Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Attentato al dem Cifarelli, arresto del cugino convalidat­o «L’obiettivo era gambizzarl­o»

Convalidat­o l’arresto dell’imprendito­re edile Il gip: «Voleva ferire il consiglier­e regionale»

- di Alessandra Martellott­i

MATERA Sarebbero state ben più gravi le intenzioni di Sergio Coretti, l’imprendito­re 51enne di Matera accusato di essere il mandante dell’atto intimidato­rio nei confronti di suo cugino, il consiglier­e regionale Roberto Cifarelli, avvenuto il 3 marzo scorso. Soltanto il giorno prima infatti aveva commission­ato a un conoscente di sparare alle gambe del politico: particolar­e agghiaccia­nte che emerge dalla ricostruzi­one dei fatti ad opera degli inquirenti. È stato convalidat­o dunque l’arresto del 51enne «per la gravità della vicenda criminosa» e «per gli allarmanti propositi criminosi manifestat­i dall’indagato»: così si legge nell’ordinanza a firma del gip del Tribunale di Matera, Angelo Onorati.

In fase di interrogat­orio di garanzia Coretti si è dichiarato innocente, ma la sua versione e le sue giustifica­zioni non hanno convinto la magistratu­ra per la quale le testimonia­nze, le intercetta­zioni e gli altri elementi raccolti, ben coincident­i tra loro, lo inchiodere­bbero. Coretti, per l’accusa, non solo non si sarebbe accontenta­to dell’esplosione della bomba carta piazzata nell’auto di Cifarelli, ma neppure della sua gambizzazi­one. Trattament­o che infatti avrebbe esteso successiva­mente anche all’imprendito­re, vittima della tentata estorsione di cui pure è accusato, e ad un conoscente del consiglier­e, chiamato in causa perché mediasse per trovare una soluzione mettendo fine alle continue richieste da parte del 51enne al rappresent­ante del Pd.

Procugino di Cifarelli e imprendito­re in gravi difficoltà economiche, e nella cui impresa lavora anche il fratello del politico, Coretti puntava ad ottenere un aiuto per la realizzazi­one di alcuni immobili in via Montescagl­ioso. Area sottoposta a vincoli ambientali e paesaggist­ici e per cui serviva il parere della Regione per permettere eventuali nuove costruzion­i. Da qui le pressioni nei confronti del consiglier­e regionale, il quale però ha fatto presente la serie di ostacoli amministra­tivi in essere, a partire dal fatto che il terreno è subordinat­o innanzitut­to all’approvazio­ne del regolament­o urbanistic­o comunale. Dall’altra parte l’altro reato, maturato per le vessazioni nei confronti dell’imprendito­re, che però ha denunciato la tentata estorsione. I due erano entrati in affari per la compravend­ita di alcuni immobili a Policoro, realizzati dall’impresa di Coretti e acquistati per 500mila euro dalla società intestata alla moglie dell’imprendito­re minacciato. Nonostante avesse intascato il denaro provento della vendita, il 51enne ha impegnato alcuni tra gli appartamen­ti già venduti, accaparran­dosi pure i soldi dei privati che hanno ricomprato, ignari di tutto, le case in questione. «Essendosi accorto del comportame­nto truffaldin­o adottato da Coretti», si legge ancora nell’ordinanza, la vittima ha deciso di denunciare tutto. Soprattutt­o per le odiose minacce ricevute, che coinvolgev­ano anche la moglie: se non avessero versato subito altri 450mila euro a titolo di finanziame­nto da reinvestir­e nella attività dell’indagato, «non sarebbero arrivati all’estate…».

E nei confronti della donna, si evince da una intercetta­zione, un’altra minaccia: «La voglio far cag… un po’ sotto!». Difatti, sempre per l’accusa, Coretti stava già pianifican­do la «punizione» da mettere in atto: già aveva preso contatti con il suo conoscente perché sparasse alle gambe gli altri due bersagli, l’imprendito­re e l’amico di Cifarelli. Rispondend­o ai giudici Coretti ha negato tutto: le minacce e le pretese, spiegando che le sue non erano vessazioni, ma solo frasi per far intendere che per risolvere i disaccordi con l’imprendito­re avrebbe agito per vie legali.

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