Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Virus, mai tanti morti in Puglia
In un giorno 17 decessi, Foggia la più colpita. Dall’inizio dell’emergenza 65 vittime
Quello di ieri è stato il giorno più drammatico in Puglia dall’inizio dell’emergenza coronavirus: sono infatti diciassette le persone decedute, mai in una giornata c’era stato un così alto numero di vittime che adesso complessivamente salgono a 65. La curva del contagio è costante: altri 89 casi, ora sono 1.182.
BARI Un bollettino funesto quello di ieri: sono 17 i decessi di pazienti trovati positivi al coronavirus. Mai così tanti in un solo giorno. L’elenco dei morti si impenna fino ad arrivare alla cifra di 65. Gli ultimi decessi a Foggia (8 casi), Brindisi (6), Bari (2), Lecce (1). Tutti di età tra i 71 e i 92 anni, tranne un 54enne nel Brindisino e un 59enne in provincia di Foggia. È Antonio Maghernino, originario di San Severo, medico di base a Torremaggiore.
Il bollettino riporta anche una notizia confortante, quella sui contagi. Ieri se ne sono contati 89 su 968 tamponi eseguiti (erano 88 il 25 marzo, 99 il giorno prima, 120 il giorno prima ancora). L’epidemia si allarga con una crescita lenta e costante. Il numero dei contagi complessivi è arrivato a 1.182. Ma va detto che gli esperti dell’unità di crisi regionale se ne attendevano duemila entro il 25 marzo. Con l’impennata di ieri il tasso di letalità (65 vittime su 1.192 positivi) sale al 5,5 per cento.
Continua, intanto, la protesta del presidente Michele Emiliano per la mancanza di Dpi (dispositivi individuali di protezione): maschere, tute e occhialini per gli operatori sanitari. La penuria persiste e le scorte, ieri leggermente integrate, non superano mai la disponibilità per due giorni. Per cui si vive alla giornata, aspettando le provviste chieste alla Protezione civile nazionale e gli acquisti diretti della Regione. Per questi ultimi si attendono i primi carichi dall’Oriente: per domani e per martedì prossimo.
Del tema si è discusso in video conferenza nell’ambito del comitato operativo di protezione civile. «È evidente – dice Emiliano – che ci sono stati problemi a livello centrale nel trasporto dei Dpi e nel dimensionamento della nostra parte. Qualcuno ha pensato, sbagliando, che il quantitativo dovesse essere legato alla virulenza dell’epidemia e quindi al numero dei casi. Ho fatto presente che il quantitativo dei Dpi deve essere legato al numero dei medici e della popolazione in ogni regione. Sono stati rapidi nel comprendere che avevamo ragione. Aspettiamo ora che la pianificazione delle attrezzature (i respiratori per le terapie intensive, ndr) e dei Dpi venga corretta e venga regolarizzata già da domani la distribuzione». Tradotto: se non si assegnano macchine e Dpi alle Regioni con minori problemi, si rischia di rendere la situazione più grave di quanto oggi non sia. Si otterrebbe il contrario di quello che si vuole.
Ogni giorno nelle strutture pugliesi si utilizzano 135 mila mascherine di tipo chirurgiche; 33.500 di tipo ffp2 (per chi opera nelle strutture sanitarie); 33.500 di tipo ffp3 (per chi è in contatto con malati positivi). Poi sono necessarie 21 mila tute di protezione, 2.000 tamponi per i test, 6.700 visiere o occhiali di protezione. Per rendere il termine di paragone, ad oggi dalla Protezione civile sono arrivate 252mila mascherine inutilizzabili nell’ambito sanitario, 304mila mascherine chirurgiche (fornitura per tre giorni circa), 59 mila ffp2 (fabbisogno di due giorni), 6.300 ffp3 e 1900 occhiali protettivi. Ecco perché Emiliano tiene a sottolineare che il sistema pugliese «si è poggiato su se stesso». La Regione si sta pure adoperando per reperire strutture alberghiere nelle quali ospitare i soggetti che necessitano di quarantena: ossia pazienti che non sono da ricoverare in ospedale ma che rimanendo a casa rischiano di contagiare i propri familiari.
Una annotazione politica per chiudere. Il gruppo di Fdi in Regione ha attaccato aspramente il governatore per «il tragico fallimento della macchina organizzativa della protezione civile regionale, di cui è rimasto solo il maglione indossato da Emiliano». Sotto accusa la «carenza di informazioni» necessarie ai sindaci per operare sui rispettivi territori anche in chiave di prevenzione. Replica dei capigruppo di centrosinistra: «I sindaci non hanno bisogno di difese d’ufficio. Le polemiche servono forse a raggranellare qualche voto ma non ad aiutare i pugliesi».