Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’ateneo produce gel Ma la burocrazia blocca la vendita
Il rettore Fabio Pollice: «Purtroppo la burocrazia ci impedisce di cederlo ad altri»
LECCE Il liquido disinfettante che protegge dal contagio del Covid19 è cosa fatta, ma ad impedirne la distribuzione gratuita al di fuori dei laboratori dell’Università del Salento, dove è stato prodotto, è la burocrazia. Lo scandisce a chiare lettere il rettore Fabio Pollice. Lo sottoscrive Ludovico Valli, direttore del Disteba (Dipartimento di scienze e tecnologie biologiche e ambientali), una delle punte di diamante dell’ateneo salentino. La soluzione, creata proprio nei laboratori del Disteba secondo le indicazioni fornite dall’Oms, e già in uso nei plessi universitari da quando è scattata l’emergenza Covid-19, dove sembra essere destinata a rimanere a causa delle farraginose procedure burocratiche necessarie per sdoganarla.
Accade ai tempi del coronavirus. Accade malgrado le carenze di prodotti e dispositivi di protezione e per il contenimento del contagio e nonostante i drammatici appelli dei medici schierati in prima linea all’interno degli ospedali, la burocrazia risulti uno scoglio insuperabile per portare a termine un’iniziativa a dir poco provvidenziale nella battaglia quotidiana contro l’epidemia. Ma tant’è. «Ho dato il via libera alla produzione del composto disinfettante, ma paradossalmente non possiamo neppure donarlo perché le norme ce lo impediscono», rimarca Fabio Pollice. Rammarico condiviso dal professor Valli:«È spiacevole ammetterlo, ma il nostro preparato che sarebbe di grande utilità in tante situazioni di rischio, resta qui bloccato dalle pastoie burocratiche. Dispiace dirlo, ma è la verità. Eravamo pronti a produrre un’elevata quantità di questo liquido, ma quando se ne è parlato con i vertici dell’ateneo, ci siamo resi conto che occorreva avviare lunghe procedure, soprattutto per attestare la qualità del prodotto attraverso gli enti preposti. Così abbiamo dovuto desistere». La «handrub» dell’Università del Salento è stata realizzata utilizzando etanolo al 96%, acqua Ossigenata al 3%, glicerolo al 98% e acqua sterile, evitando l’aggiunta di addensanti sconsigliata dalla stessa Oms perché potenziale ricettacolo di proliferazione batterica. Il liquido è stato poi inserito in appositi dispenser e distribuito nelle varie sedi dell’Università.
Ma non è tutto. UniSalento ha anche fornito alla Asl un macchinario che sarà utilizzato nei laboratori dell’ospedale «Vito Fazzi» per processare i campioni dei test del Covid-19. Il professor Tiziano Verri, dietro autorizzazione del collega Francesco Fanizzi, che presiede il Centro di Cultura Innovativa d’Impresa, ha personalmente curato il trasferimento e la reinstallazione dello strumento, il «Real-Time Pcr», nel Laboratorio di Patologia Clinica del Fazzi. L’apparecchiatura fu acquisita su esplicita richiesta del professor Alessandro Sannino, docente di prima fascia di Scienze e Tecnologie dei Materiali, e del dottor Luca Salvatore per il Centro di Cultura Innovativa d’Impresa di UniSalento.
Fabio Pollice Non possiamo neppure donarlo, è davvero un peccato