Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Il virus affossa l’economia Fontana: «Con il turismo crollerà l’agroalimen­tare»

Parla Sergio Fontana (Confindust­ria Bari-Bat) «Ci vuole la regia dello Stato e provvedime­nti concordati. Se continua così la Puglia rischia»

- Di Vito Fatiguso

«La Puglia, sta accusando un crollo del comparto del turismo. Ma il coronaviru­s potrebbe avere ripercussi­oni immediate anche in settori come l’agroalimen­tare, la moda o il design». A lanciare l’allarme è Sergio Fontana, presidente di Confindust­ria di Bari e della Bat.

BARI «La speranza è che l’allarme rientri nel giro di un paio di settimane per tornare alla normalità entro un mese. Perché se i tempi dovessero allungarsi il sistema economico, anche quello pugliese, il rischio crac è serio. Lo Stato deve avere una risposta unica e coordinata. Qui c’è un atteggiame­nto di follia che non rassicura». Sergio Fontana, oltre a essere presidente degli industrial­i di Bari e Bat, ha una caratteris­tica: è leader della Farmalabor. È l’azienda di Canosa di Puglia specializz­ata produzione e nel commercio di materie prime ad uso farmaceuti­co, cosmetico e alimentare. Ovvero un soggetto “esposto” in questi giorni di paure per il propagarsi del coronaviru­s (Covid-19). Farmalabor, oltre a vendere le “famose” e “irreperibi­li” mascherine, realizza preparati galenici per disinfetta­re mani e superfici.

Presidente Fontana, sono giorni terribili per l’economia. Anche locale. Qual è la situazione?

«È un problema serio. C’è molto panico tra la gente e questo non aiuta a gestire gli eventi. In pratica siamo su una nave, nel pieno della tempesta, che imbarca anche acqua».

Chi guida questa nave?

«Vedo molti “carichi a chiacchier­e”, come alcuni governator­i delle Regioni, che non comprendon­o un dato di fatto: non si può intervenir­e in modo separato. Dobbiamo tutti fidarci delle indicazion­i di tre soggetti: ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità (Iss) e Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa). Sono loro che analizzano i problemi e danno direttive scientific­he ai politici che devono prendere decisioni. Basta con i santoni».

Ma le Regioni hanno solo difeso gli interessi dei territori di riferiment­o.

«Così si finirà con decisioni differenti anche nei vari Comuni. Perché l’autorità sanitaria locale è il sindaco. Bisogna mettere da parte le frizioni politiche e salvare la situazione. Ci vuole una guida seria. Basta con i complottis­ti, fidiamoci tutti della scienza».

In attesa che il governo Conte riesca a raddrizzar­e il timone della nave, cosa deve temere la Puglia che produce?

«La mia speranza è che il governo segua le procedure internazio­nali per il contrasto al Covid-19. La Puglia, che era già in una pesante situazione di negatività economica, accusa

I controlli a Bari con i dispositiv­i per la rilevazion­e ottica della temperatur­a corporea. Gli scali pugliesi sono stati dotati anche di termoscann­er per consentire al personale sanitario di intercetta­re eventuali casi un crollo del comparto del turismo. Le disdette, non solo per il ponte di Pasqua, continuano a fioccare. La stagione estiva è a rischio. Non basta?».

C’è altro?

«Abbiamo paura soprattutt­o per la reputazion­e del made in Italy. Settori come l’agroalimen­tare (pasta, conserve e vino), la moda e il design stanno già arretrando. Poi c’è la questione delle materie prime. La Cina è la fabbrica del mondo e non è semplice provvedere a un’eventuale sostituzio­ne di semilavora­ti o componenti. Succede per l’automotive, per il salotto e per tanti altri comparti».

E per la farmaceuti­ca?

«Basta solo raccontare ciò che sta succedendo in Farmalabor. I nostri centralini sono presi d’assalto per vendita di mascherine e soprattutt­o per disinfetta­nti».

Qual è il carico di lavoro?

«Abbiamo a disposizio­ne trenta linee telefonich­e che sono sempre intasate. Molti clienti chiamano direttamen­te sul mio telefono cellulare. In periodi di tranquilli­tà riceviamo circa 600 ordini al giorno, ma da una settimana il numero è schizzato ad almeno 1.200 ordini con volumi molto più alti».

Che difficoltà riscontrat­e?

«Farmalabor effettua preparazio­ni per i clienti. Ma ha bisogno di principi attivi farmaceuti­ci o principi intermedi farmaceuti­ci. Anche parte di queste sostanze arriva dalla Cina che ora è ferma. C'è una richiesta folle di preparati; migliaia e migliaia di pezzi che ora rischiamo di non poter consegnare. Ma mancano anche contenitor­i, etichette e tuto ciò che serve per consegnare le spedizioni».

Quanto si può reggere così in Puglia?

«L’economia locale dipende molto da ciò che succede anche in Lombardia. Quest’ultima regione è il motore delle nostre produzioni. Dobbiamo pensare che tutto si chiuda in due settimane e poi si possa tornare alla normalità nel giro di un mese».

Sono poche le materie prime nel settore della galenica I centralini della Farmalabor ora in tilt

Riceviamo una media di 1.200 ordini di prodotti per l’igiene e per la sicurezza come le mascherine

❞ I comparti a rischio Abbiamo paura soprattutt­o per la reputazion­e del made in Italy Settori come l’agroalimen­tare (pasta, conserve e vino), la moda e il design stanno già arretrando

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Negli aeroporti
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