Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Covid-19, il diktat di Bardi: «I sindaci stiano in silenzio»
Il governatore: create allarmismo. Rivolta dei primi cittadini: questa è censura
MATERA Tutti d’ accordo sul continuare ad informare le rispettive comunità. I sindaci lucani non si lasciano intimorire dalla perentoria disposizione a loro indirizzata dal presidente della Regione, Vito Bardi: «Astenersi in via categorica da dichiarazioni pubbliche o via social sugli esiti dei tamponi». Una richiesta finalizzata a «garantire la privacy dei soggetti risultati positivi al Covid-19», spiega il governatore. Ma non è questo il punto per i primi cittadini che sottolineano di conoscere e applicare le norme. Ha piuttosto il sapore amaro della censura la richiesta di Bardi, in un momento in cui la comunicazione assume invece un ruolo determinante, pur non essendo sempre ben gestita a detta dei sindaci.
«Le nostre comunità preferiscono essere informate da noi tempestivamente, piuttosto che dai laconici comunicati tardivi della task force - dichiara Viviana Verri, sindaco di Pisticci - e sappiamo cos’è la privacy. Un po’ meno lo sa chi ha scritto le prime ordinanze regionali che imponevano ai sindaci addirittura il censimento dei rientrati dal nord». «Nessuno si è mai permesso di rivelare i nomi – chiarisce Domenico Tataranno, sindaco di Bernalda - io sono un medico e conosco benissimo la legge sulla privacy, ma ho esortato i miei cittadini ad autodenunciarsi: fondamentale per ricostruire la catena dei contatti. Nessuna polemica ma non comprendo come sia possibile che la preoccupazione sia mettere il bavaglio ai sindaci quando ci sono altre priorità. A Bernalda c’è un medico di famiglia risultato positivo, eppure ancora non sono stati fatti i tamponi ai familiari e ai colleghi più stretti, senza immaginare la potenziale diffusione del contagio tra i pazienti». Interviene anche Salvatore Cosma, di Tursi. Il sindaco che forse più si è esposto a livello mediatico, ottenendo finanche una ribalta nazionale: «L’informazione – scrive sui social - è l’unico antidoto al panico e alle fake news che circolano attraverso i social. La parola del sindaco può spazzare via ansie, paure e l’antipatica pratica della caccia alle streghe che si innesca in situazioni di emergenza. La Regione si preoccupi di rendere più chiara ed efficiente la comunicazione della task force che da alcuni giorni risulta lacunosa e frammentaria». «Parlare con una voce sola è importante – evidenzia Enrico Mascia, sindaco di Policoro – la comunicazione non ha brillato fino ad ora e quindi va bene ottimizzarla, ma non si può assolutamente togliere la parola ai sindaci».«Rispetto le istituzioni e trovo inopportune le polemiche – aggiunge ancora da Irsina, Nicola Morea ma ancora più inopportune sono le parole del governatore. Noi sindaci non prendiamo ordini. Sappiamo benissimo quanto sia necessario tutelare la privacy. Fermo restando il rispetto delle norme non abdicherò mai al ruolo affidatomi e svolto con orgoglio e amore per la nostra terra. Continuerò ad informare i miei cittadini ». C’è l’invito infine del sindaco di
Matera, Raffello De Ruggieri a non cedere alle polemiche ma a «recuperare l’unità di intenti tra le istituzioni, per trovare insieme le soluzioni più idonee a garantire la corretta informazione ai cittadini ed evitare confusione sui dati. È il momento di rimanere uniti». «I sindaci – per l’Anci regionale - non meritano di essere identificati come responsabili di non meglio definite azioni svolte in violazione delle norme sulla privacy» pertanto il presidente, Salvatore Adduce chiede al governatore «di voler valutare l’opportunità di un chiarimento che metta tutti nelle migliori condizioni per continuare a dare il meglio a favore della comunità che si aspetta di essere informata correttamente e possibilmente rassicurata».
La polemica dopo la pubblicazione sui social dei positivi prima delle comunicazioni ufficiali