Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Doppia preferenza, Maurodinoia sollecita la Regione ad approvare la sua proposta di legge
L’otto marzo di Anita? Un manifesto polemico
BARI La sua inconfondibile sagoma, niente volto e bocca cucita. Al posto delle labbra una cerniera, quasi a voler significare il bavaglio messo alle donne. Per l’accesso alle istituzioni. È la provocatoria campagna pubblicitaria, «Niente da festeggiare», scelta in vista dell’8 marzo da Anita Maurodinoia. La consigliera regionale del Pd, conosciuta come lady preferenze e da qualche ora con quattro incarichi (oltre a componente dell’aula di via Gentile è a titolo gratuito anche consigliere comunale, consigliere metropolitano e delegato metropolitano, dopo la decisione del sindaco Antonio Decaro di assegnarle deleghe pesanti come polizia metropolitana, protezione civile e personale) ha infatti deciso di tappezzare la città di Bari e i restanti Comuni dell’ara metropolitana con manifesti per sollecitare la politica regionale a varare la sua proposta di legge sulla doppia preferenza di genere. Consentire all’elettorato, già dalle prossime Regionali di maggio, di poter scegliere sulla scheda sia un uomo e sia una donna, della stessa lista, come già accade nei Comuni.
Cinquanta i manifesti messi su Bari, sessanta invece quelli sparsi in trenta Comuni. «Per lanciare un messaggio chiaro a chi non vuole permettere questa riforma» spiega la consigliera. Ma i tempi della legislatura regionale sono davvero agli sgoccioli – quattro le sedute di consiglio previste prima del liberi tutti, coronavirus permettendo – e quindi potrebbe non esserci il margine utile per l’approvazione della legge. «Se c’è la reale volontà, il tempo lo si trova» dice seraficamente l’esponente del Pd.
Insomma un nuovo sistema regionale per favorire un’adeguata rappresentanza femminile nelle istituzioni e soprattutto nel consiglio regionale, dove non a caso Maurodinoia è l’unica donna della maggioranza, subentrata peraltro in corso di mandato come prima dei non eletti dopo l’elezione di Marco Lacarra a deputato.
Solo tra le opposizioni siedono altre quattro donne (tre del M5S e una di Forza Italia) mentre tra i banchi della giunta solo l’esterna Loredana Capone dà un tocco rosa alla compagine di governo tutta al maschile.
Una differenza notevole rispetto al Comune di Bari dove nell’ultima elezione dello scorso anno c’è stata, grazie alla doppia preferenza, una valanga rosa con ben quindici donne elette nell’aula Dalfino. Molto indietro invece le aziende partecipate: nessuna donna è al comando di Amtab, Amiu, Multiservizi e ReteGas.