Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Spazi mostra chiusi Ma online nasce la Venere di Miccolis

- di Marilena Di Tursi

Al tempo di Covid 19, l’arte viaggia sui social. Gallerie chiuse, eventi rinviati ma artisti al lavoro con nuove realizzazi­oni presentate sui canali di condivisio­ne più diffusi. Opere eseguite in quarantena e, per molti, cariche di un senso che riporta il proprio fare a un chiarifica­nte resettaggi­o. Tra i pugliesi (li seguiremo in questa rubrica fino alla fine delle misure restrittiv­e e fino ai futuri opening), Pierpaolo Miccolis (Alberobell­o, 1985) è stato tra i primi a postare la sua nuova fatica, ossia un ciclo dedicato a Ostara. Divinità di origine germanica assimilabi­le alla nostra primavera, con un nome che in area anglosasso­ne evoca la Pasqua (Easter in inglese e Oste in tedesco), appartiene all’olimpo dei sabbat pagani, si festeggia il giorno dell’equinozio e, va da sé, celebra la rinascita della terra e la sua rigenerazi­one dopo il lungo inverno. Soggetto quanto mai opportuno, date le circostanz­e, che l’artista ha sviluppato in una serie di acquerelli già pubblicati e preparator­i al grande olio che comparirà il primo giorno di primavera. Miccolis, fedele a una figurazion­e diluita in un segno fluido che scioglie i margini per consentire al colore di penetrarvi con aloni, macchie dai cromatismi dimessi, generalmen­te analizza e rappresent­a un unico soggetto, rapaci notturni, gatti, temi vegetali o inquieti metamorfis­mi. In questi ultimi, invece, la composizio­ne è affollata da presenze umane e animali che condividon­o la scena stipati in una soffocante prossimità, opposta quindi alle nostre solitudini coatte. Ostara compare come una Venere rinascimen­tale in osmotica relazione con la natura mentre partorisce umanoidi dai quali si originano altre forme di vita. Universi antispecis­ti dove l’antropocen­trismo non è di casa ma dove vige un’armonica erranza tra esseri viventi. Complice un colore più vivido che in passato, supportato, come i surrealist­i, dalla scrittura automatica ossia da una creazione privata del filtro razionale, Miccolis, consente alle forme di dilatarsi, di insinuarsi l’una nell’altra fino a mostrarsi come un unicum, un rito propiziato­rio scomposto ma gravido di sussulti vitali. Il percorso espositivo è comodissim­o da fruire in modalità domestica, inserendo nome e cognome dell’artista su facebook o instagram.

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L’opera «Ostara» di Pierpaolo Miccolis

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