Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Nel laboratorio dei tamponi «Noi subissati di telefonate Tanta gente qui per paura»
L’epidemiologa Chironna: al Policlinico presi d’assalto
Poche linee di febbre, qualche colpo di tosse o un semplice malessere. Ed è panico da coronavirus. «Pronto Soccorso e Unità operativa di igiene sono stati presi d’assalto: c’è una situazione critica», racconta Maria Chironna, responsabile del laboratorio di Epidemiologia Molecolare e Sanità Pubblica del Policlinico di Bari, che è il riferimento regionale dell’unità operativa di igiene.
Siamo alla psicosi?
«Il nostro compito è di eseguire i test per il nuovo coronavirus sui casi sospetti che provengono da tutta la regione. Invece, arrivano persone che esigono di fare il tampone quando non c’è nemmeno il criterio epidemiologico. Stiamo gestendo una situazione critica. C’è da far fronte a tante richieste di test solo per paura. E senza che chi lo richiede abbia alcun sintomo».
Di quanti casi sospetti parliamo?
«Stiamo selezionando solo quelli su cui effettuare la ricerca del virus con il test attenendoci a quanto scritto nella circolare ministeriale riguardo alla definizione di “caso sospetto”. Sinora abbiamo eseguito oltre cento tamponi, la gran parte negli ultimi giorni».
Vi arrivano continuamente segnalazioni?
«Tutti i giorni. Ma noi, ripeto, analizziamo solo i casi sospetti, rispetto ai quali fanno da filtro i reparti di malattie infettive dei vari ospedali della regione, che vagliano il criterio epidemiologico, oltre che la sintomatologia, ed eventualmente segnalano il caso a noi come centro di riferimento regionale e ai dipartimenti di prevenzione».
State avendo problemi di equipaggiamento?
«Nessuno. Abbiamo tutti i dispositivi di protezione individuale richiesti e tutto quello che ci occorre, anche dal punto di vista dell’approvvigionamento».
C’è anche tanta gente che telefona?
«In continuazione. Abbiamo l’impossibilità di rispondere a tutti. E molti si lamentano del fatto di non riuscire a contattarci, ma le linee sono continuamente intasate».
Cosa vogliono sapere?
«Spesso chiamano per avere informazioni banalissime. Ma sono tante soprattutto le persone in preda alla fobia. Vogliono chiarimenti. Siamo davvero all’isteria collettiva».
Chiamano anche persone rientrate dalle zone a rischio del nord Italia?
«Molte. Stiamo cercando di tranquillizzarle».
Anche alla luce delle diverse posizioni dei virologi,quanto
«Più che di preoccupazione parlerei di allerta. Per noi significa valutare e farsi trovare pronti a fronteggiare qualsiasi emergenza. Il fatto di aver avuto solo ieri sera il primo caso in Puglia, ci pone in una condizione di vantaggio. Abbiamo più tempo per attrezzarci all’evenienza. Sappiamo che è un virus nuovo, per cui la popolazione è suscettibile, sappiamo anche che può dare sintomi più lievi ma anche importanti quadri respiratori, per cui stiamo cercando di ipotizzare tutti gli scenari possibili».
In altre parole, avete messo in conto che prima o poi il virus possa manifestarsi anche in Puglia?
«Stiamo lavorando su uno scenario di questo genere. La Regione Puglia ha fatto piani avanzati per gestire l’emergenza. E, quindi, anche in assenza di casi al momento, ci si sta ponendo in quest’ottica. Stiamo lavorando per farci trovare pronti, dagli accessi al Pronto Soccorso al triage che dev’essere fatto dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta, dall’esecuzione dei test sugli eventuali casi sospetti alla disponibilità di dispositivi di protezione individuale. Non stiamo sottovalutando nessun aspetto».
❞ Prendiamo in esame solo i casi sospetti Invece qui da noi arrivano molte persone che esigono il tampone pur senza un sintomo oggettivo