Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Io, la stilista delle spose, produco mascherine per medici e Croce Rossa»

- Cesare Bechis

TARANTO Mille mascherine in triplo strato di cotone, lavabile a 90 gradi. Le ha realizzate Carmen Clemente, una delle firme più prestigios­e nel mondo degli abiti da sposa, pluripremi­ata alla Milano Fashion Week e a Firenze con l’Oscar dell’Alta moda. Nella sua sartoria «Le spose di Carmen” a Ginosa, città di ventimila abitanti a 55 chilometri da Taranto sulla Murgia tarantina, ha messo da parte in questo momento l’arte dove le vengono universalm­ente riconosciu­te tecnica e creatività per dedicarsi al prossimo.

«In questo periodo di quarantena – dice - la nostra sartoria si mette a disposizio­ne della comunità per produrre protezioni facciali. Mai come in questo momento sentiamo l’orgoglio di essere italiane, ci fa piacere dare un piccolo contributo nella misura che possiamo. Facciamo casa e lavoro alle nostre macchine per cucire e rivolgiamo a tutti una preghiera: rimanete a casa, facciamo un sacrificio in più, ne usciremo più forti di prima». Le prime mille magioiose. scherine le ha realizzate nel laboratori­o grazie alla filiera composta dal marito Benito, al taglio, dalla figlia Dalila e da Carmen al cucito, Walter e Christian a stirare. Domenica scorsa non hanno avuto pause e hanno lavorato anche la notte. «Questa prima produzione – aggiunge Carmen - è stata destinata a medici, Croce Rossa, Protezione Civile, carcere di Matera, anziani della Casa Famiglia di Ginosa e a tanta gente comune che non è riuscita ancora a procurarsi uno schermo di protezione dal contagio. Ho deciso di fare qualcosa per salvaguard­are la salute collettiva il 20 febbraio quando ho annullato l’appuntamen­to consueto di Milano con l’alta moda. Pazienza se è andato in fumo un anno di lavoro tra investimen­ti e collezioni già pronte». Sensibile all’allarme lanciato in tutta Italia per l’insufficie­nte numero di mascherine disponibil­i rispetto

❞ Pazienza, se è andato in fumo un anno di lavoro Ho deciso di tutelare la salute collettiva

alle richieste e alle esigenze della collettivi­tà, la stilista degli abiti da sposa guarda nel proprio magazzino, vede che c’è una scorta abbondante di cotone per camicie da uomo e decide seduta stante di utilizzarl­o per farne ciò che oggi serve più di ogni altra cosa. Anche di stoffa vanno bene, ha sentito dire dagli esperti. Così ne fa un prototipo, poi parte la produzione in serie. Ne realizza anche un tipo per i bambini con fantasie La notizia si diffonde, varca i confini ginosini, arrivano richieste anche dai farmacisti ormai senza scorta.

«Da quando mi è venuta l’idea di come potermi rendere utile in un momento così drammatico per la vita sociale di tutta la nostra comunità – racconta - non mi fermo un attimo per produrne il più possibile. Siamo stanchi ma soprattutt­o molto soddisfatt­i: ci bastano solo poche ore di sonno e per il resto siamo pronti a questa missione che facciamo con immenso piacere, mettendo a disposizio­ne la nostra arma migliore, un lavoro che amo e che è al servizio di tutti, perché tutti insieme ne usciremo più consapevol­i e orgogliosi di vivere in una grande Nazione». Un’iniziativa dello stesso tipo potrebbe nascere anche a Martina Franca, famoso distretto del tessile, dopo l’invito del sindaco Franco Ancona alle aziende del territorio di sperimenta­re la produzione di mascherine protettive.

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