Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
In auto armato di pistola Arrestato il nipote di Parisi
Tommaso, 23 anni, bloccato nel giorno del suo compleanno Sorpreso dalla polizia con altri tre pregiudicati a Poggiofranco
BARI È stato arrestato nel giorno del suo compleanno per porto di arma alterata. È Tommaso Parisi, nipote del boss del quartiere Japigia, Savinuccio Parisi che ieri (giorno dell’arresto) ha compiuto 23 anni. Durante uno dei consueti controlli in città, la polizia ha fermato Parisi nel quartiere Poggiofranco: era in possesso di una pistola giocattolo modificata, completa di caricatore con due proiettili calibro 9x17 e uno era in canna. Il giovane era a bordo di una macchina di grossa cilindrata insieme ad altre tre persone, tutte già note alle forze dell’ordine per vari precedenti penali. Il nipote del boss ha ammesso di essere il proprietario dell’arma che era stata nascosta dietro uno dei sedili posteriori. Durante la perquisizione personale nei confronti di Parisi, gli agenti hanno trovato alcuni grammi di cocaina. Uno dei suoi amici aveva indosso invece pochi grammi di marijuana. La pistola e le sostanze stupefacenti sono stati sequestrati e le perquisizioni sono state estese anche all’abitazione di Parisi con esito negativo. Il 23enne è finito in carcere, mentre l’altro ragazzo in possesso di droga è stato segnalato all’autorità amministrativa per uso personale .
Tommaso Parisi (omonimo del cantante neomelodico Tommy Parisi, figlio del boss Savinuccio) è invece figlio di Nicola, uno dei fratelli di Savino Parisi. Fatta eccezione per piccoli precedenti, il 23enne non è mai stato coinvolto nelle inchieste per mafia che hanno riguardato invece altri componenti della sua famiglia. Il clan Parisi, storicamente radicato nel quartiere Japigia, gestisce da sempre il business della droga, delle estorsioni e della ricettazione. Anche se negli ultimi anni la cosca mafiosa ha fatto il salto di qualità spostando la sua attenzione su affari più remunerativi tentando (e riuscendoci in molti casi) di infiltrarsi nel tessuto economico della città. La più recente relazione dell’Antimafia parla di un «diverso orientamento di strategia criminale del clan Parisi, che sembra aver spostato il baricentro dei suoi interessi in favore di affari più sofisticati come il riciclaggio, l’acquisizione attraverso prestanome di società e imprese apparentemente pulite e le scommesse on-line.
Ne è riprova l’operazione «Scommessa» (nel novembre 2018, ndr) relativa al contrasto del gioco di azzardo e della gestione criminale delle sale scommesse i cui esiti, tra l’altro, hanno confermato i forti legami dei Parisi con il clan Capriati» che invece gestisce gli «affari sporchi» nel borgo antico di Bari, con ramificazioni nel quartiere San Girolamo-Fesca
e anche in alcuni comuni di Bari.
Le inchieste della procura distrettuale antimafia di Bari hanno dimostrato pericolosi intrecci tra la criminalità organizzata di Bari e provincia (e quindi anche dei Parisi) e l’imprenditoria e gli apparati della pubblica amministrazione e poi ancora la capacità delle cosche baresi di stringere accordi e alleanze anche con le organizzazioni criminali straniere soprattutto albanesi per quanto riguarda lo smistamento e il trasferimento della droga sull’asse Albania-Puglia.
Il blitz
Nella foto grande una volante della polizia nel quartiere barese di Poggiofranco Nella foto piccola il boss Savinuccio Parisi