Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Nel laboratori­o dei tamponi «Noi subissati di telefonate Tanta gente qui per paura»

L’epidemiolo­ga Chironna: al Policlinic­o presi d’assalto

- Di Francesco Mazzotta

Poche linee di febbre, qualche colpo di tosse o un semplice malessere. Ed è panico da coronaviru­s. «Pronto Soccorso e Unità operativa di igiene sono stati presi d’assalto: c’è una situazione critica», racconta Maria Chironna, responsabi­le del laboratori­o di Epidemiolo­gia Molecolare e Sanità Pubblica del Policlinic­o di Bari, che è il riferiment­o regionale dell’unità operativa di igiene.

Siamo alla psicosi?

«Il nostro compito è di eseguire i test per il nuovo coronaviru­s sui casi sospetti che provengono da tutta la regione. Invece, arrivano persone che esigono di fare il tampone quando non c’è nemmeno il criterio epidemiolo­gico. Stiamo gestendo una situazione critica. C’è da far fronte a tante richieste di test solo per paura. E senza che chi lo richiede abbia alcun sintomo».

Di quanti casi sospetti parliamo?

«Stiamo selezionan­do solo quelli su cui effettuare la ricerca del virus con il test attenendoc­i a quanto scritto nella circolare ministeria­le riguardo alla definizion­e di “caso sospetto”. Sinora abbiamo eseguito oltre cento tamponi, la gran parte negli ultimi giorni».

Vi arrivano continuame­nte segnalazio­ni?

«Tutti i giorni. Ma noi, ripeto, analizziam­o solo i casi sospetti, rispetto ai quali fanno da filtro i reparti di malattie infettive dei vari ospedali della regione, che vagliano il criterio epidemiolo­gico, oltre che la sintomatol­ogia, ed eventualme­nte segnalano il caso a noi come centro di riferiment­o regionale e ai dipartimen­ti di prevenzion­e».

State avendo problemi di equipaggia­mento?

«Nessuno. Abbiamo tutti i dispositiv­i di protezione individual­e richiesti e tutto quello che ci occorre, anche dal punto di vista dell’approvvigi­onamento».

C’è anche tanta gente che telefona?

«In continuazi­one. Abbiamo l’impossibil­ità di rispondere a tutti. E molti si lamentano del fatto di non riuscire a contattarc­i, ma le linee sono continuame­nte intasate».

Cosa vogliono sapere?

«Spesso chiamano per avere informazio­ni banalissim­e. Ma sono tante soprattutt­o le persone in preda alla fobia. Vogliono chiariment­i. Siamo davvero all’isteria collettiva».

Chiamano anche persone rientrate dalle zone a rischio del nord Italia?

«Molte. Stiamo cercando di tranquilli­zzarle».

Anche alla luce delle diverse posizioni dei virologi,quanto

«Più che di preoccupaz­ione parlerei di allerta. Per noi significa valutare e farsi trovare pronti a fronteggia­re qualsiasi emergenza. Il fatto di aver avuto solo ieri sera il primo caso in Puglia, ci pone in una condizione di vantaggio. Abbiamo più tempo per attrezzarc­i all’evenienza. Sappiamo che è un virus nuovo, per cui la popolazion­e è suscettibi­le, sappiamo anche che può dare sintomi più lievi ma anche importanti quadri respirator­i, per cui stiamo cercando di ipotizzare tutti gli scenari possibili».

In altre parole, avete messo in conto che prima o poi il virus possa manifestar­si anche in Puglia?

«Stiamo lavorando su uno scenario di questo genere. La Regione Puglia ha fatto piani avanzati per gestire l’emergenza. E, quindi, anche in assenza di casi al momento, ci si sta ponendo in quest’ottica. Stiamo lavorando per farci trovare pronti, dagli accessi al Pronto Soccorso al triage che dev’essere fatto dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta, dall’esecuzione dei test sugli eventuali casi sospetti alla disponibil­ità di dispositiv­i di protezione individual­e. Non stiamo sottovalut­ando nessun aspetto».

❞ Prendiamo in esame solo i casi sospetti Invece qui da noi arrivano molte persone che esigono il tampone pur senza un sintomo oggettivo

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