il governo ha deciso, nei giorni scorsi, di prorogare per altri dodici mesi lo stato di emergenza. «Non basta», scrive la studentessa in una lettera aperta finalizzata a «smuovere le coscienze locali, regionali e nazionali perché considerino le persone in quanto tali». E perché la politica non si limiti alle passerelle: «Non posso smettere di pensare che siamo stati e forse saremo ancora materiale da campagna elettorale», afferma raccontando come «proprio mentre Matera si vestiva da capitale europea della cultura, a pochi chilometri, il paesino crollava a pezzi, devastato dalla frana che ha distrutto le case di cinquantasei persone, tra le quali ci siamo io e la mia famiglia». «Di quei giorni ricordo ogni cosa: la paura negli occhi di tutti noi; la sofferenza di chi ha faticato una vita per costruire quello che ha; la velocità con cui dovevi scegliere quelle poche cose da impacchettare e portare via, perché per chissà quanto tempo non avresti visto casa; l’insicurezza e il sentirsi a pezzi».
Tra le case crollate c’è anche quella del sindaco, Francesco Mancini: «Ci aspettavamo la proroga dello stato di emergenza da parte del Consiglio dei ministri, intanto – annuncia – proprio due giorni fa è stato approvato il progetto per portare a compimento la prima fase di interventi. Quella che riguarda la rimozione delle macerie, la sistemazione del versante, la viabilità alternativa e, soprattutto, il contributo per l’acquisto di una nuova casa. Finanziamento che sarà suddiviso in proporzione alle esigenze delle famiglie e tenendo conto del valore dell’immobile crollato o da abbattere, fino a una spesa di 187mila euro per ciascuna richiesta».
Quello di Margherita è un appello più ampio. Una voce che si leva dalla regione dello spopolamento dei giovani. «Non posso smettere di pensare a quanto si stia perdendo di vista, nel dibattito politico, la vita delle persone. Potrebbe sembrare demodé pensarlo, ma credo che la politica sia uno strumento che debba mettersi a servizio dei cittadini. Noi siamo ancora qui, abbiamo lasciato un pezzo di cuore in quella casa». «Ogni giorno ti svegli in un letto che non è il tuo, e cercare quello che ti serve in una casa che non è la tua è una sfida emotiva: ti senti sempre ospite. Mi auguro che questa non diventi una delle tante pagine tristi del Sud, ma piuttosto una storia di rinascita».