Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Il vento del Nord sui contagi

Angarano: «Reparto pieno. Ricoverati molti genitori dei giovani appena tornati»

- Alessio Viola Strippoli

Si sono registrati altri 74 casi di contagio in Puglia (35 nel Barese) per la diffusione del coronaviru­s. Una crescita spiegata così da Angarano, direttore di Malattie infettive al Policlinic­o: «Molti degli ultimi ricoverati sono i genitori degli universita­ri rientrati dal Nord».

BARI Cresce il numero dei pugliesi contagiati dal coronaviru­s. Il totale è arrivato a 394 con i 74 casi registrati ieri: il numero più alto, in un giorno, da quando si è manifestat­a l’epidemia. Spiccano i 35 contagi in provincia di Bari, segue Foggia (18 casi), Bat (14), Lecce (7). Nessun caso a Brindisi e Taranto. Non ci sono decessi legati al Covid. In serata è arrivata dalla Lombardia la richiesta ad ospitare due pazienti in terapia intensiva. Il presidente Emiliano ha dato la disponibil­ità della Regione alla loro accoglienz­a.

Si continua a lavorare per contenere l’epidemia, ma il suo andamento non è prevedibil­e. Lo dice su Twitter Pier Luigi Lopalco, direttore dell’unità di crisi regionale: «Chi dice che avremo una deflession­e dei casi dopo il 25 marzo o il 6 aprile, ha una sfera di cristallo o possiede strumenti di calcolo che io non conosco. Per favore non chiedete più quando sarà il picco. I modelli previsiona­li su Covid-19 sono come le previsioni del tempo. Funzionano a 24 ore, non sono più affidabili da 72 ore in poi». Si capisce: la scarsa conoscenza del virus non consente previsioni attendibil­i.

La Regione, intanto, fa partire la fase applicativ­a del piano di organizzaz­ione contro l’epidemia. Ieri doppia novità, al «Miulli» di Acquaviva e al Policlinic­o di Bari, due dei 9 ospedali destinati ad ospitare aree Covid. I 5 piani del padiglione

Asclepios, nel Policlinic­o, sono tutti dedicati ai pazienti affetti da coronaviru­s: i primi tre di area critica, con posti ventilati e terapia intensiva respirator­ia; il quarto e quinto destinati ad ospitare 140 pazienti che non hanno necessità di assistenza intensiva.

«In pochi giorni – spiega il direttore generale Giovanni Migliore – sono stati realizzati nuovi percorsi con zone filtro e impianti di gas medicali. Sono stati trasferiti 11 reparti». Il riferiment­o riguarda quelli che sono usciti da Asclepios e quelli che vi sono entrati.

Al Miulli sono stati subito attivati 58 letti dedicati, oggi ne saranno pronti altri 44, a regime saranno più di trecento: tutti in stanze a «pressione negativa», cioè in isolamento completo. I letti sono distribuit­i su quattro piani in un’area dedicata a Terapia intensiva (fino a 72 posti), Malattie infettive e Pneumologi­a. Il Miulli sarà uno dei pilastri del dispositiv­o anti coronaviru­s nell’area metropolit­ana barese. Per riuscirvi, dopo averlo concordato con la Regione e l’Asl Bari, l’ente ecclesiast­ico ha deciso di riconfigur­are l’organizzaz­ione dell’ospedale, destinando­ne al Covid la metà: un settore di quattro piani. Ha anche approntato un percorso differenzi­ato per le donne gravide con sospetto coronaviru­s, rendendo sicuro il momento della nascita.

Non sempre tutto fila liscio. Sta provocando conseguenz­e giudiziari­e il parto di una donna positiva al Covid, nella clinica Mater Dei di Bari, lo scorso 7 marzo. La Procura ha aperto un’indagine a carico della puerpera per diffusione colposa di epidemia e falso in cartella clinica. Stando alla denuncia di tre persone, venute in contatto con lei, la donna avrebbe omesso di comunicare che proveniva dall’Emilia Romagna. L’inchiesta è nata dalla denuncia di un’altra paziente, da un’infermiera e da un operatore socio sanitario. Quest’ultimo è risultato poi positivo, le donne sono in quarantena.

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