Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Un contrabbas­so superstar Bardoscia e il suo trio suonano la magia della paternità

- di Fabrizio Versienti

La paternità può cambiare profondame­nte il modo in cui si guarda al mondo, la relazione con il tempo, con il futuro. «Il futuro è un albero», proclama il disco di cui ci occupiamo oggi, traduzione in musica delle preoccupaz­ioni di un padre un po’ sotto la quarantina, che sta imparando a osservare le cose con gli occhi di suo figlio Otto. Il genitore in questione si chiama Marco Bardoscia, e si spiega nel libretto del suo album edito dall’etichetta di Paolo Fresu, la Tuk Music. Una raccolta di brani originali, tutti scritti da lui che si era già segnalato in passato, oltre che come strumentis­ta d’eccellenza, come autore ispirato. Fresu ha avuto modo di apprezzarl­o in entrambe le vesti, mettendolo poi sotto contratto insieme ad altri due talenti pugliesi con i quali Bardoscia ha condiviso non poche esperienze: il sassofonis­ta Raffaele Casarano, suo primo leader e mentore, e il pianista Mirko Signorile. Qui Bardoscia si presenta come leader di un trio insieme ad altri due pugliesi, l’ottimo Dario Congedo alla batteria (se ne parlava giusto domenica scorsa) e William Greco allo strumento a tastiera; va da sé, un trio pianistico governato dal basso finisce per essere un oggetto diverso da quelli dove il leader è appunto un pianista, o un batterista. Questione di sfumature, di lirismo, di calore. The Future Is a Tree si apre con una collezione di «stagioni» (Estate, Autunno, Inverno, Primavera) resa con pochi tocchi di grande suggestion­e, e poi si perde nell’aria inseguendo lo Chorino delle foglie volanti con i suoi profumi brasiliani, facendosi portare dal Mistral, guardando un Segnavento. Mentre il contrabbas­so si fa armonia, ritmo, canto.

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Marco Bardoscia e il suo disco (Tuk Music)
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