Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La promessa di Adduce «Così rilanceremo Matera»
Salvatore Adduce, presidente della Fondazione
«Sembra un tempo sospeso quello che stiamo tutti vivendo. Un tempo in cui le idee generano più facilmente contraddizioni che certezze. Eppure uno sforzo ulteriore, per comprendere quello che è successo e quello che potrà essere, va fatto non solo per non disperdere un patrimonio di esperienze faticosamente costruito, ma anche per iniziare a riprogettare il destino della nostra comunità». Il presidente della Fondazione Matera 2019, Salvatore Adduce, è il primo a rispondere all’editoriale del direttore Enzo d’Errico nel quale ha chiesto alla comunità di non mollare per risollevarsi dalla crisi che ha svuotato le vie della città. «Un destino che, innanzitutto, passa anche attraverso il ruolo sempre più determinante degli organi di informazione. Durante gli anni di candidatura abbiamo più volte sottolineato la necessità di irrobustire il sistema dei mass media nella nostra comunità indispensabile per determinare una maggiore coesione e una più ampia e diffusa vivacità culturale - spiega - In questo contesto abbiamo da subito colto con grande soddisfazione l’arrivo a Matera di un’autorevole testata come il Corriere del Mezzogiorno con cui abbiamo intessuto relazioni forti ciascuno, ovviamente, nella piena autonomia e indipendenza. E il Corriere non ha deluso le aspettative, giocando un ruolo critico e propositivo nella sfida che abbiamo intrapreso. E la volontà, annunciata ieri dal direttore di continuare questa esperienza non può che essere salutata molto positivamente perché significa che il 2019 non è passato invano. Se il direttore me lo consente, è una delle tante eredità seminate nel corso del 2019. Importante come molte altre», ha continuano Adduce
«Per quel che riguarda il presente, la Fondazione sta lavorando incessantemente per recuperare i ritardi nei pagamenti ai fornitori. Ritardi non dovuti a sue responsabilità dirette - dice il presidente - Stiamo proponendo online tutti i principali momenti dell’anno da capitale europea della cultura. Ma siamo anche convinti che occorre muoversi su campi attigui utilizzando le competenze maturate nell’anno da capitale. Ad esempio, stiamo valutando il modo per mettere a disposizione della comunità la straordinaria rete di volontariato che si è sviluppata dentro il viaggio di Matera 2019. Non è facile. Ma ci stiamo provando».
Sulle cose da fare per il futuro, «è evidente che vanno ricalibrate le nostre idee. Ma per fare questo la Fondazione non può essere lasciata sola o con pochissime compagnie». Secondo Adduce occorre un impegno corale e soprattutto ben coordinato «in grado di recuperare il brand di Matera 2019 guadagnato in 10 anni di intenso lavoro». Occorre, finita l’emergenza, «costituire un tavolo di coordinamento fra tutte le istituzioni per rimettere in pista una programmazione che guardi a un orizzonte lungo almeno 20 anni e sapendo che quello che abbiamo visto nel 2019, in termini numerici, non sarà replicabile».
Poi un augurio, un auspicio per tutti. «Matera e i materani ce la faranno. La Basilicata intera ce la farà. La storia della nostra comunità è fatta di cadute e di riprese straordinarie. E’ successo tante volte negli ultimi 100 anni. E succederà ancora, nella consapevolezza che il dramma di oggi ci apre a nuove opportunità. L’importante sarà ancora di più nell’immediato futuro restare uniti. E in questo, un grande aiuto ci potrà arrivare anche dai mass media. A partire dal Corriere del Mezzogiorno a cui auguro lunga vita in mezzo a noi».
❞ Il futuro della città Siamo coscienti che quello che è avvenuto non sarà replicabile Pensiamo anche a un progetto per l’esercito dei volontari ❞ Enzo d’Errico Io credo che proprio dal Sud, per il momento meno flagellato dal virus, e da comunità come quella materana giungerà la forza necessaria a risollevare un Paese che sarà costretto a cambiare le sue coordinate. Matera deve continuare a essere Matera. Bellissima, rocciosa, arcaica, moderna. Unica, appunto