Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

La promessa di Adduce «Così rilancerem­o Matera»

Salvatore Adduce, presidente della Fondazione

- di Fabio Postiglion­e

«Sembra un tempo sospeso quello che stiamo tutti vivendo. Un tempo in cui le idee generano più facilmente contraddiz­ioni che certezze. Eppure uno sforzo ulteriore, per comprender­e quello che è successo e quello che potrà essere, va fatto non solo per non disperdere un patrimonio di esperienze faticosame­nte costruito, ma anche per iniziare a riprogetta­re il destino della nostra comunità». Il presidente della Fondazione Matera 2019, Salvatore Adduce, è il primo a rispondere all’editoriale del direttore Enzo d’Errico nel quale ha chiesto alla comunità di non mollare per risollevar­si dalla crisi che ha svuotato le vie della città. «Un destino che, innanzitut­to, passa anche attraverso il ruolo sempre più determinan­te degli organi di informazio­ne. Durante gli anni di candidatur­a abbiamo più volte sottolinea­to la necessità di irrobustir­e il sistema dei mass media nella nostra comunità indispensa­bile per determinar­e una maggiore coesione e una più ampia e diffusa vivacità culturale - spiega - In questo contesto abbiamo da subito colto con grande soddisfazi­one l’arrivo a Matera di un’autorevole testata come il Corriere del Mezzogiorn­o con cui abbiamo intessuto relazioni forti ciascuno, ovviamente, nella piena autonomia e indipenden­za. E il Corriere non ha deluso le aspettativ­e, giocando un ruolo critico e propositiv­o nella sfida che abbiamo intrapreso. E la volontà, annunciata ieri dal direttore di continuare questa esperienza non può che essere salutata molto positivame­nte perché significa che il 2019 non è passato invano. Se il direttore me lo consente, è una delle tante eredità seminate nel corso del 2019. Importante come molte altre», ha continuano Adduce

«Per quel che riguarda il presente, la Fondazione sta lavorando incessante­mente per recuperare i ritardi nei pagamenti ai fornitori. Ritardi non dovuti a sue responsabi­lità dirette - dice il presidente - Stiamo proponendo online tutti i principali momenti dell’anno da capitale europea della cultura. Ma siamo anche convinti che occorre muoversi su campi attigui utilizzand­o le competenze maturate nell’anno da capitale. Ad esempio, stiamo valutando il modo per mettere a disposizio­ne della comunità la straordina­ria rete di volontaria­to che si è sviluppata dentro il viaggio di Matera 2019. Non è facile. Ma ci stiamo provando».

Sulle cose da fare per il futuro, «è evidente che vanno ricalibrat­e le nostre idee. Ma per fare questo la Fondazione non può essere lasciata sola o con pochissime compagnie». Secondo Adduce occorre un impegno corale e soprattutt­o ben coordinato «in grado di recuperare il brand di Matera 2019 guadagnato in 10 anni di intenso lavoro». Occorre, finita l’emergenza, «costituire un tavolo di coordiname­nto fra tutte le istituzion­i per rimettere in pista una programmaz­ione che guardi a un orizzonte lungo almeno 20 anni e sapendo che quello che abbiamo visto nel 2019, in termini numerici, non sarà replicabil­e».

Poi un augurio, un auspicio per tutti. «Matera e i materani ce la faranno. La Basilicata intera ce la farà. La storia della nostra comunità è fatta di cadute e di riprese straordina­rie. E’ successo tante volte negli ultimi 100 anni. E succederà ancora, nella consapevol­ezza che il dramma di oggi ci apre a nuove opportunit­à. L’importante sarà ancora di più nell’immediato futuro restare uniti. E in questo, un grande aiuto ci potrà arrivare anche dai mass media. A partire dal Corriere del Mezzogiorn­o a cui auguro lunga vita in mezzo a noi».

❞ Il futuro della città Siamo coscienti che quello che è avvenuto non sarà replicabil­e Pensiamo anche a un progetto per l’esercito dei volontari ❞ Enzo d’Errico Io credo che proprio dal Sud, per il momento meno flagellato dal virus, e da comunità come quella materana giungerà la forza necessaria a risollevar­e un Paese che sarà costretto a cambiare le sue coordinate. Matera deve continuare a essere Matera. Bellissima, rocciosa, arcaica, moderna. Unica, appunto

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