Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Piccinni o Fusco Giù il sipario fino al 3 aprile
«È cambiato lo scenario», scrive il Teatro Pubblico Pugliese. Un duro colpo per un sistema debole con compagnie e operatori già in difficoltà
Dal Piccinni di Bari al Fusco di Taranto, tutti i principali teatri pugliesi chiusi fino al 3 aprile.
BARI Chiudono i teatri, si rinviano concerti e rappresentazioni, si annullano vernissage e presentazioni. Il mondo dello spettacolo dal vivo si ferma, anche in Puglia. Sono gli effetti del decreto emanato ieri dal Governo che, per contrastare il diffondersi del Coronavirus, ha disposto lo stop di un mese a manifestazioni di qualsiasi natura, ma con qualche margine di interpretazione. Il testo parla di sospensione sino al 3 aprile per le iniziative che «comportano l’affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro». Una formulazione che lascerebbe spazio agli operatori nella gestione dell’emergenza attraverso una serie di accorgimenti di sicurezza comunque difficili da applicare e verificare. Nonostante la deroga, il dispositivo ha portato la stragrande maggioranza a desistere dal proseguire l’attività: un duro colpo per un sistema debole, con compagnie, esercenti e operatori già alle prese con difficoltà finanziarie dovute ai ritardi nei pagamenti da parte di enti pubblici e statali.
Ha deciso di fermarsi il Petruzzelli, per la psicosi da contagio già ampiamente disertato dagli appassionati mercoledì sera per il debutto nella stagione d’opera di Adriana Lecouvreur di Cilea, spettacolo che avrebbe dovuto essere replicato sino al 10 marzo. «Carissimo pubblico, a voi che siete il cuore del Teatro Petruzzelli va il sentito ringraziamento per aver partecipato alla “prima”», hanno postato gli organizzatori, annunciando la chiusura sino al 3 aprile.
Si ferma anche il Teatro pubblico pugliese, che circuita spettacoli in quasi cinquanta comuni e teatri, tra cui il Piccinni di Bari e il Fusco di Taranto. «È cambiato lo scenario e adesso siamo nel bel mezzo di uno spettacolo completamente diverso», l’amara considerazione kunderiana che ha accompagnato l’annuncio del blocco della programmazione. Carlo Bruni, direttore del Sistema Garibaldi di Bisceglie, avrebbe voluto andare avanti, lo stesso avrebbe voluto fare la Compagnia Diaghilev, al teatro van Westerhout di Mola di Bari. Davvero difficile tentare in queste condizioni.
Stop anche per i Teatri di
Bari, che per il momento comunicano l’annullamento degli appuntamenti del weekend al Kismet, al Radar di Monopoli e alla Cittadella degli Artisti di Molfetta. Sempre a Bari, chiuso l’Abeliano, riprogrammazione per Forma e Palazzo, mentre il Team posticipa The full monty, Open e i concerti delle Vibrazioni, di Renzo Arbore con l’Orchestra italiana e del duo Raf-Tozzi. A Brindisi sospensione dell’attività per il teatro Verdi, a Taranto per la compagnia Crest. A Lecce si ferma la stagione del teatro Apollo, dove avrebbe dovuto esibirsi anche il Balletto del Sud, che ha rinviato la serata Stravinskij e cancellato le tournée fuori regione. Erano già slittati a ottobre i concerti a Bari dei Modà, e vengono rimandati anche Giusy Ferreri e Subsonica.
Le associazioni concertistiche di classica si fermano in tutta la regione, a partire dai sodalizi storici, la Camerata Barese e quella Salentina, e gli Amici della Musica di Taranto. Niente concerti anche per l’Orchestra della Magna Grecia, l’Agìmus di Mola di Bari e altre società, grandi e piccole. Tanti i rinvii, come la terza edizione di Foodexp a Lecce, che slitta a settembre, e la presentazione del libro del giornalista Paolo Borrometi al Mat di Terlizzi, spostata al 28 aprile. La situazione è difficile. Si rischia il collasso.