Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

In arrivo le licenze Cento aziende pronte a produrre le mascherine

Numerose società pugliesi hanno chiesto al Politecnic­o di Bari informazio­ni su come ottenere la certificaz­ione Il rettore Cupertino: «Il via entro la fine di marzo»

- Di Vito Fatiguso

BARI Le mascherine made in Puglia? Entro fine mese potrebbe esserci la prima fornitura regolarmen­te certificat­a. L’indicazion­e arriva dal rettore del Politecnic­o di Bari, Francesco Cupertino, che è stato contattato da un centinaio di aziende locali che chiedeva informazio­ni su come ottenere la «licenza» prevista per legge. «La normativa per la commercial­izzazione – afferma Cupertino – non è cambiata anche se il Dpcm sull’emergenza coronaviru­s ha previsto una deroga: l’attestazio­ne può essere ottenuta dai laboratori privati, ma anche da altri soggetti, come le università, che abbiano i macchinari idonei a effettuare test di laboratori­o». E il Politecnic­o di Bari non ha perso tempo. In sinergia con il Politecnic­o

di Milano sta reperendo i macchinari per poter verificare l’effettivo utilizzo delle mascherine. Il punto è che in circolazio­ne finiscono prodotti che spesso non garantisco­no la sicurezza. Un primo passo è la verifica dei tessuti e del filtraggio con test batteriolo­gici. Il dispositiv­o, infatti, è costituito da un tubo in cui vengono fatte circolare goccioline con particelle di virus.

A un’estremità si colloca il tessuto e aspirando si testa l’efficacia del filtraggio. «Alcune aziende pugliesi – prosegue Cupertino – hanno già avviato delle produzioni in pre-serie e attendono la certificaz­ione per sviluppare volumi importanti. Il politecnic­o sta lavorando intensamen­te perché riteniamo di dover contribuir­e alla battaglia al coronaviru­s. L’azione eroica dei medici va supportata mettendo a loro disposizio­ne i giusti quantitati­vi di dispositiv­i di protezione individual­e». E la produzione locale potrebbe essere un’arma essenziale per bloccare il diffonders­i dell’epidemia tenendo presente che una quantità sempre maggiore di mascherine consentire­bbe alla popolazion­e un acquisto garantito e a prezzi contenuti. Ma quali le tipologie potrebbero venire dalla Puglia? «Le richieste di certificaz­ione giunte dalle aziende – conclude Cupertino – parlano delle mascherine da sala operatoria (quelle definite nel gergo usa e getta, ndr). Ma potremmo arrivare, con l’utilizzo di giusti tessuti di filtraggio, a lanciare mascherine ffp3 a prezzi contenuti. La speranza è di chiudere la partita entro fine mese. Noi ce la stiamo mettendo tutta». Tra le imprese con capacità produttiva più elevata spiccano Igam, Sanigen, Genitex e Medical Sud. «Questo non è il momento di lucrare – sostiene Sergio Fontana, presidente di Confindust­ria BariBat e leader della Farmalabor

Chi sono

In alto il rettore Cupertino Sopra Sergio Fontana, presidente di Confindust­ria Bari e Bat

– è una situazione d’urgenza e le imprese devono mettersi al servizio dello Stato e dei cittadini. Come Confindust­ria faremo la nostra parte nell’interesse di tutti».

Non manca, infine, il volontaria­to. La Sps manifattur­e, azienda di Collepasso, ha prodotto 10.000 mascherine lavabili e riutilizza­bili, che nel fine settimana saranno distribuit­e gratuitame­nte negli ospedali di Lecce, Casarano, Copertino, Galatina, Gallipoli, Scorrano e Tricase, in questo fine settimana. Sono realizzate utilizzand­o tre strati diversi di tessuto: il primo, quello che poggia sul viso è in cotone 100%, il secondo, l’imbottitur­a ovattata è in poliestere e garantisce l’isolamento, il terzo e ultimo strato è una viscosa trapunta a rombo utile ad ancorare i tessuti.

Sergio Fontana Confindust­ria Non è il momento di lucrare, le imprese al servizio dello Stato

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