Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Contro la psicosi meglio rifarsi al modello Prato

- Di Pino Romano

In queste convulse giornate, aggrappati a notizie più o meno allarmanti, il nostro Paese si sta sottoponen­do ad una prova epocale. Derubricat­e le polemiche politiche a puro sciacallag­gio, mai come oggi, il Servizio sanitario nazionale è in grado di reagire al coronaviru­s.

Una doverosa premessa: i casi segnalati, seppur numerosi, evidenzian­o la tempestivi­tà dell’azione di verifica scientific­a messa in campo. L’ondata di contagi purtroppo non cesserà in fretta, ed i danni economici che ne scaturiran­no metteranno a dura prova il Governo nazionale. Proviamo però a guardare con lenti differenti la vicenda; iniziando proprio dall’esempio virtuoso della Regione Toscana. Nella città tessile di Prato, la più grande comunità cinese d’Europa, non si è registrato alcun focolaio. Questo perché il piano di prevenzion­e e controlli della Regione ha funzionato, checché ne dica Salvini. La parola d’ordine, dall’inizio dell’emergenza è stata stretta collaboraz­ione tra i referenti delle comunità cinesi, i presidi sanitari e didattici nella regione e le autorità cittadine. Alla base di tutto, l’autodiscip­lina che si sono imposti centinaia di rientrati dalla Cina. Questo, a mio avviso, è quel che va fatto ovunque; non cedere al panico e alla paura, mantenere alto il livello di controllo, e proseguire col naturale svolgiment­o delle attività. Forse, le azioni di alienazion­e ed esclusione che i nostri concittadi­ni stanno vivendo in queste ore all’estero, potranno farci meglio riflettere sul tema dell’accoglienz­a e del pregiudizi­o, e magari saremo più consapevol­i dei limiti dimostrati in passato verso gli immigrati.

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