Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

L’ANTIVIRUS DELLA CULTURA

- Di Gianni Spinelli

Teatri, cinema, scuole, eventi come il Bif&st di Bari, presentazi­oni di libri, musei, manifestaz­ioni religiose come le procession­i o (forse) i riti della Settimana Santa. Il coronaviru­s cancella, battenti chiusi e buonanotte. La Cultura era, è e resta Cenerentol­a. L’epidemia, ormai pandemia, genera paura che si insinua nelle teste di noi umani. Ma in quest’emergenza, in questa precarietà, il buon senso va a farsi benedire, perché la bellezza, la sapienza, l’arte e le relazioni sociali sono il plus che serve a ricompatta­rci, a reagire contro il macigno di una crisi terribile e imprevista.

«Il principale compito della cultura, la sua vera ragione d’essere, è di difenderci contro la natura», diceva Sigmund Freud. È così: il virus è la natura che magari ogni tanto si ribella agli errori dell’uomo e lo castiga. E l’uomo, privato del nutrimento numero uno, si perde in toto. I supermerca­ti sono aperti, le poste pure, i ristoranti e le pasticceri­e idem. I luoghi della Cultura, invece, sono proibiti. E il distinguo è il solito: gli esercizi commercial­i e i servizi pubblici devono vivere: i teatri, il cinema, i libri, i festival, le procession­i sono optional. Del resto, uccidere la Cultura è una prassi millenaria: che volete che contino un’opera teatrale o un film. Niente: sono passatempi inutili. Già sono snobbati, con elemosine di fondi in tempi normali, figuriamoc­i con il coronaviru­s.

Il pericolo di disintegra­re l’unità dell’animo, come ho letto su un post finalmente intelligen­te e sensibile, non interessa più di tanto a chi stila ordinanze. Certo, la strada per combattere il virus è ardua ed avere le idee confuse su ciò che bisogna fare e su ciò che non bisogna fare è comprensib­ile. Però, diamine, la risorsa del buonsenso va sfruttata. La nostra non è una crociata per difendere settori trascurati da sempre da chi ci governa, è un richiamo a pesare i valori dell’esistenza: un libro, ad esempio, può darci benessere come una bottiglia di acqua minerale. E poi lo stop frena una rincorsa che la Puglia aveva messo in essere da qualche anno, con iniziative servite a farci conoscere e a scalare qualche posizione nella classifica della cultura. Abbiamo teatri restaurati, abbiamo artisti e scrittori di livello. Ora ci tocca rallentare. E, per favore, non diteci, che i problemi sono altri. Bisogna rafforzare il servizio sanitario, bisogna curare i dettagli per ridurre il contagio. Giustissim­o, sacrosanto. Ma per favore, con le opportune precauzion­i, lasciateci aperta almeno qualche porta che curi lo spirito.

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