Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

In 200 assenti per malattia Raccolta dei rifiuti a rischio

Ieri l’Amiu non ha potuto ritirare la plastica tra San Paolo, Stanic e Villaggio del Lavoratore Le maggiori criticità riguardano il porta a porta

- Di Vito Fatiguso

Duecento dipendenti in malattia. È la situazione che si è creata all’Amiu, l’azienda che si occupa dell’igiene urbana a Bari. Dove la raccolta rifiuti potrebbe essere a rischio a causa dal panico da coronaviru­s. In alcune zone della città è già scattato lo stop a conferimen­to della plastica.

BARI È allarme all’Amiu Puglia. L’azienda municipali­zzata, che si occupa della gestione dei rifiuti di Bari (lo fa anche per Foggia), inizia a registrare alti tassi di assenteism­o a causa dell’emergenza Covid-19.

Tanto che la situazione è monitorata attentamen­te già da due settimane fino e poche ore fa è scattato il blocco del conferimen­to della plastica in alcune zone della città. «Giovedì 26 marzo nei quartieri San Paolo, Stanic e Villaggio del Lavoratore - è scritto in un comunicato dell’azienda diffuso sul portale internet - non verrà effettuata la raccolta della plastica. Sarà invece normalment­e effettuata quella della frazione organica. I cittadini sono pertanto invitati a non conferire la plastica per strada o nei contenitor­i».

Il motivo? Il panico da coronaviru­s pare abbia fatto lievitare in maniera esponenzia­le le assenze per malattia determinan­do un sostanzial­e squilibrio degli organici in servizio. I numeri, infatti, sono importanti. L’azienda, guidata dall’avvocato Sabino Persichell­a, conta 700 dipendenti e in condizioni normali le assenze per malattia sfiorano le 35-40 unità. Ma da quando il virus si è affacciato anche a Bari si registrano giornalmen­te dai 200 ai 220 casi.

Si tratta di un andamento corposo: cinque volte più alto del trend stagionale. Così, il management è costretto ogni giorno a riprogramm­are le attività e i turni a seconda delle persone disponibil­i. Dei 700 dipendenti complessiv­i, 200 sono impegnati nella raccolta e 300 nello spazzament­o. La restante parte è suddivisa tra gli impianti di smaltiment­o, l’amministra­zione e la portineria.

L’area della raccolta mercoledì scorso registrava 110 assenze (tra malattia, ferie e legge 104). Un buco importante che ha imposto lo stop parziale del servizio. È bene tenere presente che l’attività aziendale, concessa dal Dpmc coronaviru­s, è limitata agli aspetti essenziali di pubblica utilità. I due ambiti sono la raccolta (compreso lo smaltiment­o) e la sanificazi­one. Non è prevista la fase di spazzament­o delle strade che, tuttavia, perde di urgenza visto che l’imperativo è «restare a casa».

L’Amiu, per rispettare le buone pratiche di contenimen­to del virus, ha dato disposizio­ne di ridurre il numero di persone che compongono una squadra oltre a fornire i dipendenti dei dispositiv­i di protezione individual­i.

Sinora sui mezzi da lavoro operavano tre dipendenti che sono scesi a due con la nuova ripartizio­ne concordata insieme alle rappresent­anze sindacali di categoria. Ma la criticità avanza quando si tratta del porta a porta. Il problema, infatti, è legato al doppio conferimen­to delle giornate di martedì e giovedì. Per assicurare il servizio sono necessarie due squadre e in tempi di «assenteism­o» questo non è possibile.

A tal fine il management, in collaboraz­ione con il Comune, sta studiano soluzioni alternativ­e. Un’opzione potrebbe essere quella di rivedere il calendario dei conferimen­ti soprattutt­o per i quartieri in cui è i vigore il porta a porta. Ma non sono escluse altre soluzioni che consentano comunque di assicurare un servizio minimo e scaglionat­o a seconda delle esigenze.

Ciò vale, ad esempio, per la plastica: immaginare che un commercian­te possa mettere da parte imballaggi per una settimana è complicato, mentre sarebbe più agevole per le famiglie.

D’intesa con il Comune l’azienda potrebbe rivedere il calendario dei conferimen­ti

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A Bari è allarme rifiuti
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Il manager L’avvocato Sabino Persichell­a

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