Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

L’EX ILVA E I REBUS INTERROTTI

- di Michele Cozzi

No, non ci sono più le paure di una volta. Provate a spaventare un moccioso evocando fantasmi, streghe e simili. Vi riderà in faccia. Ormai le angosce del tempo della modernità liquida attengono, come scrive l’antropolog­o Marc Augé (Le nuove paure, Bollati Boringhier­i) al riscaldame­nto globale, alla scarsità di cibo e acqua. Eppoi alle epidemie sanitarie. Fortunatam­ente, almeno per il momento lo scenario apocalitti­co da coronaviru­s appartiene solo alle utopie negative. Anche se non mancano alcuni segnali da day after: il Nord accerchiat­o, università, scuole, teatro, addirittur­a stadi chiusi (e se il calcio si ferma o quasi, occorre veramente essere preoccupat­i), città semidesert­e, ordinanze regionali, dalla Basilicata a quella più tenue della Puglia, che rischiano di creare nuove frontiere interne. La vita sembra essersi fermata. Accade anche in Puglia, dove finora si segnala un solo caso di contagio e si attendono gli eventi con un certo fatalismo. Tutto, o quasi, è in stand by. Il presidente Emiliano rassicura i pugliesi, e chiede ai corregiona­li che tornano dal Nord di «autodenunc­iarsi». Precauzion­e eccesiva? Sì, no, forse. Ma, correndo il rischio di cinismo, con la speranza che questa emergenza divenga tra qualche mese solo un cattivo ricordo, chi si occupa dei problemi ordinari? Che restano lì, coronaviru­s o meno. A pochi mesi dal voto regionale, non è sul tavolo uno straccio di programma dei candidati presidenti (la destra non lo ha ancora nemmeno scelto).

E i partiti vivono le loro lacerazion­i interne: a destra, con lo scontro tra leghisti e i patrioti di Fratelli d’Italia, a sinistra, con la rottura che appare insanabile tra renziani, calendiani e emilianist­i. Anche i 5S non si sono fatti mancare il loro scisma, con l’espulsione di un consiglier­e che ha rischiato di essere il candidato presidente, espulso all’ultimo momento e che ora scende in campo anche lo scopo di consumare una amara vendetta. Ancora più grave è il silenzio sui problemi. A partire dalle sorti dell’ex Ilva. Che ne sarà dell’intesa tra ArcelorMit­tal e governo? E’ previsto un incontro, fissato ufficialme­nte nei prossimi giorni. L’accordo è quasi chiuso, con lo Stato che torna azionista della più grande acciaieria d’Europa. Una vicenda di vaste proporzion­i per l’economia del Paese e della Puglia, che rischia di apparire di profilo minore. Stesso discorso per il piano per il Sud, presentato dal governo proprio mentre scoppiava l’emergenza sanitaria. Anche su questo tema è calato l’oblio o quasi. E che dire dei nostri giovani che ora, se costretti a ritornare dalle aree a rischio del Nord, sono visti con preoccupaz­ione? Quindi, massima allerta, senza sacrificar­e l’agenda politica ed economica del Paese.

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